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Giorno per giorno GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 26 MARZO 2025

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MERCOLEDÌ 26 MARZO 2025

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: una veduta aerea di Venezia (foto tratta da Wikipedia); una veduta del Castello D’Albertis dal Palazzo del Principe (foto tratta da Wikipedia; foto di Zairon | CC BY SA 4.0); il facsimile del bassorilievo assiro scoperto nel 2019 e installato permanentemente all’Università di Udine; un ritratto di Philippe Costamagna

01

Secondo uno studio dell’Ingv, entro il 2150 Venezia potrebbe essere sommersa

Entro il 2150 Venezia potrebbe essere sommersa. Uno studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Ingv ipotizza un livello medio di marea in laguna tra i 129 e i 157 cm e tra i 150 e i 157 alle tre bocche di porto. «Durante gli eventi estremi, il livello del mare può temporaneamente salire di due metri, si legge nello scritto. Dunque, il livello di marea supererebbe i tre metri. Con questi livelli, la funzionalità del Mose non riuscirebbe più a proteggere Venezia intorno al 2100, esponendo l’intera laguna alle inondazioni in caso di eventi di alta marea estremi». Lo studio multidisciplinare «Multi-Temporal Relative Sea Level Rise Scenarios up to 2150 for the Venice Lagoon» è stato pubblicato sulla rivista scientifica «Remote Sensing». È partito dalle proiezioni climatiche più aggiornate dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) e dai dati geospaziali disponibili per creare diversi scenari su che cosa potrà accadere alla città nel contesto dell’innalzamento globale dei mari. «I dati suggeriscono che è necessario intraprendere prima possibile degli aggiornamenti alla pianificazione territoriale e ai piani di rischio da parte dei decisori politici e degli enti locali, con azioni concrete per proteggere Venezia e la sua laguna, osserva il coordinatore della ricerca Marco Anzidei. Solo attraverso una gestione responsabile e consapevole sarà possibile preservare la città, la sua popolazione e un patrimonio culturale unico al mondo dalle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare atteso nei prossimi decenni».

02

Terminati i lavori di restauro conservativo di Castello D’Albertis a Genova

A Genova si sono conclusi gli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro conservativo di Castello D’Albertis, la dimora che dal 2004 ospita il museo delle Culture del Mondo. Costruito tra il 1886 e il 1892 su fortificazioni cinquecentesche, il castello è stato donato alla città dal capitano Enrico Alberto D’Albertis, insieme alle sue collezioni di arte e reperti etnografici. L’intervento di restyling, per un importo di 910.217 euro finanziati con i fondi Pnrr, è stato possibile grazie al «Piano Caruggi». Sono stati eseguiti l’impermeabilizzazione della copertura piana del terrazzo e i restauri conservativi della struttura, sono stati recuperati i serramenti in legno e i vetri. Inoltre, si è provveduto al restauro dei parquet della sala Colombiana e dei decori pittorici della sala delle Meridiane, danneggiati nel corso degli anni dalle infiltrazioni. Anche gli intonaci delle sale espositive sono stati restaurati, restituendo vitalità e splendore agli spazi che custodiscono le collezioni.

03

Le dimissioni del presidente e del direttore generale della Fondazione Agrigento 2025

Dopo giorni di guerre intestine nel team delegato alla progettazione degli avvenimenti legati alla promozione di «Agrigento 2025 Capitale della Cultura», si sono dimessi dagli incarichi sia Giacomo Minio, presidente della fondazione «Agrigento 2025», sia il suo direttore generale, Roberto Albergoni. Due decisioni clamorose «indotte dalle intestine guerre politiche che rappresentano il passo indietro dopo l’approvazione del bilancio», scrive «la Repubblica» di Palermo. «Lascio il mio incarico con la consapevolezza di aver garantito le condizioni per l’attuazione del programma», dichiara Albergoni. Per parte sua, Minio ha spiegato che lascia l’incarico su richiesta del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, «per favorire un avvicendamento squisitamente politico», ha dichiarato. La Fondazione era stata istituita nell’agosto del 2023 per occuparsi dei progetti per l’anno di Agrigento capitale italiana della cultura, che poi sono partiti al rallentatore, con gravi ritardi sui tempi e continue polemiche. Nel frattempo, la Regione Sicilia ha stilato un elenco degli interventi urgenti ancora da realizzare in città, tra cui la manutenzione delle strade e quella del sistema di approvvigionamento idrico delle strutture ricettive del centro storico, prenotate da mesi da visitatori internazionali.

