NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 28 GIUGNO 2024

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VENERDÌ 28 GIUGNO 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: il Mosaico di Alessandro, ora oggetto della seconda fase del restauro; i resti della pisside in avorio scoperta in Austria (foto: Università di Innsbruck); particolare della «Ruota della Fortuna», il mosaico medievale del Museo Diocesano di Torino recentemente restaurato; la parete della casa pompeiana dove si legge, nella fascia bianca, la scritta «Hic et ubique»

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Al Mann di Napoli la seconda fase di restauro al Mosaico di Alessandro sarà visibile al pubblico

Il prossimo 3 luglio prende il via, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la seconda fase esecutiva del restauro del Mosaico di Alessandro, che si concluderà nei primi mesi del 2025. L’intervento, che si avvia dopo il delicato distacco del mosaico dalla parete avvenuto lo scorso ottobre, sarà allestito in modo da permettere al pubblico di seguire da vicino le fasi del restauro, un’occasione per ammirare da vicino questo capolavoro e per conoscere le tecniche e le metodologie impiegate per la sua conservazione. I lavori della seconda fase si concentreranno sul consolidamento degli strati preparatori originari del mosaico e sulla realizzazione di un nuovo supporto: si tratta di un intervento complesso e innovativo, che richiederà grande maestria e attenzione da parte dei restauratori.

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Scoperta in Austria una pisside in avorio di 1.500 ann fa

Una squadra di archeologi dell’Università di Innsbruck ha riportato alla luce una pisside in avorio risalente a 1.500 anni fa, proveniente da un insediamento tardo-antico nel comune di Irschen, in Carinzia, Austria meridionale. L’insediamento, situato sulla collina del Burgbichl, si erge a circa 170 metri sopra la valle della Drava. Fondato alla fine del III o all’inizio del IV secolo, l’insediamento fu abbandonato intorno al 610 d.C. Nascosta sotto l’altare di una cappella laterale, i ricercatori hanno trovato una teca di marmo di circa 20 per 30 centimetri. All’interno di questa teca si trovavano i resti frammentati di una pisside in avorio riccamente decorata con motivi cristiani. La scoperta di questa pisside è particolarmente significativa per la sua rarità. «Conosciamo circa 40 scatole d’avorio di questo tipo in tutto il mondo e l’ultima volta che ne è stata trovata una in uno scavo archeologico è successo un secolo fa», ha dichiarato il direttore degli scavi Gerald Grabherr in un comunicato stampa.

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La collezione Zuccari donata al Museo delle Antichità etrusche e italiche dell’Università La Sapienza

Il 27 giugno si è tenuta la cerimonia di donazione della collezione archeologica, ceramiche e terrecotte di Armenio Zuccari (170 pezzi) al Museo delle Antichità etrusche e italiche dell’Università La Sapienza, Roma, da parte di Maria Assunta Lanzara Zuccari. La collezione, in gran parte composta da manufatti di ambito etrusco-laziale preromano, con un nucleo di reperti di età romana, ha un nucleo, di notevole importanza, di manufatti datati tra il IX e II secolo a.C., in particolare provenienti dall’Etruria meridionale. La raccolta è frutto della passione per l’archeologia di Armenio Zuccari, un medico scomparso nel 2009, che decise di incrementare la collezione del bisnonno Domenico Vulpiani e lasciare poi il patrimonio archeologico al Museo della Facoltà di Lettere dell’Università.

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Restaurato il IV Giardino Segreto di Villa Borghese

È stato completato l’intervento di restauro e valorizzazione dell’Esedra dei Draghi e della fontana del Giardino delle Erme e la riqualificazione del verde del Giardino, conosciuto anche come IV Giardino Segreto di Villa Borghese. Viene così riconsegnato alla città uno spazio architettonico di pregio di età barocca, un tassello importante del più ampio piano di recupero di Villa Borghese. I lavori, della durata di circa quattro mesi, promossi dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale ed eseguiti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, sono stati realizzati grazie a una donazione di prestazioni della società Izi S.p.a., per un importo complessivo di 100mila euro, oltre alla direzione lavori e all’adeguamento funzionale degli impianti. Si tratta di una nuova procedura di elargizione, adottata dall’amministrazione per la prima volta, un accordo tra pubblico e privato che può essere replicato per il recupero dei beni architettonici e la riqualificazione delle aree verdi del patrimonio cittadino. 

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Restaurata a Parigi la Fontana degli Innocenti, capolavoro rinascimentale

Una delle più antiche fontane di Parigi, detta degli Innocenti, con il profilo di un imponente tempio greco sostenuto da vasche a cascata, è stata riaperta il 27 giugno dopo un anno di lavori e a un mese dai Giochi Olimpici. A due passi dal Beaubourg e a un passo dalla pensilina di Les Halles, turisti e curiosi potranno nuovamente ammirare le sculture sulle facciate della fontana, costruita nel 1549, e soprattutto i cinque rilievi di ninfe che ne costituiscono la fama. Riprodotti in resina per proteggere gli originali dalle ingiurie del tempo e dell’inquinamento, sono un capolavoro di Jean Goujon, «uno dei più grandi artisti del Rinascimento francese», come ha dichiarato alla stampa Emmanuelle Philippe, della Conservation des œuvres d’art religieuses et civiles (Coarc) della città di Parigi. «Era giunto il momento di riportarla al suo antico splendore, poiché era in pessimo stato di manutenzione», ha dichiarato Karen Taïeb, delegato al patrimonio della città, responsabile del progetto da quando sono stati effettuati gli studi iniziali nel 2018, da place Joachim du Bellay, dove si trova la fontana alta 17 metri. I frontoni, le trabeazioni e le colonne ornamentali sono stati rinnovati e alcune parti sono state rimesse a nuovo, così come le pietre delle vasche e il sistema idraulico della fontana, la cui pietra calcarea bianca aveva subito una notevole corrosione. L’intero progetto di restauro è costato 4,5 milioni di euro, di cui 600mila euro a carico della Drac (Direction régionale des affaires culturelles).

