NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 23 AGOSTO 2024

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VENERDÌ 23 AGOSTO 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: le «Ninfee» (1897-99) di Monet in asta da Christie’s a Hong Kong (courtesy Christie’s); una veduta aerea della miniera del Botswana dove è stato trovato il diamante da 2.492 carati; l’antico rostro romano della Battaglia delle Egadi rinvenuto in mare; l’artista Velasco al lavoro per l’installazione Sabìr

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Per iniziare la stagione, Christie’s a Hong Kong batte le «Ninfee» di Monet

L’asta di inizio stagione di Christie’s Hong Kong del 26 settembre, che inaugurerà la nuova sede della società in Asia-Pacifico nell’edificio «The Henderson», avrà come protagonista uno dei dipinti di ninfee di Claude Monet. Per questo dipinto, creato 125 anni fa, una delle prime rappresentazioni dell’artista di un soggetto che sarebbe diventato per lui un «classico», è il primo passaggio in asta. L’opera rimase per anni in possesso della famiglia Monet, prima di passare a una collezione privata. Altri quattro dipinti della serie di otto «Nymphéas» sono di proprietà rispettivamente del Musée Marmottan Monet di Parigi, del Los Angeles County Museum of Art, del Kagoshima City Museum of Art e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. L’opera in vendita a Hong Kong è stimata tra i 200 e i 280 milioni di dollari di Hong Kong (cioè 25-35 milioni di dollari Usa). «Essendo una delle poche opere rimaste della prima serie di “Ninfee” di Monet ancora in mani private, mentre le altre si trovano in musei di tutto il mondo, questo dipinto è un vero e proprio tesoro», ha dichiarato in un comunicato Cristian Albu, vicepresidente e responsabile dell’arte del XX/XI secolo di Christie’s Asia Pacific.

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Una coppia di Rembrandt riunita dopo 223 anni

La mostra «Rembrandt reunited», che aprirà il 3 settembre alla Nivaagaard Collection di Nivå, cittadina della Danimarca orientale, riunisce due Rembrandt dipinti nel 1632. Le due opere appartenevano alla stessa collezione privata prima di essere vendute separatamente nel 1801. Ora vengono riunite per la prima volta dopo 223 anni, come risultato di un ambizioso progetto di ricerca che cerca di dimostrare (o confutare) il fatto che Rembrandt abbia originariamente dipinto i due ritratti in coppia. I due dipinti in questione sono un «Ritratto di donna di 39 anni», di proprietà della Nivaagaards Malerisamling (l’istituzione che ospita l’evento), e un «Ritratto di uomo di 40 anni», ora conservato al Metropolitan Museum of Art di New York. 

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Sisma 2016: la ricostruzione riparte da Amatrice, Accumoli e Arquata

Otto anni fa iniziava una sequenza sismica tra le più disastrose che abbia colpito il Centro Italia. Quattro terremoti in poco più di cinque mesi dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017: la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come è stata rubricata dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Un evento catastrofico che ha determinato la creazione di un cratere di 8mila chilometri quadrati: una vasta area compresa in quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) che include 138 comuni. «Dopo otto anni, credo che il primo dovere delle Istituzioni sia di fare memoria delle vittime e delle famiglie che hanno perso i loro cari e i loro beni. E chiedere scusa per i ritardi accumulati in troppe false partenze», ha commentato Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione e alla riparazione, che ha aggiunto: «Oggi vogliamo che questo cambio di passo, confermato anche dagli ultimi dati relativi alla ricostruzione privata, sia tangibile anche nei luoghi che hanno subito le ferite più gravi in termini di vittime: 299 morti per la scossa del 24 agosto 2016. Il cambio di passo che è stato impresso in tanta parte del cratere, deve concretizzarsi anche qui, nei borghi che per primi hanno subito la distruzione del terremoto: Amatrice, Accumoli, Arquata. Un obiettivo che grazie alla coesione e alla collaborazione con la Regione, l’Usr e il Comune, oggi è possibile». 

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Trovato in Botswana il diamante più grande degli ultimi 100 anni: pesa 2.492 carati

Pesa mezzo chilo il diamante più grande mai trovato nell’ultimo secolo, estratto in Africa da una miniera in Botswana di proprietà di una società canadese. Il peso del diamante è di 2.492 carati (un carato vale 0,2 grammi). La scoperta è avvenuta nella miniera di Karowe, nel centro del Paese, dove negli ultimi dieci anni sono stati effettuati alcuni tra i più importanti ritrovamenti al mondo con altri quattro diamanti da più di mille carati. Nel 2017 un diamante di 1.111 carati era stato acquistato da un gioielliere inglese per 53 milioni di dollari e nel 2019 il diamante Sewelo, sempre trovato a Karowe e fino alla nuova scoperta il secondo mai trovato con i suoi 1.758 carati, era stato comprato dalla società di moda Louis Vuitton per una cifra sconosciuta. Il diamante più grande del mondo, di proprietà della Corona britannica, fu trovato in Sudafrica nel 1905 ed è di 3.106 carati. L’economia del Botswana è una delle più floride dell’Africa: il Paese è il secondo più grande produttore di diamanti naturali dopo la Russia.

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Trovato un antico rostro romano della Battaglia delle Egadi

Il mare scenario della Battaglia delle Egadi continua a restituire tesori archeologici. La campagna di ricerche di agosto ha, infatti, consentito di recuperare un rostro in bronzo che si trovava su un fondale a circa 80 metri. Il reperto è stato recuperato dai subacquei altofondalisti della «Society for documentation of submerged sites» (Sdss), con l’ausilio della nave oceanografica da ricerca «Hercules», che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante evento storico del III secolo a.C. Il rostro è stato trasferito nel laboratorio di primo intervento nell’ex Stabilimento Florio di Favignana ed è già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. 

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Saatchi vende un’opera di Ibrahim Manama attraverso Bonhams

La Saatchi Collection, di proprietà del collezionista britannico Charles Saatchi, ha consegnato per la vendita alla casa d’aste Bonhams di Londra un’installazione di grandi dimensioni dell’artista ghanese Ibrahim Mahama. L’opera «Untitled» (2013), composta da 11 sacchi di carbone drappeggiati in fibra di juta, ha una stima compresa tra 30mila e 50mila sterline. Il lavoro, attualmente esposto sul sito web di Charles Saatchi, sarà proposto nella vendita di arte moderna e contemporanea del prossimo 16 ottobre. È stata esposta per la prima volta nella mostra «Pangaea: New Art from Africa to Latin America», alla Saatchi Gallery di King’s Road, Londra, ed è ora in mostra da Bonhams, New Bond Street, fino al 29 agosto.

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La nuova opera di Velasco per il parco di Arte Sella a Borgo Valsugana

Una nuova opera, a firma di Velasco Vitali, o semplicemente Velasco, sarà inaugurata il 31 agosto nel parco di Arte Sella, nel comune di Borgo Valsugana in provincia di Trento. Nato sperimentalmente nel 1986 nei limiti del parco di Villa Strobele, dal 1989 il parco di Arte Sella si è diffuso nell’area di Malga Costa in fondo alla val di Sella con una serie opere ambientali monumentali. Sono più di 300 gli artisti che hanno contribuito in questi quarant’anni con i loro progetti: tra questi figurano la «Cattedrale Vegetale» di Giuliano Mauri, «Teatro di Arte Sella - Il cubo» di Rainer Gross, il «Terzo Paradiso - La trincea della pace» di Michelangelo Pistoletto, «Trabucco di montagna» di Arne Quinze, «Radice comune e simbiosi» di Edoardo Tresoldi, «Physis» di Arcangelo Sassolino o «Lo Stilo» di Giannandrea Gazzola. Sabìr è il titolo della nuova installazione concepita da Velasco, che si è ispirato alle cupole che caratterizzano l’architettura del Mediterraneo, usando una parola che indica il linguaggio dei corsari, un misto di italiano, spagnolo e arabo, «un ponte verbale, spiega l’artista, che permetteva ai marinai dei vari porti del Mediterraneo di comunicare fra loro». La cupola di Velasco, rivestita di seimila «scandole», le scaglie di larice utilizzate in area alpina con la funzione di tegole o di rivestimento, emerge da una duna di sale a simboleggiare un ponte tra i picchi alpini e l’area mediterranea. Le scandole sono state dipinte con colori accesi come quelle di maiolica colorata dell’architettura mediterranea, ma una ventina di esse sono di legno anomalo e neutro, ricavato dal barcone rinvenuto il 3 ottobre 2013 sulle spiagge di Lampedusa: sono venti come i venti dispersi in mare che erano a bordo. In ricordo di tutti i naufragi.