04

Installato permanentemente all’Università di Udine il facsimile di un bassorilievo assiro scoperto nel 2019

È stata inaugurata oggi 26 marzo nell’atrio di Palazzo Antonini, sede storica della facoltà di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Udine (prima in Italia), l’installazione permanente di una copia a dimensioni reali di uno dei tredici bassorilievi assiri riscoperti nel 2019 presso una sponda del canale di Faida, nel Kurdistan iracheno, non lontano dall’antica Ninive, durante le ricerche condotte fin dal 2012 dagli studiosi dello stesso ateneo. La replica, che misura 4,8 per 1,6 metri ed è stata realizzata in materie plastiche con un rilievo 3D dall’artista udinese Serena Del Piccolo, riproduce millimetricamente, difetti e lacune compresi, ogni dettaglio dell’originale, risalente al VII secolo a. C. (circa 2.700 anni fa) ed è parte di una raffigurazione che descrive un sovrano assiro in preghiera di fronte alle statue delle sette maggiori divinità dell’impero assiro. Appesa al muro nel secondo atrio del palazzo, la copia è accompagnata fino al 28 aprile da una mostra illustrativa e può ora essere ammirata dagli studenti e dal pubblico. Frutto della collaborazione tra diversi enti, Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università, Civici Musei, Comune di Udine, Fondazione Friuli, Regione Friuli-Venezia Giulia il progetto Terra di Ninive, condotto fin dall’inizio da Daniele Morandi Bonacossi, era stato insignito del Khaled al-Asaad International Archaeological Discovery Award 2019.

05

Philippe Costamagna sarà responsabile dei musei Fragonard a Grasse e presto di un nuovo museo della moda ad Arles

Lo storico dell’arte Philippe Costamagna (Nizza, 1959), già direttore, fino al 2024, del Musée Fesch di Ajaccio, in Corsica, è stato nominato curatore dei musei del profumiere Fragonard a Grasse (Alpi Marittime). La posizione è stata creata appositamente per lo specialista di Napoleone e di pittura italiana del Rinascimento da Agnès, Françoise e Anne Costa, fondatrici dei Musées Fragonard. Per l’occasione, precisa Costamagna, è in progetto una fondazione d’impresa. Il prossimo 6 luglio aprirà poi ad Arles il Musée de la Mode et du Costume, nell’Hôtel Bouchaud de Bussy, progettato dallo studio di architettura KO, che andrà ad aggiungersi ai tre musei Fragonard di Grasse: il Musée Jean-Honoré Fragonard, il Musée provençal du Costume et du Bijou e il Musée du Parfum. Dal 14 giugno al 12 ottobre al Musée Jean-Honoré Fragonard è in programma, tra l’altro, una mostra su «Adèle de Romance, pittrice libera (1769-1846)».

06

Oltre 2mila reperti archeologici razziati recuperati dal Nucleo Tpc dei Carabinieri

Sono stati riconsegnati al direttore del Museo archeologico nazionale dell’Umbria di Perugia oltre duemila reperti archeologici di provenienza eterogenea e di grande valore storico, recuperati nel contesto dell’operazione «Achei» della Procura della Repubblica di Crotone. Tra i reperti figurano oggetti italici, etruschi, greci e magnogreci. Questo intervento è frutto di una complessa attività d’indagine sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Tpc di Cosenza. Le indagini, svolte da maggio 2017 a luglio 2018, hanno consentito di accertare i sistematici saccheggi di più squadre di «tombaroli». L’operazione dello speciale reparto dell’Arma si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere.

07

Lo Yale Center for British Art riapre dopo due anni

Lo Yale Center for British Art (Ycba) di New Haven, nel Connecticut, sede della più grande collezione di arte britannica al di fuori del Regno Unito riaprirà il 29 marzo dopo una chiusura di due anni, dovuta a lavori di conservazione dell'edificio modernista progettato da Louis Kahn e inaugurato nel 1977. Per l'occasione, il museo statunitense presenta due mostre di artisti britannici legati alla città di Margate: J.M.W. Turner (29 marzo-27 luglio) e Tracey Emin (29 marzo-10 agosto). La ristrutturazione, costata 16,5 milioni di dollari, è stata condotta da Knight Architecture, uno studio con sede a New Haven, che ha iniziato a occuparsi del progetto Ycba nel 2008.  «L'edificio di Kahn ha resistito incredibilmente bene nei circa 50 anni trascorsi dalla sua costruzione, dichiara George Knight a “The Art Newspaper” ma, come molti altri progetti moderni, include materiali che stanno per raggiungere la fine della loro vita utile.  Amy Meyers, direttrice del museo dal 2002 al 2019, riteneva che l’edificio stesso fosse l'opera d'arte più grande e complessa della collezione, prosegue Knight. È organizzato in modo meraviglioso, ma il progetto di Kahn è difficile da gestire, perché le sue finiture sono molto rigide. Ad esempio, i pavimenti sono in travertino su cemento con moquette di lana, ma sotto il pavimento non c’è modo di inserire alcunché. Il suo ambiente interno non si presta bene alle modifiche. L'inserimento di qualcosa di apparentemente semplice come un trasmettitore wifi diventa un’impresa». Tra le caratteristiche dell’edificio ci sono i suoi 224 lucernari che forniscono illuminazione naturale. Realizzati in acrilico, dovevano essere sostituiti con cupole in policarbonato per garantire resistenza climatica ed efficienza energetica. Il nuovo tetto è ora a membrana liquida. All’interno si è passati a un’illuminazione a Led. Altri lavori hanno riguardato l’aggiornamento delle misure di sicurezza, la posa di nuovi tappeti e il restauro dei rivestimenti in legno.

08

A Palermo un progetto «artistico e umanistico» parte con una scritta luminosa di Claire Fontaine

È con una scritta luminosa di Claire Fontaine (collettivo fondato a Parigi nel 2004 da Fulvia Carnevale e James Thornhill), allestita presso gli spazi della Facoltà di Giurisprudenza in via Maqueda a Palermo, che parte oggi 26 marzo (opening dalle 15-17) «Crossing Borders. Popoli in Movimento», un progetto «artistico e umanistico» promosso dalla Fondazione Ghenie Chapels-Mecenatismo per l’Arte, a cura di Alessandra Borghese, in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo. Nei prossimi mesi il fenomeno migratorio sarà indagato attraverso le opere di sei artisti di fama internazionale: oltre a Claire Fontaine, Yuri Ancarani, Paolo Pellegrin, Francesco Vezzoli, Loredana Longo e Adrian Ghenie. L’opera di Claire Fontaine «I sommersi e i salvati» (2024) è una scritta al neon su struttura metallica blu cobalto e rosso rubino, che nelle parole degli artisti «è ispirata al titolo dell’ultimo libro di Primo Levi, in cui la sopravvivenza allo sterminio è descritta in tutta la sua problematicità. La forma della scultura luminosa evoca un’onda che circonda le parole ma anche i due binari che formano un arco attorno alla scritta “Arbeit Macht Kapital” sui cancelli di Auschwitz [...]». Le opere successive, ogni due mesi, saranno installate all’interno della Facoltà consentendo a studenti, professori e pubblico la fruizione (apertura dello spazio museale dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 17).

