NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 18 LUGLIO 2024

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GIOVEDÌ 18 LUGLIO 2024

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Dall’alto in senso orario, Uno scatto di Tomas Hoepker a New York nei primi istanti dell’attacco alle Torri Gemelle © Thomas Hoepker/Magnum Photos; La mappa della gallerie di arte contemporanea di Napoli; Lo stand di Pearl Lam Galleries ad Art Shanghai © Juliana Tan; Lo scheletro di Stegosauro da 44,6 milioni di dollari Foto di Matthew Sherman © Sotheby’s

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44,6 milioni di dollari per lo stegosauro da record venduto da Sotheby’s

Rinvenuto in Colorado, ribattezzato Apex, vissuto nel Giurassico superiore (161-146 milioni di anni fa circa), è alto più di 3 metri e lungo più di otto metri. Praticamente completo, lo scheletro è composto da 254 elementi ossei fossili (su un totale approssimativo di 319), più alcuni elementi aggiuntivi stampati e ricostruiti in 3D. Secondo gli studiosi lo scheletro è di un esemplare adulto, alto e robusto, vissuto fino a età avanzata, come dimostrerebbero tracce di artrosi alle vertebre. Non ha segni di ferite. Lo stegosauro era un dinosauro erbivoro, quadrupede, aveva gli arti anteriori corti rispetto a quelli posteriori ed era dotato di una lunga coda. Con le sue piastre sul dorso e gli spuntoni sulla coda, usati probabilmente per difendersi dai predatori, è tra i dinosauri più riconoscibili e rappresentati su libri, disegni, francobolli e oggetti di ogni tipo. L’asta si è tenuta a New York il 16 luglio, la stima era di 4-6 milioni di dollari. Con i suoi 44,6 milioni di dollari, lo scheletro di questo stegosauro è il fossile di dinosauro più caro di sempre. Il precedente record era di 31,8 milioni di dollari, per lo scheletro di un T-Rex venduto nel 2020.

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Singapore, segnali di crescita per il mercato del contemporaneo

Tra le capitali asiatiche dell’arte si affaccia anche Singapore, ponte tra l’Australia, l’Asia e il resto del mondo, che dopo l’annuncio di un paio di settimane fa della seconda edizione di Art Singapore (organizzata dal medesimo staff di Tokyo Gendai), può contare sull’apertura in città di importanti gallerie. Una tra tutte Tang Contemporary, colosso asiatico con sette sedi da Tang a Hong Kong, Pechino e Seul, che apre un nuovo spazio di circa 700 metri quadrati. La mostra inaugurale è una collettiva con artisti quali Ai Weiwei, Yue Minjun, Wu Kukwon e Gongkan, tra gli altri. La sua prima sede, aperta a Bangkok nel 1997, è stata recentemente ampliata in concomitanza con l’apertura della nuova Kunsthalle Bangkok lo scorso gennaio. La seconda ART SG si terrà invece dal 17 al 25 gennaio 2025 al Marina Bay Sands Expo and Convention Centre, nel cuore del distretto finanziario di Singapore, in concomitanza con la Singapore Art Week. Nella prima edizione ha ospitato 45mila collezionisti provenienti principalmente da Singapore e da tutto il sud est asiatico, ma non solo. Tra gli espositori alla prima edizione Gagosian e Whitestone, solo per citarne un paio.La regione di Singapore fa da cornice a una delle economie in più rapida crescita al mondo.

03

A Hong Kong il debutto di Photofairs e Art021

Photofairs Hong Kong debutterà in concomitanza con Art Basel a Hong Kong (dal 28 al 30 marzo prossimi) e la serie di eventi culturali definiti «Art March». Sarà l’ultima delle fiere di Shanghai a lanciare una diramazione in città, dopo Art021, focalizzata sull’arte contemporanea, che vedrà la sua prima edizione a Hong Kong il mese prossimo. Photofairs si terrà a Central, in una tensostruttura di 5.600 metri quadri eretta sul lungomare, un allestimento simile alla fiera concomitante Art Central (26-30 marzo). Si prevedono tra 50 e 75 espositori. Nel frattempo, Photofairs Shanghai l’anno prossimo passerà da aprile a maggio. L’ad Scott Gray non ha commentato quale impatto il nuovo progetto di Hong Kong potrebbe avere sull’edizione di Shanghai e sulla fiera di New York, lanciata nel 2023, ma annullata quest’anno. Un’edizione di San Francisco si era tenuta nel 2017 e nel 2018. «C’è stato un grande interesse a partecipare alla fiera statunitense, ma il feedback di numerose gallerie ha citato difficile l’ambiente in questo momento», ha commentato.

