NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 27 DICEMBRE 2024

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VENERDÌ 27 DICEMBRE 2024

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Da sinistra: Babyn Yar, sito ucraino teatro nel 1941 di un eccidio nazista, posto ora sotto «protezione rafforzata» dall’Unesco (foto Nataliia/Adobe Stock); alla salvaguardia di Pompei ora contribuirà anche un’app; « Blind street singer with accordion, children watching» (1949) di Robert Frank, uno degli scatti del fotografo acquisiti dal Museum of Fine Arts di Boston (Gift of The June Leaf and Robert Frank Foundation. © The June Leaf and Robert Frank Foundation; cortesia del Museum of Fine Arts, Boston); l'opera di Michelangelo Pistoletto dell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Foto Maurizio Zambito

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L’Unesco rafforza la protezione del patrimonio culturale in Ucraina

L’Unesco ha intensificato le misure di salvaguardia del patrimonio culturale in Ucraina, concedendo una «protezione provvisoria rafforzata» ad altri due beni particolarmente a rischio dopo l'invasione del Paese da parte della Russia nel febbraio 2022. «I beni culturali sotto la protezione rafforzata dell'Unesco godono del più alto livello di immunità dagli attacchi e dall'uso per scopi militari, afferma l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Il mancato rispetto di queste clausole costituirebbe una “grave violazione” del Secondo Protocollo alla Convenzione dell'Aia del 1999, aprendo la possibilità di azioni penali». Uno dei due siti è particolarmente importante per la memoria dell’Olocausto: si tratta della Riserva storica nazionale di Babyn Yar, il luogo nei pressi di Kiev in cui nel 1941 si consumò un massacro. Qui, Il 29 e 30 settembre 1941, i nazisti uccisero 33.771 ebrei, oltre a Rom e a prigionieri sovietici. L’altro sito protetto è il Museo letterario di Odessa, un edificio storico che ospita un centro culturale, educativo e di ricerca. Salgono così a 27 i beni culturali a cui è stato concesso questo status speciale. Al 16 dicembre l’Unesco afferma di aver verificato, dall’inizio della guerra,  i danni a 468 siti in Ucraina, tra cui 145 siti religiosi, 32 musei, 238 edifici di interesse storico e/o artistico e 33 monumenti.

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Pompei, dal monitoraggio alla conservazione: con un’app la tutela è programmata

Nel Parco Archeologico di Pompei un gruppo multidisciplinare composto da architetti, restauratori e ingegneri è impegnato nella mappatura a tappeto di tutti gli elementi costruttivi (pavimenti, muri, solai, coperture, intonaci, apparati decorativi, arredi ecc.) e del loro stato di conservazione. Il sito archeologico, scavato a partire dal 1748, consiste oggi di oltre mille abitazioni e di 13mila ambienti, di cui solo il 5% ha una copertura di protezione, una vastità che non è gestibile con strumenti tradizionali. Per questo il Parco ha sviluppato un’app nell’ambito dell’ecosistema digitale «Open Pompeii» per programmare nel tempo, con precisione, i necessari interventi di manutenzione e restauro e consente di ricavare una prima stima dei costi per gli interventi più urgenti e per tutti gli altri di normale manutenzione. Accessibile da pc, tablet e smartphone, l’app è stata sviluppata insieme alla società Visivalab e dall’Università di Salerno. Il progetto di monitoraggio e manutenzione è stato finanziato con fondi di Coesione dal Governo per un importo di 12 milioni. 

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Il Terzo Paradiso di Pistoletto nella «Natività» di Caravaggio a Palermo

Nata nel 2010  da un’idea di Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani, la rassegna Next, un ponte tra memoria e rinascita, ha l’obiettivo di ricordare il furto della «Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi» di Caravaggio, il capolavoro trafugato dall'Oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969 e mai più ritrovato.  Per la quindicesima edizione l’artista invitato a concepire una nuova «Natività» in memoria di quella scomparsa è stato Michelangelo Pistoletto: presentata alla mezzanotte del 24 dicembre, l’opera del piemontese resterà esposta sull’altare dell’Oratorio fino all’8 gennaio, dopo di che sarà collocata nell’antioratorio fino al 17 ottobre, in occasione dell'anniversario del furto. Pistoletto ha reinterpretato l’opera di Caravaggio sotto forma di uno dei suoi celebri quadri specchianti, che, come da regolamento, mantengono le dimensioni (268x197 cm) e il soggetto del dipinto originale. La grande superficie riflettente richiama l’iconografia del dipinto di Caravaggio nella figura dell’Angelo, ma al posto del cartiglio da questi retto vi è il simbolo del Terzo Paradiso, una riconfigurazione del segno matematico dell'infinito, che rappresenta l’equilibrio tra natura e artificio. «L’Angelo che scende dal cielo, ha dichiarato Pistoletto, porta l’Annunciazione del Terzo Paradiso come simbolo di un equilibrio possibile tra natura e artificio. Questa visione invita a una responsabilità collettiva, trasformando il conflitto in un nuovo orizzonte di civiltà, dove la creazione prevale sulla distruzione».  Il quadro specchiante dialoga con il «Martirio di san Lorenzo» collocato sulla controfacciata dell’Oratorio, generando un gioco di riflessi che coinvolge lo spettatore e l’ambiente circostante.

