NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 28 NOVEMBRE 2024

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GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: il camioncino «di protesta» contro la vendita per 6,2 milioni di dollari della «banana» di Cattelan (@thefeed_foundation); una veduta del Sacro Convento di Assisi (copyright Sala Stampa Sacro Convento - Basilica San Francesco); Giovanni Carlo Bevilacqua, Le Ore, Parete settentrionale, Sala «di Apollo» o «delle Dame», Villa Pisani di Stra (Ve) (© WM Studio Associato Menato & Meneghetti); una veduta del castello di Gambaro, nel comune di Ferriere (Pc)

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La Feed Foundation trae (polemico) spunto dalla «banana» di Cattelan per una raccolta fondi

La Feed Foundation, un ente non profit che sostiene misure per fermare la crisi globale della fame e l’insicurezza alimentare, ha lanciato una campagna di stampa che ha come bersaglio la vendita in un’asta di Sotheby’s per 6,2 milioni di dollari dell’opera di Maurizio Cattelan «Comedian», l’ormai celebre banana attaccata al muro. La fondazione, creata come propaggine filantropica del marchio Feed Projects di Lauren Bush Lauren, ha condiviso su Instagram le immagini di un camion che passa davanti a Sotheby’s New York con un cartellone pubblicitario. «Sapete cos’è una banana? Questo potrebbe sfamare 62 milioni di persone», si legge sul cartellone, che reca anche un’immagine della «banana» di Cattelan. Il numero di persone che potrebbero essere sfamate con i 6,2 milioni di dollari pagati dal magnate cinese Justin Sun si basa su un calcolo dell’organizzazione Feeding America, partner della Feed Foundation. Il team spera che la trovata attiri abbastanza pubblico da indurre le persone a effettuare donazioni a favore della fondazione. «È stata una cifra davvero spropositata», ha detto agli organi di stampa un portavoce degli Imaginary Friends, agenzia di creativi partner commerciale della Feed Foundation. «Essendo un’agenzia creativa, qui siamo tutti a favore dell’arte. Ma quando un americano su otto non sa come arrivare al prossimo pasto, vediamo questa come un’opportunità per fare qualcosa di buono».

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Restaurata e riaperta al pubblico la Sala delle Carte geografiche a Palazzo Vecchio a Firenze

È stata definitivamente inaugurata la Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio, comunemente nota come Sala delle Carte geografiche, dopo un restauro lungo (tre anni) e delicato che ha visto impegnati numerosi restauratori e squadre di muratori e impiantisti che hanno lavorato nell’ultimo biennio senza chiudere la sala al pubblico (con l’eccezione di una temporanea chiusura per il rifacimento della pavimentazione), mentre il resto degli interventi è continuato fino ad oggi con la sala visitabile e si è concluso ora. L’intervento, lungo e complesso anche dal punto di vista logistico, perché effettuato senza mai far uscire il globo dalla sala e per gran parte del tempo anche con i visitatori, è stato studiato e curato dal Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio della direzione Servizi tecnici, con la collaborazione del Servizio Musei della direzione Cultura. La sua realizzazione è stata sostenuta dalla donazione della Fondazione di Friends of Florence

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Assisi: il 28 novembre 1999 San Francesco riapriva ad appena due anni dal terremoto

Il 28 novembre 1999 è una data significativa per il restauro e l’arte: come ricorda il Sacro Convento della Basilica di San Francesco ad Assisi, quel giorno il cardinale Angelo Sodano e l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi inaugurarono la riapertura della chiesa dopo il terremoto del 26 settembre 1997, che provocò quattro morti in chiesa, dopo due anni di cantiere condotti a ritmo serrato. Furono lavori di particolare complessità per ricomporre le pitture nelle volte, dipinte da Cimabue oltre che da Giotto, e per sanare l’edificio gravemente lesionato e il convento. Con la guida del commissario straordinario nominato dal governo Antonio Paolucci, rammenta la nota stampa, vennero «ricostruite le volte crollate con i circa 200 metri quadri di affreschi. Furono selezionati e recuperati 300mila frammenti grazie agli studenti dell’Università della Tuscia, ai docenti e agli allievi dell’Istituto superiore centrale di restauro e alla Soprintendenza dell’Umbria». Venti restauratori ricomposero come un enorme puzzle 220mila frammenti; gli altri 80mila, troppo minuscoli, sono catalogati, conservati (sono stati anche scannerizzati) in cassette numerate in un caveau segreto. «L’impresa sembrava impossibile, dichiara il Custode del Sacro Convento fra Marco Moroni. La scommessa venne vinta e quello che fu chiamato “il cantiere dell’utopia” venne portato a termine con successo in un tempo davvero brevissimo». «In un certo senso i lavori iniziati in quel periodo non sono mai finiti, aggiunge il capo restauratore Sergio Fusetti. La manutenzione si rivela di fondamentale importanza. Pochi mesi fa abbiamo terminato il ciclo di restauri che hanno interessato le cappelle laterali della chiesa inferiore; ora ci fermeremo nel periodo che interesserà il Giubileo e l’ottavo centenario della morte di san Francesco nella speranza di riprendere successivamente con gli affreschi del Maestro di San Francesco della navata della chiesa inferiore».