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Ellie Buttrose è la direttrice della Biennale di Adelaide 2026

L’annuncio è stato diramato dalla Art Gallery of South Australia. Buttrose è la curatrice del Padiglione australiano per la Biennale di Venezia, valso uno storico Leone d’Oro ad Archie Moore. Buttrose è curatrice in carica al Contemporary Australian Art presso la Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art, a Brisbane. «Sono onorata di essere stata scelta come curatrice della Biennale di arte australiana di Adelaide del 2026. La Biennale è unica nel calendario delle arti australiane in termini di ambizioni curatoriali e non vedo l’ora di contribuire alla sua ricca storia attraverso le mie collaborazioni con artisti, scrittori, storici d’arte e il team dell’Art Gallery of South Australia», ha dichiarato. La Biennale di Adelaide si svolgerà dal 27 febbraio al 7 giugno 2026, è organizzata in collaborazione con l’Adelaide Festival, con il supporto dell’Art Gallery of South Australia Biennial Ambassadors Program e del Governo australiano, statale e territoriale; main sponsor The Balnaves Foundation.

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Restaurata a Bologna la più antica raffigurazione di san Domenico

Rientra in città, dopo un restauro durato tre anni effettuato all’Opificio delle pietre dure di Firenze, la tavola di san Domenico della Mascarella. L’opera, importante per la storia dell’Ordine dei Predicatori che vide l’arrivo del santo a Bologna nel 1218, considerata anche una reliquia, resterà esposta fino al primo novembre nella Basilica di San Domenico, poi rientrerà nella sua tradizionale sede, la Chiesa di Santa Maria e San Domenico della Mascarella. «Si tratta del più antico ritratto conosciuto di Domenico di Caleruega, hanno spiegato alla presentazione l’esperto Loris Rabiti e la restauratrice dell’OpD Lucia Bresci, ora temporaneamente collocato a pochi passi dall’arca che ne accoglie le spoglie: accade oggi per la prima volta dopo ottocento anni». Nell’opera trecentesca il santo è raffigurato nella tavola con l’aureola, in posizione frontale, davanti a ricche libagioni assieme a quarantotto confratelli.

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A Napoli nasce una mappa per 17 gallerie del contemporaneo

«Siamo lieti di annunciare l’uscita della mappa che riunisce le gallerie d’arte contemporanea di Napoli. L’esigenza di dare dei riferimenti ai visitatori in città ci ha incentivato a collaborare nella definizione di una guida che potesse migliorare la fruizione dell’arte sul territorio. La mappa è disponibile presso gli info point della città e nelle gallerie aderenti all’iniziativa». Con questa comunicazione, data attraverso le pagine social, 17 gallerie napoletane annunciano di aver aderito a una logica di rete, offrendo una mappa che individua la loro dislocazione sul territorio e alcune informazioni sintetiche (orari, indirizzo, sito web). Si visualizza così una città del contemporaneo sostanzialmente divisa tra Chiaia (Lia Rumma, Studio Trisorio, Umberto Di Marino-Casa Di Marino, Galleria Fonti, Casamadre Arte contemporanea, Accappella, Gallerie Riunite, Thomas Dane Gallery, Andrea Nuovo Home Gallery, Andrea Ingenito contemporary art, Annarumma) e Centro storico (Alfonso Artiaco, Galleria Solito, Shazar Gallery, Galleria Tiziana Di Caro, Spot Home Gallery), con un’unica presenza «fuori le mura», Capnapoliest, a San Giovanni-Barra, periferia est della città.

