NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 25 LUGLIO 2024

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GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2024

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Dall’alto in senso orario: «Wish You Were Gay» di Anne Imhof; Il West Kowloon Cultural District a Hong Kong; Un particolare degli iris di Van Gogh oggetto della ricerca conservativa al Getty Center di Los Angeles: Un particolare della scultura di Shane Perley-Dutcher nei Coastal Maine Botanical Gardens a Boothbay, nel Maine

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Venezia, dal Qatar 50 milioni di euro per la conservazione della città e per un nuovo padiglione ai Giardini

Il Comune di Venezia ha ricevuto dal Qatar 50 milioni di euro da destinare alla salvaguardia della città lagunare minacciata dall’innalzamento del livello del mare. Nel protocollo di cooperazione siglato ieri anche la proposta per un nuovo padiglione nazionale ai Giardini. Così il Qatar si aggiunge all’Egitto come secondo Paese arabo con un proprio Padiglione. «Questa importante donazione è un segno concreto di come il Qatar voglia contribuire alla conservazione di una città unica al mondo e in prima linea negli effetti dei cambiamenti climatici. In Giunta, è stata anche approvata la concessione della proprietà e la revisione del piano degli interventi per la costruzione del nuovo padiglione del Qatar presso i giardini napoleonici. Si tratta di un vero investimento, oltre alla donazione, per creare nell’area Biennale un luogo privilegiato per lo scambio di culture che, con le loro diverse espressioni, fungono da canale di cooperazione e comprensione reciproca. Questo è il risultato di un lungo processo, in accordo sia con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che con il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, sia con il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani», ha dichiarato il sindaco del Comune di Venezia Luigi Brugnaro. «La Biennale di Venezia è storicamente il termometro della geopolitica. La lettura del mondo e delle sue trasformazioni vede in Doha, oggi, la tensione artistica coerente con la ragione propria della Fondazione La Biennale di Venezia», conclude il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco.

02

Hong Kong, lanciato un salvagente finanziario al mega polo artistico di West Kowloon

Il West Kowloon Cultural District (4,4 milioni di visitatori nel 2023-24), un polo artistico nella penisola di Kowloon a Hong Kong, ha ricevuto un’ancora di salvezza dal Consiglio esecutivo regionale, che ha garantito ulteriori finanziamenti necessari alla sua sopravvivenza, attraverso la vendita di complessi residenziali sul sito. Esteso su 40 ettari lungo Victoria Harbour, il distretto culturale ospita il museo M+ di cultura visiva contemporanea, l’Hong Kong Palace Museum e due sedi per le arti performative, lo Xiqu Centre e il Freespace. Il Lyric Theatre Complex è invece ancora in costruzione, apertura prevista nel 2026. La precedente dotazione concessa nel 2008 dal Governo di Hong Kong (equivalente 2,8 miliardi di dollari americani) era destinata a esaurirsi entro marzo 2025. Gli accordi «aiuteranno a rafforzare la posizione strategica di Hong Kong come centro di incontro e scambio culturale internazionale tra Oriente e Occidente», spiegano dal Governo. WKCDA ha contribuito con circa 6,8 miliardi di dollari di Hong Kong al prodotto interno lordo.

 

03

Da viola a blu, gli iris di Van Gogh hanno cambiato colore

Uno studio del Getty Center di Los Angeles ha presentato le ricerche condotte sul celebre dipinto che ha nelle sue collezioni dal 1990. Intitolata «Ultra-Violet: New Light on Van Gogh’s Irises», la ricerca, come l’omonima mostra, ha permesso di esaminare l’opera «dal punto di vista della moderna scienza della conservazione. La comprensione della luce e del colore da parte dell’artista ha influenzato la sua pratica pittorica. Restauratori e scienziati che lavorano insieme possano ora sfruttare il medesimo potere della luce con strumenti analitici in grado di svelare i materiali e i metodi di lavoro dell’artista. Lo studio ha rivelato come la luce abbia cambiato in modo irrevocabile alcuni dei colori in Iris. Un dipinto che pensavamo di conoscere così bene è improvvisamente diventato piuttosto estraneo», hanno spiegato i ricercatori. Le tecniche utilizzate, tutte non invasive, sono state la spettroscopia a fluorescenza a raggi X, che ha fatto emergere la presenza di un pigmento rosso chiamato lacca di geranio. Van Gogh aveva creato il viola mescolando blu e rosso, ma la lacca di geranio è altamente sensibile alla luce e destinata a sbiadire drasticamente. Nel tempo, il rosso è quasi scomparso, lasciando l’impressione di iridi dipinte con una macchia di blu.