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Proteste al gala della Toronto Arts Foundation, finanziatrice di un’immobiliare israeliana

Il 20 novembre, l’annuale serata di gala della Toronto Arts Foundation è diventata un teatro di protesta contro i suoi legami con la Azrieli Foundation, l’ala benefica della più grande società immobiliare israeliana con partecipazioni nella Cisgiordania occupata. Gli Artists Against Artwashing, autodefinitisi «coalizione di artisti di Toronto dediti allo scorporo delle organizzazioni artistiche dal profitto di guerra dell’industria», ha sfruttato l’evento per lanciare una campagna nazionale di protesta contro i finanziamenti della Azrieli Foundation alle organizzazioni culturali. I manifestanti hanno interrotto il discorso di apertura della direttrice della Toronto Arts Foundation, Kelly Langard, e della presidente del consiglio di amministrazione, Sarah Diamond, mostrando uno striscione con la scritta «Genocidio e invasione generosamente sostenuti dalla Azrieli Foundation», le immagini di un bulldozer arrabbiato e un paesaggio urbano bombardato, per diversi minuti prima di essere allontanati dalla sicurezza.

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Restaurata la Sala delle Dame a Villa Pisani di Stra

Si sono conclusi in Villa Pisani di Stra (Ve) i lavori che hanno interessato la Sala detta «di Apollo» o «delle Dame» a partire da febbraio 2024. A seguito della caduta di una porzione d'intonaco a soffitto, è stato avviato un percorso approfondito d'indagine che ha permesso di rilevare una situazione particolarmente complessa al livello della travatura superiore. Con l’ausilio di un pool di professionisti, sotto la direzione dell’architetta Loretta Zega, la Direzione regionale Musei Nazionali Veneto ha finanziato e condotto un delicato intervento conservativo, comprensivo di lavori di consolidamento del solaio e della volta, a supporto del ripristino dell’area di distacco e del restauro dei dipinti murali. L’inaugurazione dei restauri è fissata a venerdì 6 dicembre, alle ore 11.

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Il premio Gazzola 2024 al restauro del castello di Gambaro

Il restauro del castello di Gambaro, nel comune di Ferriere (Pc), vince il premio Gazzola 2024, giunto alla XIX edizione, «per i radicali e straordinari interventi compiuti dai proprietari, Valentino Alberoni e Clara Mezzadri, grazie ai quali l’antico maniero è stato recuperato e salvato da uno stato di grave degrado e abbandono che stavano compromettendo la stessa struttura», si legge nella nota inviata dal comitato del premio Gazzola. Il premio è stato istituito nel 2006 da tre privati cittadini, Domenico Ferrari Cesena, Marco Horak, e Carlo Emanuele Manfredi: è finalizzato a premiare un intervento di restauro di elevato rigore scientifico compiuto nella città o nella provincia di Piacenza. Il premio è istituito alla memoria di Piero Gazzola (1908-79) architetto protagonista della ricostruzione del bombardato Ponte Pietra a Verona, co-fondatore dell’Icomos e artefice della Carta Internazionale del Restauro del 1964, detta «Carta di Venezia».

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Gli Stati Uniti restituiscono alla Thailandia quattro reperti del sito archeologico di Ban Chiang

Il 14 novembre, il governo statunitense ha restituito una collezione di manufatti alla Thailandia durante una cerimonia svoltasi presso il Museo Nazionale di Bangkok. I quattro oggetti, un vaso di argilla, un braccialetto e due rulli, provenivano dal sito archeologico di Ban Chiang, patrimonio Unesco nel nord-est del Paese. I quattro oggetti erano conservati presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Bangkok dalla fine degli anni ’60, quando il governo thailandese li regalò a un soldato statunitense. L’evento ha coinciso con la Giornata internazionale contro il traffico illecito di beni culturali. «Questo ritorno è significativo non solo per la Thailandia, ma anche per gli sforzi globali di protezione e conservazione del patrimonio culturale, ha dichiarato Soohyun Kim, direttore dell’ufficio Unesco di Bangkok, durante la cerimonia. Questi manufatti ci ricordano il valore della cooperazione e della responsabilità condivisa».

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Il curatore brasiliano Rodrigo Moura è il nuovo direttore artistico del Malba di Buenos Aires

Rodrigo Moura (Belo Horizonte, Minas Gerais, Brasile, 1975) è il nuovo direttore artistico del Malba, il Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires, fondato nel 2001 dall’imprenditore e collezionista argentino Eduardo F. Costantini. Curatore di fama internazionale, con esperienza in importanti istituzioni culturali, Moura sarà responsabile di dare al museo visibilità e presenza a livello globale, ampliando la portata della Collezione e sviluppando il programma di mostre temporanee al Malba e al Malba Puertos, l’«antenna» del museo inaugurata lo scorso settembre nella località di Escobar. Il neodirettore, che si stabilirà a Buenos Aires a partire da marzo, ha trascorso gli ultimi sei anni come curatore capo de El Museo del Barrio di New York, un’istituzione centrale per l’arte latinoamericana e caraibica nel Nord America ed è stato responsabile di progetti espositivi, come il recente «Flow States-La Trienal 2024» o «Popular Painters and Other Visionaries» (2021). Subentra a Gabriela Rangel. 