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250mila euro per terminare il restauro della «barca di Teodorico» a Ravenna

La Soprintendente archeologica e delle Belle Arti di Ravenna Federica Gonzato ha annunciato un finanziamento di 250mila euro da parte del Ministero della Cultura per il completamento del restauro della «Barca di Teodorico», una imbarcazione del V-VI secolo d.C. ritrovata nel 1998 a poca distanza dal Mausoleo di Teodorico (circostanza che ha dato il nome alla barca), nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Parco di Teodorico, che verrà completato, secondo le previsioni, entro la fine del 2026. Questo stanziamento si va ad aggiungere ai 2,5 milioni di euro che lo stesso Ministero decise nel 2021 per dare il via al progetto e per la realizzazione, nel Museo Classis, di locali idonei ad ospitare la barca, una volta completato il restauro. Il progetto di intervento, che risale al 2000, prevedeva, secondo i protocolli dell’epoca, una prima fase di impregnazione dei legni con soluzione a base di glicole polietilenico, necessaria per consentire la successiva fase di essiccazione e stabilizzazione del legno, evitando la formazione di collassi strutturali che avrebbero compromesso la leggibilità e la godibilità del reperto. La prima fase fu portata a completamento negli anni successivi al rinvenimento, mentre la seconda e ultima fase è rimasta in sospeso. Ora si è pianificato l’avvio dell’ultimo stadio del processo di restauro.

Leggi anche: Come si pregava e si abitava a Classe

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Ha riaperto al pubblico la Villa del Colle del Cardinale a Perugia

Il 21 marzo, nella frazione di Colle Umberto a Perugia, la Villa del Colle del Cardinale, edificata nel 1575 per volontà del cardinale Fulvio della Corgna, nipote di Papa Giulio III, su probabile disegno dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, ha riaperto le porte al pubblico in una nuova veste. Si sono, infatti, da poco conclusi i lavori di riqualificazione dei giardini, testimonianza di architettura, natura e biodiversità, finanziati del Fondo Pnrr Parchi e Giardini, per un totale di 2 milioni di euro. Il progetto si è concentrato sulla ridefinizione delle topografie ancora riconoscibili delle aree verdi esterne alla Villa, così come si sono sedimentate nell’arco dei secoli. A questo, si è aggiunto il consolidamento del Bagno del Cardinale e il restauro delle pitture interne, oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche, interventi che vedranno la conclusione nel corso del 2026.

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Un gemellaggio tra l’antica città di Petra e il Parco archeologico del Colosseo

È stato siglato l’accordo di gemellaggio per rafforzare la cooperazione culturale e turistica tra l’Autorità per lo sviluppo e il turismo dell’antica città di Petra (Petra Development and Tourism Region Authority, Pdtra) in Giordania e il Parco archeologico del Colosseo. L’intesa, firmata dal presidente del Pdtra Fares Braizat e dalla direttrice del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo, rientra nell’azione per favorire lo sviluppo della storica città giordana nel campo culturale, artistico ed economico, permettendo tra l’altro la diffusione di materiali promozionali e video all’interno del Colosseo, che accoglie ogni anno 14 milioni di visitatori. Petra ha già firmato vari accordi di gemellaggio con siti storici e d’arte tra cui l’Alhambra, il Generalife in Spagna e il Parco regionale Marturanum a Barbarano Romano (Vt), noto per le importanti tombe etrusche. L’impegno maggiore della Giordania è ottenere il «gemellaggio attivo» con le nuove sette meraviglie del mondo: la stessa Petra, il Colosseo, la Grande Muraglia cinese, Machu Picchu in Perù, il Cristo Redentore a Rio de Janeiro, Chichén Itza in Messico, il Taj Mahal in India.

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Addii • Fiorella Minervino

Si è spenta a Milano il 25 marzo a 82 anni, dopo una lunga malattia, Fiorella Minervino, giornalista, critica e storica dell’arte. I funerali si terranno giovedì 27 marzo alle 11, nella chiesa del Carmine di Milano. Professoressa di storia dell’arte moderna e contemporanea per 15 anni, Minervino è stata per un ventennio giornalista per la cultura del «Corriere della Sera», per poi passare alle pagine di «La Stampa» e di «Repubblica». Il suo ultimo articolo è uscito lo scorso dicembre, nel supplemento domenicale Robinson, in occasione del centenario della nascita dello scultore Jean Tinguely. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui monografie su Ingres, Degas, Gauguin, Seurat e il Puntinismo, l’Impressionismo, Picasso cubista.

Redazione, 26 marzo 2025 | © Riproduzione riservata