04

Stati Uniti, accordo per il recupero di un Picasso da 1,2 milioni e di altri beni legati al fondo a 1MDB

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato un accordo con Jasmine Loo Ai Swan, ex consigliere generale del fondo (1Malaysia Development Berhad (1MDB), creato dal Governo malese nel 2009 per promuovere lo sviluppo economico del Paese attraverso investimenti esteri. L’accordo prevede il recupero del disegno di Picasso «Trois femmes nues et buste d’homme» (1969), comprato per 1,2 milioni di dollari da Christie’s a New York nel 2014. Il Dipartimento di Giustizia ha anche ottenuto ordini di confisca per opere di Vincent van Gogh, Claude Monet, Jean-Michel Basquiat e Diane Arbus, che sarebbero sempre state acquistate con denaro dal fondo da Low. Low avrebbe anche acquisito gioielli con diamanti. Nel 2016 Leonardo DiCaprio si era offerto di consegnare un collage di Basquiat da 9 milioni di dollari e un dipinto di Picasso da 3,2 milioni di dollari all’FBI dopo essere venuto a conoscenza dell’indagine. Le due opere erano infatti state regalate a Di Caprio da individui coinvolti nell’indagine (1MDB era tra i finanziatori del film del 2013 «The Wolf of Wall Street» dove recitava l’attore).

 

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Bruxelles, al via il nuovo capitolo dei Musées Royaux des Beaux-Arts

Composti da Old Masters Museum, Magritte Museum, Fin-de-Siècle Museum, Modern Museum, Wiertz Museum e Meunier Museum, i Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique sono ora ufficialmente diretti da Kim Oosterlinck, professore di finanza che succede a Michel Draguet, dimessosi lo scorso aprile in seguito alle accuse di cattiva gestione e molestie nei confronti del personale. «La visione strategica in cui propongo di inquadrare i musei riaffermerà la loro missione sociale, prestando particolare attenzione alle questioni di diversità, uguaglianza, inclusione, accessibilità e sostenibilità», ha affermato Oosterlinck durante la recente cerimonia di insediamento. Nella sua lista di cose da fare c’è anche la ristrutturazione da 30 milioni di euro iniziata 20 anni fa. La prossima fase è la selezione di uno studio di architettura cui affidare il rinnovamento di un edificio di tre piani da completare entro il 2030, in concomitanza con il bicentenario del Belgio. Dovrebbe ospitare arte del XIX e XX secolo, colmando un vuoto lasciato dalla chiusura del Modern Museum nel 2011.

 

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Intelligenza artificiale, un rapporto Unesco mette in guardia sulla possibile minaccia alla memoria dell’Olocausto

Secondo un rapporto stilato dall’Unesco l’impatto dell’Intelligenza artificiale sulla storia potrebbe distorcerne l’interpretazione e la memoria e potrebbe anche riscrivere la storia dell’Olocausto. I contenuti generati dall’Ia possono fabbricare o distorcere documenti storici e amplificare pregiudizi. Individui malintenzionati e gruppi di odio continueranno a sfruttare queste debolezze per diffondere disinformazione. I giovani che si affidano sempre di più a strumenti generativi per compiere ricerche sul web e completare i compiti sono particolarmente vulnerabili. L’età media dei sopravvissuti all’Olocausto è di 86 anni, il ricordo diretto di questo genocidio sta scomparendo. Le istituzioni educative e culturali hanno il compito di proteggere i documenti storici e preservare le testimonianze per le generazioni future nella lotta contro l’odio e l’antisemitismo. Bisogna assicurarsi di utilizzare nel modo giusto le sconfinate potenzialità dell’Ia, che deve continuare ad aiutare i ricercatori a elaborare vaste quantità di dati sull’Olocausto, come succede per esempio negli Archivi Arolsen, la più completa raccolta al mondo che conserva documenti originali e oggetti di 17,5 milioni di persone perseguitate, o nel centro mondiale per la memoria dell’Olocausto di Gerusalemme, Yad Vashem, che utilizza Ia per identificare vittime ancora sconosciute. 
 