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Due nature morte di Francesco Codino tornano nell’Accademia Carrara di Bergamo dopo il restauro

Ideato in occasione di Bergamo Brescia 2023, il progetto di restauro promosso dalla Famiglia Cerea (del ristorante «Da Vittorio» di Bergamo, ormai un gruppo d’eccellenza internazionale) in collaborazione con l’Accademia Carrara, si conclude oggi con la restituzione alla Pinacoteca della coppia di «Nature morte» di Franz Godin restaurate da Barbara Ferriani. Tanto misterioso quanto intrigante, Franz Godin nacque probabilmente a Francoforte nel 1590 ma presto dovette trasferirsi nell’Italia settentrionale, tra Milano e Bergamo, dove assunse il nome italianizzato di Francesco Codino, con cui prese anche a firmarsi. Non certo casuale il tema dei due dipinti (giunti alla Carrara nel 1982 con il dono Locatelli-Moroni), che sono un vero omaggio al senso del gusto, raffigurando con la lenticolare esattezza tipica dei pittori nordici una «Canestra di agrumi, castagne, corbezzoli e alzatina metallica con dolcetti», e una «Fruttiera di porcellana, piatto con limone e alzatina con prugne». Nel corso del restauro Barbara Ferriani si è concentrata dapprima sull’usura del supporto ligneo e sulla sostituzione delle traverse di sostegno e in seguito sulla pulitura della superficie pittorica, con stuccatura delle lacune, reintegrazione pittorica e verniciatura finale delle superfici. .

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Roma, scoperti resti identificabili con le mura medievali del Patriarchio

Durante gli scavi per la riqualificazione della piazza San Giovanni in Laterano, nell’ambito delle indagini archeologiche condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, è emersa una complessa stratigrafia che comprende, tra l’altro, strutture murarie databili tra il IX ed il XIII secolo dopo Cristo, probabilmente riconducibili al Patriarchio. «Costruito per volere di Costantino nel IV secolo d.C. al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio, il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305. Si tratta, in questo caso, di un ritrovamento di straordinaria importanza per la città di Roma e la sua storia medievale, poiché in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza», spiegano dal MiC.

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Salgono a 108 le tombe dell’Età del Bronzo scoperte a Torre Guaceto

Nella riserva di Torre Guaceto in provincia di Brindisi, sono riemerse nel mese di giugno 43 tombe iscritte in una necropoli risalente a un periodo compreso tra il XV e XI secolo a.C., che sommate alle 65 scoperte nei tre anni precedenti portano il totale a 108. Tra gli oggetti recuperati durante gli scavi decine di urne funerarie contenenti corredi in metallo, spillone e fibule e molti ornamenti perlopiù femminili. Alcune tombe sono state trovate prive di ossa, tanto che alcuni archeologi ne ipotizzano una funzione esclusivamente commemorativa, riservata a chi non faceva ritorno da eventuali viaggi o battaglie. Le ricerche finanziate dal Consorzio di Gestione della riserva e condotte in regime di concessione ministeriale dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, si sono svolte in accordo con la Soprintendenza ABAP per le Provincie di Brindisi e Lecce e in collaborazione con il Dipartimento Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari. Alla presentazione dei risultati degli scavi presente Maria Piccarreta, segretario regionale del Ministero della Cultura per la Puglia.

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La Royal Academy rimuove due opere accusate di antisemitismo

La decisione, presa in seguito alla ricezione di una lettera del Board of Deputies of British Jews, riguarda due delle tre opere indicate nella lettera, esposte nella mostra dedicata ai giovani artisti. La Royal Academy ha dichiarato ai colleghi inglesi del Giornale dell’Arte «di aver esaminato la questione “attentamente” e che avrebbe rimosso due delle opere incluse nella “Young Artists Summer Show”». La prima opera in questione è di un artista di 18 anni, segnalata nella lettera per le recare le seguenti parole «Gli ebrei dicono di fermare il genocidio sui palestinesi: non in nostro nome». La seconda, di un artista di 16 anni, era inserita perché raffigurante una donna urlante e una svastica. Una terza opera, «The mass slaughter of women and girls is not how you deradicalise Gaza» di Michael Sandle, era anch’essa stata criticata nella lettera. Il disegno a carboncino, che raffigura un pilota senza volto e un aereo con la Stella di David, rimane esposto come parte separata della Summer Exhibition. Il disegno è in vendita online a 17mila sterline. In chiusura della lettera, il Board of Deputies ha invitato il direttore della Royal Academy a partecipare a un incontro per discutere la questione. 