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Riapre il Museo Diocesano di Torino, con un antico mosaico fresco di restauro

Il Museo Diocesano di Torino, che dal 2008 è ospitato nella cripta della Cattedrale di San Giovanni, riapre al pubblico e ai visitatori. La chiesa inferiore ricalca esattamente il perimetro dell’antico edificio rinascimentale, che fu concepito dall’architetto Meo del Caprino, per volere dell’Arcivescovo Domenico della Rovere (1442-1501). L’area sotterranea della Cattedrale rende omaggio alle tre precedenti basiliche paleocristiane, poi abbattute alla fine del 1400, per lasciar posto alla nuova chiesa rinascimentale. Da qualche giorno il museo torinese si è arricchito di un antico reperto, restaurato grazie all’intervento della Consulta dei Beni Culturali del capoluogo piemontese: una pavimentazione musiva di circa 54 mq risalente al XII secolo e raffigurante la ruota della Fortuna, che era il pavimento del presbiterio della chiesa del Salvatore, una delle tre chiese parallele in cui si articolava, a partire dal IV secolo, il complesso della cattedrale della romana Julia Augusta Taurinorum, divenuta poi Civitas Taurini.

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Ritrovate diverse iscrizioni nel cantiere della Regio IX di Pompei

È stato pubblicato sull’E-Journal degli scavi di Pompei un nuovo articolo di approfondimento su alcuni dei recenti rinvenimenti dal cantiere della Regio IX, insula 10, dove sono in corso indagini archeologiche nell’ambito della più ampia attività di tutela e messa in sicurezza e di miglioramento dell’assetto idrogeologico dei fronti di scavo. Sono stati analizzati i numerosi graffiti rinvenuti nel salone nero e in alcuni ambienti vicini, di recente portati in luce, da cui emergono numerose le tracce di vita vissuta. Si tratta di iscrizioni graffite, di firme autografe di persone che attraversarono quei luoghi e lasciarono traccia della loro presenza. Oltre ai nomi dipinti (in greco) accanto alle rappresentazioni di Elena e Paride, compare quello «graffiato» di un tale Pudens; quello calligrafico di un Vesbinus, e, ancora, quello rozzamente segnato da un Valerius, mentre a un Silvanus doveva essere indirizzato un saluto; ci sono, poi, tracce anche di un/una Modest- (Modestus? Modesta?). C’è poi un saluto, perché qualcuno aveva augurato, forse ai padroni della casa, felicità e benessere «hic et ubique». «Hic et ubique», «qui e ovunque», è un’espressione formulare che è nota quasi esclusivamente dalle pareti pompeiane.

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Alexis Rose nuova direttrice senior di Lehmann Maupin a New York

Alexis Rose è stata promossa direttore senior, con sede a New York, della galleria Lehmann Maupin. Negli ultimi sei anni, Rose ha contribuito in modo determinante a sostenere il team di vendita globale di Lehmann Maupin e le carriere degli artisti della galleria, tra cui McArthur Binion, Loriel Beltrán, Lari Pittman, Arcmanoro Niles e Billie Zangewa. Oltre a fornire una guida strategica a questi artisti, Rose ha introdotto molti nuovi collezionisti e curatori nel programma della galleria, in particolare dalla regione della West Coast, dove ha forti legami con il mondo della produzione artistica. Queste relazioni hanno portato a numerose acquisizioni museali, anche internazionali. e ad acquisizioni di diverse opere d’arte da parte di importanti collezioni private.

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Restaurata una pala d’altare ottocentesca ad Erice

Ad Erice (Tp) il 29 giugno, alle ore 19, a cura della restauratrice Elena Vetere, verrà presentato nella Chiesa di San Pietro il restauro della pala della Santa Famiglia e dei Santi Francescani. La pala, opera di Carmelo Peraino, sacerdote ed artista ericino insegnante di disegno all’Accademia di Palermo dalla fine del Settecento, fu realizzata nel 1837 per essere collocata nel primo altare a destra della chiesa, annessa a un monastero di Clarisse. I lavori, a cura della Partenope Restauri, sono stati finanziati con fondi della cooperativa Fe.ar.t. Fede, arte, turismo che si occupa dell’accoglienza nelle chiese ericine e reinveste nel recupero dei beni culturali ed ecclesiastici del comune del Trapanese.

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Ancora una volta deserta l’asta del Borgo Guttadauro, oggi quasi disabitato

Il borgo Guttadauro, costruito 84 anni fa nei pressi del Comune di Butera (Cl), dove vivono circa 4mila persone, faceva parte degli insediamenti rurali del periodo fascista, istituiti da Vittorio Emanuele III di Savoia. Nessuna offerta è stata presentata al prezzo base di 716mila euro nell’asta pubblica per la vendita dell’intero borgo. «Il Bando Borghi» del 2022, destinato al ripopolamento e alle potenzialità di sviluppo dei piccoli borghi del Paese con iniziative concrete grazie ai fondi del Pnrr, si è dimostrato poco efficace soprattutto nei borghi quasi disabitati come borgo Guttadauro. Per salvarlo e destinarlo a villaggio turistico-agrario per coltivazioni biologiche, gli architetti Vincenzo Antonuccio, Pier Paolo Scoglio e Gaetano Di Fede avevano redatto un progetto di rigenerazione urbana, rimasto poi irrealizzato.

Redazione, 28 giugno 2024 | © Riproduzione riservata