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Il San Francisco Museum of Art licenzia la capocuratrice Eungie Joo

Il 17 dicembre Eungie Joo, dal 2017 capo  curatrice di arte contemporanea presso il San Francisco Museum of Modern Art-SFMoMA, è stata licenziata in seguito a denunce di condotta inadeguata sul posto di lavoro. La notizia è stata data per la prima volta dal «San Francisco Standard». Joo era entrata al SFMOMA come primo curatore capo di arte contemporanea dopo una serie di prestigiosi incarichi curatoriali. Nel 2009 aveva curato il Padiglione coreano alla Biennale di Venezia  e nel 2012 la Triennale del New Museum di New York. Erano poi seguiti gli incarichi di curatrice del della 12ma Biennale di Sharjah, nel 2015, e la direzione artistica del  5° Anyang Public Art Project in Corea del Sud. Il Museo di San Francisco non ha fornito ulteriori dettagli sui motivi del licenziamento e Joo non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica.

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L’arte dell’algoritmo: nasce una nuova rivista dedicata alle opere di IA

Una nuova rivista di 176 pagine dedicata esclusivamente all’arte generata dall’Intelligenza Artificiale (IA): è la sfida di «AI Art Magazine», periodico che sarà pubblicato con cadenza semestrale, nato da un’idea di polardots.studio di Amburgo. «Sarà una cronaca vitale di questo momento di trasformazione nella storia dell’arte», è la convinzione del suo editore Mike Brauner. Al lancio della rivista ha contribuito Christoph Grünberger, autore di The Age of Data: Embracing Algorithms in Art & Design. «La rivista è finanziata in modo indipendente, il che garantisce indipendenza editoriale e libertà creativa, prosegue Brauner. Mentre il nostro primo numero è privo di pubblicità, abbiamo stabilito collaborazioni significative con partner che ci hanno sostenuto e che hanno ricevuto edizioni personalizzate per i loro clienti», afferma Brauner. «Ai Art Magazine», che costa 22 euro, sarà distribuita in librerie e gallerie d’arte specializzate  di tutto il mondo e potrà essere acquistata anche online tramite un sito web dedicato. La pubblicazione «presenta opere notevoli e saggi di accompagnamento che stabiliscono il punto di riferimento per l’arte generata dall’IA di oggi, da sorprendenti esperimenti visivi a opere concettualmente raffinate che spingono i confini di questo campo in rapida evoluzione, si legge in un comunicato. Congela il momento dell'arte in una forma stampata tangibile mentre l'IA si evolve rapidamente». La copertina del numero inaugurale presenta un’opera dell'artista giapponese Emi Kusano, che racconta il suo approccio all’utilizzo dell’IA. All’interno si trova una «galleria curata» di 50 opere, selezionate da una giuria internazionale che comprende il fotografo tedesco Boris Eldagsen, la graphic designer messicana Adriana Mora e Xiaomi, un membro della giuria creato dall’IA.

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Al via il recupero e la riqualificazione del Museo del Marmo di Carrara

Sono iniziati i lavori di recupero e riqualificazione del Museo Civico del Marmo di Carrara (Ms), chiuso da marzo 2023. Ospitato in un edificio degli anni Sessanta, il Museo conserva nelle sue sale e nei giardini perimetrali le testimonianze più rappresentative della cultura del marmo e della città di Carrara dall’epoca romana ai giorni nostri. Incaricati della progettazione del nuovo Museo sono gli studi Opera engineering Davide De Carli e l’architetto Paolo Camaiora. Gli interventi appena avviati, per un investimento complessivo di oltre 1,5 milioni della Camera di Commercio della Toscana, proprietaria dell’immobile, e del Comune di Carrara, si concluderanno a fine 2025. Si procederà al rifacimento della copertura, alla verifica e al totale ripristino dei pannelli fotovoltaici, alla realizzazione di un nuovo impianto elettrico, alla demolizione dei materiali interni non ignifughi e alla rivisitazione delle vie di fuga. Anche l’area esterna sarà riqualificata con nuovi percorsi. In sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara e il direttore del Museo, Stefano Genovesi, sarà rinnovato l’allestimento del percorso espositivo degli anni Sessanta, che si estende per 9mila all’interno e su una superficie di 4.200mq all’esterno. Il museo si arricchirà di altri reperti, macchinari e schermi.

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38 fotografie di Robert Frank acquisite dal Museum of Fine Arts di Boston

Il Museum of Fine Arts di Boston (MFA) ha acquisito 38 fotografie Robert Frank (1924-2019). L'acquisizione comprende 34  scatti donati dalla June Leaf and Robert Frank Foundation e altre quattro opere acquistate con i fondi di John Reed, ex amministratore delegato di Citibank, e di sua moglie Cynthia. Realizzate nel 1949, quando l’autore del celebre The Americans (1958), nato in Svizzera, era tornato in Europa dopo due anni trascorsi a New York, mostrano scorci di Parigi, come un gruppo di bambini che osservano un cantante di strada cieco con una fisarmonica o un filobus con la scritta «circo» sulla fiancata. Le fotografie acquisite dal museo bostoniano sono esposte nella mostra «Robert Frank: Mary’s Book (fino al 22 giugno 2025) che esplora l’album personale che Frank realizzò per Mary Lockspeiser, la sua prima moglie. «Creato nel 1949, si legge in un comunicato del museo il libro fatto a mano e unico nel suo genere [Mary’s Book] rappresenta un momento formativo nella carriera di Frank, quando sperimentò l'accostamento di immagini e testi».

Redazione, 27 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata