NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 23 LUGLIO 2024

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MARTEDÌ 23 LUGLIO 2024

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Dall’alto in senso orario: alcune delle precedenti scoperte rinvenute nel sito di archeologico di Sanxingdui; Refik Anadol, fotogramma da Living Arena (2024) Foto Iwan Baan, per gentile concessione di Intuit Dome; un particolare della «Pala di Santa Cecilia» di Luca Signorelli; una mostra di Domink Di Meo da Thomas Dane, Londra

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San Pietroburgo, condannata per proteste antigovernative Anastasia Dyudyaeva

Il 18 luglio un tribunale militare di San Pietroburgo ha emesso una sentenza di condonna per l’artista Anastasia Dyudyaeva e per suo marito Aleksandr Dotsenko, costretti a scontare più di tre anni in una colonia penale con l’accusa di «incitamento pubblico ad attività terroristiche». Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, Dyudyaeva è la seconda artista russa condannata per avere protestato contro la guerra (in un supermercato). La coppia aveva messo dei testi in ucraino su alcuni prodotti, tra cui una confezione di caramelle. Dyudyaeva aveva già partecipato in passato a mostre clandestine contro la guerra, tra cui una tenutasi in un appartamento nella regione di San Pietroburgo, perquisito dalla polizia. «Credo semplivemente di riflettere la realtà nelle mie opere: oggi vengo giudicata per essere un’artista, per la mia creatività», ha affermato. Il 13 luglio un tribunale di Tomsk in Siberia ha inoltre condannato la ventunenne illustratrice di anime Tatiana Laletina a nove anni di prigione per tradimento di Stato, una pena esemplare avvenuts in seguito a una donazione di 30 dollari erogata dall’artista a favore di una fondazione ucraina il primo giorno del conflitto. A giugno è stato anche aperto un caso di tradimento di Stato contro l’artista Irina Izamailova, accusata di aver collaborato con i servizi speciali ucraini.

 

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Londra, attivisti davanti alla Tate difendono libertà di stampa in Israele

Una folla di dimostranti si è radunata il 21 luglio davanti alla Tate Modern per protestare contro il filantropo delle arti Len Blavatnik, l’imprenditore che ha donato 50 milioni di sterline per l’ampliamento del museo nel 2016. Il gruppo di attivisti, noto come WeDemocracy, ha denunciato i cambiamenti di personale e di programmazione di Channel 13, emittente israeliana di proprietà del miliardario nato in Ucraina. Blavatnik è infatti il principale azionista di Channel 13, il canale israeliano che ha nominato l’ex politica Yulia Shamalov-Berkovich come amministratore delegato e cancellato un popolare programma di notizie investigative, che spesso coinvolgevano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «Sir Leonard Blavatnik crede nell’importanza della libertà di stampa in Israele e nel mondo. Ha investito una notevole quantità di denaro nel canale televisivo israeliano per salvaguardarne l’esistenza e assicurare il futuro del giornalismo libero e imparziale. Il canale non ha mai avuto un programma politico, come prevede la legge in Israele, e lui non ha mai avuto un contributo editoriale», ha dichiarato la controparte.

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Venezia, controversi i primi feedback sul biglietto di ingresso

Soddisfazione espressa venerdì scorso in conferenza stampa dal sindaco Luigi Brugnaro per il grande successo dei primi mesi due mesi e mezzo di ticket di ingresso (5 euro) pensato per salvaguardare la fragile città lagunare da troppo ingenti flussi turistici. Gli introiti correlati per le casse comunali ammontano a oggi a 2,43 milioni di euro, triplicando le stime previste di 700mila euro. Secondo alcuni osservatori, l’introduzione della tassa, motivata dalla necessità di limitare gli ingressi turistici, non avrebbe dunque raggiunto il suo scopo. Alcuni funzionari comunali fanno però notare che al momento non sarebbero tuttavia disponibili dati sufficienti per confrontare i flussi di quest’anno con quelli degli anni passati. Un rapporto dettagliato è previsto e atteso per l’autunno.

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Pandora VIII: conclusa l’operazione con 85 arresti per 6.400 opere recuperate in più di venti Paesi europei

Si è svolta con migliaia di controlli su una ventina di Paesi europei, coordinata da Interpol ed Europol, l’operazione Pandora VIII, che ha portato all’arresto di 85 persone e al recupero di 6.400 pezzi trafugati, da reperti archeologici a dipinti agli undici oggetti in oro sciiti rubati in Ucraina del valore stimato di circa 65 milioni di euro. Alle operazioni hanno partecipato l’Albania, l’Austria, la Bosnia-Erzegovina, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Croazia, Cipro, la Francia, la Germania, la Grecia, l’Irlanda, l’Italia, la Lettonia, Malta, il Montenegro, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Polonia, il Portogallo, la Romania, la Spagna, la Serbia, la Svezia, l’Ucraina e il Regno Unito. Fondamentale nell’attività di monitoraggio il sostegno della «Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti», gestita dai Carabinieri TPC, che ha garantito un esteso controllo del web permettendo l’individuazione di beni culturali di sospetta provenienza. Le opere recuperate in Italia sono 2.536 per un valore complessivo di 308.700, euro, tra queste un’urna cineraria del periodo villanoviano (IX-VIII secolo a.C.), 5 monete in argento di epoca romana repubblicana, risalenti al I secolo a.C, e anche un’opera polimaterica contraffatta, falsamente attribuita ad Alberto Burri.

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Los Angeles, sei opere di arte pubblica nella nuova arena da 2 miliardi di dollari degli LA Clippers

A Inglewood, Los Angeles, in California, l’Intuit Dome, la nuova arena da 2 miliardi di dollari che ospiterà le partite della squadra di basket dei Los Angeles Clippers, si è dotata di sei opere di Refik Anadol, Glenn Kaino Patrick Martinez, Michael Massenburg, Kyungmi Shin e Jennifer Steinkamp, più un’altra di Charles Gaines in arrivo, per un valore complessivo di 11 milioni di dollari. Il progetto, curato da Ruth Berson, già curatrice capo al San Francisco Museum of Modern Art, è stato inaugurato l’11 luglio. L’arte pubblica dell’Intuit Dome soddisfa il requisito percentuale che impone all’arte di bilanciare i progetti di costruzione commerciale nella contea. Le due opere più grandi sono «Living Arena» di Anadol, uno schermo LED alto 12 metri e largo 22 metri, con immagini di voli aerei e di una partita di basket realizzate con l’intelligenza artificiale, e «Swoosh» di Steinkamp, una gigantesca installazione composta di pannelli luminosi a forma di diamante che ricoprono interamente il campo da gioco dell’Intuit Dome. Il primo evento pubblico, intanto, non sarà una partita di basket, il campionato ripartirà infatti in autunno, ma un concerto di Bruno Mars il 15 agosto.

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Sanxingdui, Cina, scoperto un laboratorio di giada e pietra di 3.400 anni

Un sito dedicato alla lavorazione di manufatti in giada e pietra, risalente a oltre 3.400 anni fa, sarebbe la fonte delle reliquie culturali precedentemente scoperte tra le rovine di Sanxingdui, antica città dell’Età del bronzo scoperta nel 1987, nella provincia sud-occidentale del Sichuan in Cina. Gli archeologi hanno identificato questa nuova area con un laboratorio di produzione di giada e pietra, svelando così la fonte delle reliquie culturali precedentemente scoperte sul posto: oltre a bronzi comprendevano materiali grezzi in giada e pietra, materiali di scarto, frammenti e pezzi finiti. «Situata circa un chilometro a nord delle fosse sacrificali precedentemente dissotterrate, questa ultima scoperta segna un progresso significativo negli scavi archeologici di Sanxingdui, facendo luce sulle origini delle grandi quantità di materie prime trovate a Sanxingdui, sulle tecniche utilizzate per la loro lavorazione e sui processi di produzione e di distribuzione» ha affermato Ran Honglin, responsabile del team di archeologi al lavoro nel sito.

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Giugliano, nuove scoperte nella tomba del Cerbero

Nel sarcofago rimasto chiuso duemila anni rinvenuto un corpo inumato in posizione supina, sepolto con il suo corredo con unguentari e strigili. Il tutto perfettamente conservato. Una nuova scoperta in attesa che riprendano gli scavi nella necropoli circostante (nel napoletano) e le attività di restauro degli affreschi, entrambi finanziati dal Ministero della Cultura. «La Tomba del Cerbero continua a fornire preziose informazioni sul territorio flegreo nei pressi di Liternum, ampliando la conoscenza del passato, e offrendo opportunità per ricerche anche di carattere multidisciplinare, ha commentato il soprintendente Mariano Nuzzo. Negli ultimi mesi, infatti, le analisi di laboratorio condotte sui campioni prelevati in corrispondenza degli inumati e dei letti deposizionali hanno restituito una notevole quantità di dati circa il trattamento del corpo dei defunti e il rituale funerario messo in atto, arricchendo notevolmente il panorama delle nostre conoscenze». La prosecuzione delle indagini archeologiche e delle attività di campionatura e analisi in laboratorio nei prossimi mesi consentirà di raccogliere ulteriori dati non solo dall’ipogeo, ma anche dalla necropoli circostante, utili a ricostruire il panorama storico e sociale di una comunità antica.

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Museo Egizio, atteso l’incontro tra Zahi Hawass e il ministro Sangiuliano

Continuano le voci sul Museo Egizio di Torino e su una possibile nomina, da parte del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, di Zahi Hawass ai vertici della direzione o della presidenza della Fondazione Museo Egizio. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Hawass, domani, 24 luglio, l’archeologo egiziano incontrerà il ministro Gennaro Sangiuliano. «Sarei felice di accettare questo incarico, avrebbe dichiarato, e lavorerei per fare di Torino uno dei più importanti musei del mondo come ho fatto con il Grande museo egizio e il Museo della civiltà, entrambi al Cairo». Di diverso parere l’archeologo Giuliano Volpe, che in un articolo apparso sull’Huffpost il 20 luglio si domanda se sia «opportuno sostituire un direttore brillante, capace, stimato a livello italiano, proiettato nel futuro o una presidente di grande prestigio ed esperienza con Zahi Hawass, che rappresenta il passato dell’egittologia, dell’archeologia e della museologia? Quella di Hawass è un’archeologia e una museologia di un mondo che non esiste più». Non resta che aspettare l’esito dell’incontro di domani.

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Città di Castello apre al pubblico il restauro della «Pala di Santa Cecilia» di Luca Signorelli

«Un laboratorio aperto tra arte e Città di Castello, in provincia di Perugia» è il titolo del programma che rende accessibile al pubblico il restauro della «Pala di Santa Cecilia» di Luca Signorelli (1441-1523), grazie a Università eCampus, tramite Art Bonus 2023-24. L’opera, danneggiata anche dai generali napoleonici che la volevano al Louvre e scampata al furto solo per le sue ingenti dimensioni, si trova nella Pinacoteca comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, dove i visitatori dal 22 luglio seguono le fasi di lavoro iniziati dal restauratore Paolo Pettinari. Grazie alla collaborazione con la ricercatrice del Cnr Francesca Rosi, e l’Università degli Studi di Perugia attraverso il laboratorio mobile Molab dell’Infrastruttura E-Rihs (European research infrastructure for heritage science) è iniziata la campagna di indagini diagnostiche per raccogliere dati scientifici senza utilizzare i prelievi di materia originale. Il cantiere è stato visitato dal massimo esperto di Luca Signorelli, Tom Henry che nel 2023, nel cinquecentenario della morte dell’artista, ha riunito ed esposto trenta dei suoi capolavori.

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Al Metropole di Venezia si parla di architettura con Stefano Bucci

Mercoledì 24 luglio alle 17 all’Hotel Metropole di Venezia incontro con l’autore Stefano Bucci per la presentazione del suo volume L’architettura ha tante anime. Conversazioni, edito da Allemandi, una storia dell’architettura contemporanea raccontata dagli architetti, attraverso trentaquattro interviste realizzate da Bucci per il «Corriere della Sera». Un lungo itinerario di incontri avvenuti in occasioni importanti, come nel caso di Zaha Hadid, intervistata a Milano nel 2004 subito dopo aver ricevuto la notizia dell’assegnazione del Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura, attribuito per la prima volta a una donna. L’autore sarà in conversazione Enrico con il giornalista Tantucci.