07

Bregenz, vandalizzate sei opere dell’artista tedesca Anne Imhof

Sei cartelloni pubblicitari dell’artista tedesca Anne Imhof, che ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia del 2017, sono stati vandalizzati «con un atto di aggressione violenta». Lo ha rivelato l’artista stesso con una dichiarazione pubblicata sul suo profilo Instagram il 23 luglio. I cartelloni con la scritta «Wish You Were Gay», affissi nel centro di Bregenz, in Austria, sono stati deturpati con un gesto di odio e intolleranza. Le opere erano parte della mostra dedicata all’artista dalla Kunsthaus Bregenz fino al 22 settembre. «Questo è un attacco codardo all’arte e ai nostri diritti umani. L’omofobia non ha posto nella nostra società», ha affermato Thomas Trummer, direttore del Kunsthaus Bregenz. La polizia ha aperto un’indagine sull’incidente.

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Caserta, conclusi gli ultimi restauri negli appartamenti reali della Reggia

Conclusi i lavori negli appartamenti reali della Reggia di Caserta, con gli ultimi complessi interventi nelle sale del Trono, di Marte, di Astrea e degli Argenti che Luigi Vanvitelli (1700-1773) aveva riservato esclusivamente al Re. I professionisti del «restauro acrobatico» della cooperativa Archeologia hanno lavorato ad altezze di venti metri da terra sulle pareti decorate e ai dipinti sulle volte: difficile raggiungere le pitture degradate poste tra la Cappella Palatina e la Gran Galleria. E tutto a Museo aperto e senza mai interdire il passaggio ai visitatori: sono 1.200 le stanze della Reggia di Caserta. In quelle riservate alla corte reale gli stucchi erano stati in gran parte ridipinti in epoche passate, falsi colori e modifiche cancellate e rimodellate dai restauratori. I lavori sono costati 920mila euro Sono state individuate anche numerose lesioni stuccate e molti distacchi sia superficiali sia di elementi di rilievo. Il lavoro più complesso: la ricollocazione di una grande tela di 5x10 metri attaccata alla volta in muratura della sala del Trono.

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Londra, al British Museum nuovi documenti fanno chiarezza fra donazioni e restituzioni

È il museo con la più ampia collezione di antichità cinesi al mondo e, di conseguenza, con il più alto numero di richieste di restituzioni da parte della Cina. Una nuova ricerca ha però rivelato che molte delle opere sono il frutto di precedenti donazioni o trattative svolte da funzionari cinesi nel secolo scorso. Lo storico statunitense Justin M. Jacobs ha infatti portato alla luce prove che dimostrano che «il Governo cinese li aiutò volentieri ed entusiasticamente a rimuovere questi tesori dalle loro terre, perché desideravano legami più stretti con l’Occidente e apprezzavano i nuovi studi. Queste cose non avevano le valutazioni inestimabili che oggi proiettiamo su di loro... Ho trovato nuove prove che non erano mai state esaminate prima e che cambieranno la nostra visione degli oggetti nel British Museum e in altre istituzioni» ha dichiarato al «The Guardian». E ha aggiunto nelle stesse colonne: «molti oggetti, come i bronzi del Benin, saccheggiati durante la spedizione militare britannica a Benin City nel 1897, come bottino militare hanno motivo di essere restituiti. Ma non dovremmo partire da questo per dire che tutto ciò che si trova in un museo è stato acquisito esattamente nello stesso modo immorale in cui è stato acquisito il bottino militare. Il bottino militare in realtà rappresenta una quantità piuttosto piccola dei materiali che si vedono in un museo».

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Salute mentale, uno studio evidenzia l’impatto dell’esperienza museale nel benessere psicologico

Primi risultati del progetto M.I.N.E.R.V.A. (Museo, Innovazione, Neuroscienze: Effetti Reattivi e reazioni psichiche al Valore Artistico), lo studio del Centro OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dell’Università di Verona e di Palazzo Maffei Casa Museo focalizzato sull’impatto positivo che andare al museo ha sulla nostra salute mentale e sulla riduzione di ansia e depressione. Conclusa la fase pilota avviata a Palazzo Maffei nel maggio scorso, che ha confermato con dati statisticamente significativi un miglioramento nei partecipanti in tutte le aree di indagine, si passa alla fase esecutiva il prossimo settembre, con tre visite guidate a settimana. La fase pilota ha coinvolto un campione di 36 partecipanti con un range di età tra 21-80 anni, l’ 82% di genere femminile e con un’età media di 50 anni. «Da un punto di vista clinico e delle variabili psicologiche, il campione riportava in media prima dell’inizio del percorso museale un disagio psicologico significativo nel 67% dei casi, con ansia lieve e sintomi depressivi di varia entità. A seguito del completamento dei tre incontri programmati, i partecipanti hanno evidenziato un miglioramento in tutte le aree di indagine. In particolare, si è riscontrata una riduzione statisticamente significativa dei sintomi ansiosi (p-value < 0,022) e depressivi (p-value < 0,037), nonché del disagio psicologico (p-value < 0,001). È stato inoltre osservato un incremento del benessere psicologico», spiegano i ricercatori.

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Kayakoy, un concorso per salvare l’antico villaggio turco di pietra, abbandonato e candidato Unesco

«Rivivere le rovine» è il progetto dell’Associazione italiana degli architetti per salvare «Il Museo a cielo aperto»: antico, intatto e abbandonato villaggio dalle case di pietra di Kayakoy, monumento storico nazionale immerso nel verde oggi censito tra le «Città fantasma», non lontano da Mugla (Smirne) sottratto alla speculazione edilizia da artisti e architetti turchi che si oppongono alla sua rovina. Nasce così il Concorso di idee, «Living Ruins», creato da TerraViva Competitions, con un montepremi di 7mila euro (registrazione entro il 27 settembre, consegna entro il 22 novembre 2024). Il concorso è aperto ad architetti, designer, studenti, urbanisti, ingegneri, artisti, maker e chiunque sia interessato ai campi del graphic design. La richiesta ai partecipanti è di presentare progetti in grado di garantire la conservazione, la rivalutazione e i restauri del villaggio abbandonato scelto tra gli 82 siti candidati in Turchia a patrimonio Unesco, il Paese conta a oggi 21 siti Unesco. Bando e informazioni terravivacompetitions.com

 

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Napoli, Catherine Biocca vince il quarto ALA Art Prize

«Una proposta installativa che intende rafforzare il senso di solidarietà e connessione aziendale, rivolgendosi a un pubblico privilegiato: i dipendenti di ALA, da sempre fruitori quotidiani delle opere in situ». Questa la motivazione con la quale Catherine Biocca (Roma 1984) ha vinto con il progetto «Cloudy Care» la quarta edizione di ALA Art Prize, promosso dall’azienda leader nella logistica avanzata e nella distribuzione di componenti meccanici per il mercato aerospaziale e aeronautico, guidata da Fulvio Scannapieco e Vittorio Genna. Per la prima volta è stata assegnata anche una menzione speciale, conferita a «Partitura della nascita» di Veronica Bisesti (Napoli 1991). I due progetti riflettono sul tema scelto della cura, «Notes on taking care», e sono stati selezionati da un comitato scientifico composto da Giovanni Carmine, Eugenio Viola, Alessia Volpe e dalla Commissione ALA, formata da dipendenti e management dell’azienda. Le opere di Biocca e Bisesti verranno realizzate con i premi produzione. Il lavoro di Biocca sarà presentato il prossimo 28 ottobre nella sede ALA alla Mostra d’Oltremare, entrando nella collezione dell’azienda.

 

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Boothbay, Tsouhlarakis e Perley-Dutcher nei Coastal Maine Botanical Gardens

Inaugurate due nuove sculture site-specific nei Coastal Maine Botanical Gardens a Boothbay, nel Maine (Stati Uniti). Realizzate durante una residenza svoltasi nel mese di luglio da Anna Tsouhlarakis, artista interdisciplinare di origine Creek e greca iscritta alla Navajo Nation, e Shane Perley-Dutcher, artista multimediale e argentiere della Neqotkuk Wolasqiyik (Tobique First Nation) nel New Brunswick, Canada. Le sculture sono state commissionate dai Coastal Maine Botanical Gardens e dall’Indigo Arts Alliance (IAA), l’organizzazione non profit e residenza artistica con sede a Portland, nel Maine, che supporta artisti neri e di colore. Le opere parlano della difesa dell’ambiente e delle culture indigene. I Coastal Maine Botanical Gardens e IAA hanno svelato le sculture degli artisti il 20 luglio durante «Deconstructing the Boundaries: The Land Fights Back», un simposio che ha esplorato le esperienze delle comunità Bipoc con la terra: «Quella con i Coastal Maine Botanical Gardens è una straordinaria collaborazione che ci offre un’opportunità unica per esaminare e rivalutare il nostro rapporto con la terra che occupiamo», ha affermato Jordia Benjamin, direttrice esecutiva dell’IAA, dove Tsouhlarakis e Perley-Dutcher hanno svolto la residenza per eseguire le due nuove sculture permanenti.

 

Redazione, 25 luglio 2024 | © Riproduzione riservata