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Il bando «Premio Mendrisio» 2024 per studiosi italiani di storia dell’architettura

Il Ministero della Cultura (MiC) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), insieme all’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, hanno bandito la seconda edizione del «Premio Mendrisio», un programma sui temi dello studio della storia dell’architettura rivolto a giovani studiosi italiani. I vincitori del premio trascorreranno un periodo di sei mesi a Mendrisio (febbraio 2025-luglio 2025) per approfondire gli strumenti per lo studio dell’architettura contemporanea. Gli studiosi vincitori parteciperanno inoltre alle attività culturali organizzate dall’Iic Zurigo e dalla Fondazione Archivio del Moderno. Le attività da svolgere presso la Fondazione Archivio del Moderno saranno orientate dai referenti della stessa in accordo con la Direzione Generale Creatività Contemporanea. Gli studiosi selezionati potranno scegliere tra due diversi tipi di attività: Ordinamento e ricerca sugli archivi conservati presso l’Archivio del Moderno; oppure, Partecipazione ai progetti di ricerca in corso presso l’Archivio del Moderno. La scadenza per la presentazione delle domande è il 12 settembre. In palio due borse di studio di sei mesi che prevedono: un assegno mensile di 2mila euro; biglietto aereo; alloggio; copertura assicurativa per le spese sanitarie; e registrazione presso le autorità del Canton Ticino. 

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Un’intervista alla direttrice del Museo de Bellas Artes di Santiago del Cile

Antonia Laborde del quotidiano «El País» ha intervistato Varinia Brodsky, la direttrice del Museo de Bellas Artes di Santiago del Cile (una raccolta di 6mila pezzi, composta da opere prevalentemente della seconda metà dell'Ottocento e della prima metà del XX), un museo che, come altre istituzioni culturali internazionali, conosce un periodo di riallineamenti e di revisione di posizioni, a partire dalle istanze del #metoo, di Black Lives Matter e delle minoranze Lgbtqia+. La principale vetrina delle arti visive del Paese sudamericano cavalca queste onde revisioniste. «Stabilire storie a senso unico non è affatto la nostra posizione», dice la funzionaria. L’intervista è completamente leggibile sul sito di «El País». 

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Le borse di studio 2024 della Joan Mitchell Foundation per 15 artisti

La Joan Mitchell Foundation ha annunciato i 15 artisti scelti per le borse di studio 2024, che prevedono 60mila dollari di sovvenzioni non vincolate per un periodo di cinque anni. Gli artisti scelti quest’anno per il programma di borse di studio sono Scott Anderson, Michaela Pilar Brown, Victoria Burge, Peggy Chiang, Ruby Chishti, Sharif Farrag, Emilie Louise Gossiaux, André Leon Gray, Joe Harjo, Rebecca Morris, Gamaliel Rodríguez, Abigail Kahilikia Romanchak, Rupy C. Tut, Yvonne Wells e Sandy Williams IV. Un comunicato stampa sottolinea che il gruppo lavora «con una varietà di media nei campi in evoluzione della pittura e della scultura», come il disegno, la stampa, le tecniche miste e l’arte installativa. Due artisti, aggiunge la fondazione, sono autodidatti. 

Redazione, 23 agosto 2024 | © Riproduzione riservata