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Pompei, la scoperta di una nuova tomba fa chiarezza sul passaggio alla Roma imperiale

Il ritiro nell’ambitissima Pompei dopo una brillante carriera militare, documentata nell’iscrizione di una tomba trovata durante i lavori nell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco archeologico di Pompei, getta luce sul ruolo degli Autrygoni o Autorigoni, popolo delle regioni settentrionali della penisola iberica, dove Augusto tra il 29 e il 19 a.C. fu impegnato nelle «guerre cantabriche» per completare l’occupazione della Spagna. «Vediamo emergere la rete del potere che collegava le élites dell’impero, ai cui membri chiedeva l’impegno nelle aree di conflitto, con la promessa di ricompense economiche, ma soprattutto di prestigio sociale nella comunità di residenza, spiega il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Aver ricoperto ben due volte la magistratura più alta di Pompei, il duumvirato, ed essere stato onorato con un monumento funerario su suolo pubblico, sono espressioni di riconoscimento e lealtà verso qualcuno che si era letteralmente battuto in prima linea per la causa dell’impero». Si tratta di una carica finora non attestata che aiuta a fare chiarezza sull’organizzazione del potere romano in una fase di transizione verso il modello imperiale.

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Ritrovato il più grande porticato di quella che potrebbe essere l’antica Laos, ai piedi del Pollino

Il culto di Artemide riemerge dagli scavi archeologici a Laino Borgo (Cs). Se i reperti che affiorano dagli scavi archeologici a Laino Borgo, imponente centro antico in provincia di Cosenza esteso per oltre 40 ettari con strade ortogonali e resti di case, sono dell’antica Laos, la grande città della Magna Grecia già scomparsa all’epoca di Plinio, lo confermeranno gli studi in atto anche se alcune descrizioni degli storici lo affermano. Gli archeologi del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, sotto la direzione dell’archeologo Fabrizio Mollo, hanno recuperato reperti e ritrovato un grande spazio-porticato e pavimenti in laterizi emersi nell’estremo lembo della Calabria ai piedi del Pollino. Dalle campagne di scavi, 2019-2024, è già venuta alla luce una città estesa, vasi d’argilla decorati, un luogo di culto con attestazioni epigrafiche riferibili al culto di Artemide nel «recinto sacro»: uno scavo per oltre venti metri da cui sono riapparse rare testimonianze «locali» del culto di Artemide del IV-III secolo a.C. Numerosa l’equipe di ricercatori impegnati negli scavi: con l’archeologo Marco Sfacteria operano 40 ricercatori, studenti, laureati, laureandi, dottorandi, dottori di ricerca, assegnisti dell’Università di Messina assieme a 5 studenti dell’Università di Copenaghen.

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Canada restituisce al Messico 257 reperti archeologici

La restituzione al Governo del Messico è avvenuta grazie a un cittadino messicano residente in Canada, con il tramite del Consolato messicano di Montreal. Sulla base di una relazione redatta da specialisti dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), istituzione del Ministero federale della Cultura, è stato stabilito che i beni archeologici consegnati sono di proprietà della nazione messicana, in conformità con quanto disposto dalla Legge Federale sui Monumenti e le Zone Archeologiche, Artistiche e Storiche. Si tratta di monumenti archeologici mobili provenienti da varie civiltà mesoamericane con date che iniziano nel periodo classico (200-900 d.C.) e terminano nel periodo postclassico (1200-1521 d.C.).

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Addio a Thomas Hoepker

Si è spento a 88 anni il fotoreporter tedesco Thomas Hoepker. Nato a Monaco nel 1936, ha iniziato la carriera due decenni dopo: mentre studiava archeologia e storia dell’arte, vincitore di due prestigiosi premi nazionali per giovani fotografi, fu incoraggiato a lasciare l’università per diventare un fotografo freelance, negli ultimi anni di un’epoca d’oro per il fotogiornalismo e la fotografia. Tra i suoi reportage quelli sulla segregazione razziale, sulla Germania dell’Est, ma anche gli iconici ritratti di Muhammad Ali e di artisti nei loro studi, da Andy Warhol a Jasper Johns. Tra le sue foto più celebri, una cattura lo skyline di Manhattan con due giovani coppie nella «corsia degli innamorati», sullo sfondo delle Torri Gemelle nel 1983. Un’altra dei giovani rilassati in pausa pranzo lungo l’East River mentre un’enorme colonna di fumo si alza da Lower Manhattan, durante i primi istanti dell’attacco al World Trade Center l’11 settembre 2001: «L’unica nuvola in quel cielo azzurro era il sinistro primo segnale di fumo di una nuova era», spiegò Hoepker.

 

Redazione, 18 luglio 2024 | © Riproduzione riservata