La cattedrale di Santa Sofia e gli edifici monastici di Kiev entreranno a metà settembre nella lista del Patrimonio dell’Umanità in pericolo, così come il centro storico di Lviv (Leopoli), a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, ha annunciato il 5 settembre l’Unesco. «Questi siti sono minacciati di distruzione. Ci sono stati attacchi nelle zone cuscinetto e non sappiamo che cosa succederà in futuro», ha spiegato Lazare Eloundou, direttore del Patrimonio mondiale, interpellato dall’Agenzia France Presse a Parigi, sede dell’agenzia Onu. Il Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunirà dal 10 al 25 settembre a Riyadh, «probabilmente» prenderà questa decisione «sulla base del parere di esperti», per i quali i due siti sono in una situazione di «comprovato pericolo».

Al largo della costa scozzese, sull’isola di Arran, gli archeologi hanno scoperto un monumento neolitico utilizzato anticamente per cerimonie e riunioni. Lo scorso agosto, archeologi dell’Università di Glasgow e volontari locali hanno iniziato a scavare a Drumadoon, sito dell’unico monumento neolitico della regione con un cursus. Il cursus è un vasto recinto rettangolare che si ritiene fosse adibito a processioni, cerimonie e raduni. Queste strutture risalgono a un periodo compreso tra il 4000 e il 3000 a.C. e hanno dimensioni che variano da 6 metri a 6 miglia di lunghezza.

In occasione del 250mo anniversario della morte dell’architetto Luigi Vanvitelli, la Reggia di Caserta ha elaborato un programma di celebrazioni e tra le principali azioni del progetto è ricompreso il Convegno Internazionale di Studi «Luigi Vanvitelli, il maestro e la sua eredità 1773-2023», previsto ad Ancona presso la Mole Vanvitelliana dal 7 al 9 settembre, sostenuto da Regione Marche e organizzato dal Comune di Ancona-Fondo Mole. Durante le varie sessioni, dove sono previsti interventi del ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario Vittorio Sgarbi, saranno messi in luce una molteplicità di argomenti volti a ritrarre l’uomo, l’architetto, l’ingegnere, il musicologo, l’inventore, il padre, il religioso, ovvero ogni elemento che possa chiarire il valore e la trasversalità della sua eredità. In occasione del convegno è possibile visitare la mostra «Vanvitelli e Ancona. Sogni, progetti e rivincita di un grande architetto» (Pinacoteca civica, fino al 24 settembre, a cura di S. Zuffi) e percorrere, con l’ausilio di una mappa messa a punto dal Comune, un itinerario urbano permanente dedicato ai luoghi vanvitelliani e del Settecento.

Illycaffè quest’anno è il «coffee partner» di Frieze Seoul (6-9 settembre), la fiera che ospita nella capitale coreana oltre 120 gallerie provenienti da 30 Paesi diversi. È l’occasione per presentare l’ultima illy Art Collection, le tazzine d’artista che in oltre 30 anni sono state interpretate da più di 125 autori di fama internazionale. L’artista di quest’anno è Judy Chicago. Nella lounge B visitatori ed espositori potranno sorseggiare il caffè ammirando le figure femminili dipinte sulle tazzine dall’artista: tra le altre, la regina di Francia Maria Antonietta, Madame de Staël, George Sand o Virginia Woolf.

La restauratrice toscana Eleonora Coloretti in un libro appena uscito (Guardare il restauro, Campisano Editore, 84 pp., 30 euro) fa il punto su storia, teoria e prassi del restauro, illustrando il ruolo di ispirazione e leadership che l’Italia può vantare in questo campo. Il libro raccoglie testimonianze di alcuni celebri restauratori italiani: Gianluigi Colalucci, Carlo Giantomassi e Donatella Zari, Guido Botticelli, Antonio Forcellino. Il libro sarà presentato a Roma il 14 settembre allo Spazio all’Arte, sede della Casa d’aste Capitolium Art; interverrà Eleonora Coloretti. Tra gli ospiti il restauratore Carlo Giantomassi.

Il Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo, ospita da oggi 6 settembre fino al 21 del mese la mostra «Gino Marotta/Eden blu», a cura di Laura Cherubini e Giacinto Di Pietrantonio. Molisano di origine (Campobasso, 1935-Roma, 2012) ma con un lungo e fecondo rapporto con l’Abruzzo, dove ha diretto anche l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, Gino Marotta ha sviluppato una profonda ricerca sui materiali, lavorando, a partire dagli anni Cinquanta, con i prodotti dell’industria e giungendo poi a trovare il suo materiale d’elezione: il metacrilato. La mostra è infatti focalizzata su un corpus di opere iconiche in metacrilato blu che raffigurano alberi e animali di un ideale Eden africano: l’artista intende sottolineare che il paradiso, se c’è, è in Africa, luogo dell’origine dell’umanità, e in questo giardino artificiale lo spettatore si trova immerso e portato a riflettere sul mondo della natura e dell’industria, che hanno avuto un ruolo dominante nella riflessione critica di Marotta già alla fine degli anni Sessanta del ’900.