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Lagos, Nigeria, Fola David firma il disegno più grande del mondo

Il medico e artista nigeriano Fola David ha realizzato su una tela di circa mille metri il disegno più grande del mondo. Esponente dell’iperrealismo, Davis è il più importante speedpainter nigeriano, capace di creare ritratti dal vivo sul palco e a testa in giù in circa 5 minuti. Già noto al pubblico italiano ed europeo per avere partecipato a The Others Fair e per essere nel catalogo di Saatchi Art, è autore di un’arte collegata con le imperfezioni e i problemi di salute globali. L’opera da Guinness World Record è stata realizzata a partire dal 16 luglio nello stadio Onikan a Lagos. Ad ammirarlo durante l’esecuzione  l’ex governatore e candidato alla presidenza del 2023 Peter Obi, l’assistente speciale senior per i nuovi media dello Stato di Lagos, e gli studenti dell’Università di Lagos, tra gli altri. Il precedente record era dell’artista indiano Ravi Soni.

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Addio a Gemma Sena Chiesa

Professoressa emerita di Archeologia classica presso l’Università degli Studi di Milano, si è spenta il 21 luglio all’età di 95 anni Gemma Sena Chiesa (1929), titolare della cattedra di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana e direttrice della Scuola di Specializzazione presso l’ateneo milanese dove si sono formate generazioni di archeologi. Nel corso della sua autorevole carriera, si è occupata a lungo di glittica, divenendo un punto di riferimento internazionale nello studio delle gemme intagliate di età romana. Tra i suoi saggi più recenti dedicati all’argomento si ricorda «Gemme antiche. Arte lusso e potere nella Roma dei Cesari» (Carocci, 2023), presentato nell’aprile scorso alla Fondazione Luigi Rovati di Milano.

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Addio a Dominick Di Meo

È scomparso a 97 anni Dominick Di Meo, protagonista della scena artistica nella Chicago degli anni Sessanta, in controtendenza con la Pop art e il Minimalismo che dominavano la cultura newyorchese negli stessi anni. Il suo lavoro è stato caratterizzato da un progressivo riavvicinamento alla figurazione. Studente alla School of the Art Institute di Chicago, si ispirava alle avanguardie di inizio Novecento, in particolare Dadaismo e Surrealismo. «Fonte di ispirazione per gli artisti delle generazioni successive, tra cui Jim Nutt, Gladys Nilsson e Art Green, Di Meo è una delle figure chiave della transizione di Chicago e un artista di immenso potere e sensibilità. I suoi primi dipinti e disegni raffiguravano figure stressate, esistenzialmente tormentate. Fu profondamente commosso dai suoi incontri con le catacombe del Messico e di Roma, e le sue immagini cupe e inquietanti iniziarono ad acquisire una serie di icone comuni, che includevano teschi e arti e ossa disarticolati», ricordano dalla sua galleria Corbett vs. Dempsey di Chicago. Tra i suoi estimatori Hans Ulrich Obrist.  

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Addio a Sergio Ragalzi

Ci lascia all’età di 73 anni Sergio Ragalzi, artista torinese che esordì sulla scena dell’arte italiana nel 1984 con «Extemporanea», la mostra che allo stesso tempo consacrò la sua attività e la riapertura della galleria romana l’Attico di Fabio Sargentini. Alcune sue opere furono successivamente presentate durante l’esposizione «L’Italie d’Aujourd’hui» al Centre Nationale d’Art Contemporain di Nizza a cura di Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Antonio Del Guercio e Filiberto Menna. Sin dall’inizio della sua carriera artistica si denota un’attenzione nazionale e internazionale nei confronti delle sue opere, esclusivamente dipinte di nero e contraddistinte da forme geometriche volte alla stilizzazione delle figure (da insetti e farfalle a elementi più astratti come ombre e virus). Negli ultimi anni collaborò con Franz Paludetto e il figlio Davide, che gli dedicò la mostra personale «Sergio Ragalzi - Virus 1988» nel 2019 e lo incluse nella collettiva «Home Sweet Home» dello stesso anno.

Redazione, 23 luglio 2024 | © Riproduzione riservata