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Il catalogo autunnale di Bozner Kunstauktionen

Dalle «Byciclette» di Francis Picabia del 1919, stimate a partire da 25mila euro, ai 16mila per la «Natura morta + aeroplani Caproni» di Giulio D’Anna del 1933-34, una «Colonna Trasparente» di Ettore Colla, esposta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma negli Anni Settanta, parte invece da 200mila euro, mentre «Valore economico» di Joseph Beuys del 1974 ha una stima di 10mila, e poi opere di Getulio Alviani, Riccardo Guarnieri, Paolo Icaro, Renato Mambor e Toti Scialoja: sono alcuni dei 150 lotti di «Modernismo internazionale e design» all’asta nella 46ma seduta di Bozner Kunstauktionen sabato 30 novembre dalle 15 al Castel Mareccio nel centro di Bolzano. Tra i pezzi di design, le lampade in vetro soffiato di Murano, ideate da Archimede Seguso e Flavio Poli, dell’Hotel Bristol di Merano, i divani e le poltrone che Andrea De Benedetto, artista-designer di Bolzano, realizzò per Desart, le black and red di Franz Romero (base d’asta 5mila euro), il divano Snake semicircolare di De Sede (da 28.500 euro) progettato nel 1972. Dalle 16.30 i successivi 400 lotti sono di arte di soggetto trentino tirolese a partire dal XVI secolo, tra cui una statua equestre in argento di Francesco Giuseppe I d’Austria (da 5mila euro), paesaggi e xilografie Art Nouveau. Info e catalogo on line sul sito.

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A Palazzo Ducale di Genova la presentazione di un libro d’artista di Tomás Saraceno

A Genova, nel Teatrino di Palazzo Ducale, sabato 30 novembre, alle ore 16.30, verrà presentato il libro d’artista di Tomás Saraceno Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories edito da Nero Edizioni, in un progetto promosso da Fondazione Matera Basilicata 2019. Alla presentazione, organizzata dalla Fondazione in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Studio Tomás Saraceno e Nero Edizioni, interverranno la direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa, la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 Rita Orlando, l’artista Saraceno, l’antropologo e ricercatore Salvatore Bevilacqua, fra gli autori del volume, l’artista-apicoltore Alberto Pesavento e Valerio Mannucci di Nero Edizioni. A seguire sarà inaugurata la mostra Anima-le di Saraceno presso Pinksummer Contemporary Art.

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Khandakar Ohida è il vincitore del Jameel Prize 2024

L’artista indiano Khandakar Ohida è stato nominato vincitore della settima edizione del Jameel Prize con il film «Dream Your Museum», in cui racconta la storia di suo zio, Khandakar Selim, la attraverso la sua apparentemente banale ma insieme straordinaria collezione di oggetti e cimeli. Assegnato dal Victoria and Albert Museum (V&A) di Londra e dall’organizzazione culturale Art Jameel, con sede negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita, il premio, del valore di 25mila sterline, viene assegnato ogni tre anni a un artista che si ispira alle tradizioni islamiche. Il film sarà esposto al V&A, insieme alle opere degli altri sei finalisti, a partire dal 30 novembre. In vista dell’inaugurazione, la curatrice per l’arte contemporanea del Medio Oriente del museo, Rachel Dedman, ha dichiarato: «Per tutti questi artisti, un tratto distintivo è la combinazione di personale e politico. I loro progetti emergono dalla loro esperienza, ma parlano di qualcosa di universale».

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Pubblicato il bando per gli sponsor del restauro delle facciate del Palazzo del Senato a Milano

È stato pubblicato dall’Agenzia del Demanio e dalla Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura il bando per la selezione di sponsor pubblici o privati a cui affidare interventi di conservazione e restauro delle facciate del Palazzo del Senato, proprietà dello Stato e sede dell’Archivio di Stato di Milano dal 1872. Il bando scadrà il 27 dicembre. Oggetto della sponsorizzazione sono la monumentale facciata concava su via Senato, progettata nel 1627 dall’architetto Francesco Maria Richini, e quella lungo la via San Primo, una quinta scenica in semplici mattoni rossi che definisce il perimetro dei due cortili a seguito dei lavori ultimati dopo il 1776 dall’architetto Leopoldo Pollack. Lo sponsor selezionato si impegnerà a finanziare il restauro delle facciate e avrà cura del progetto e della sua esecuzione nei tempi concordati. L’operatore economico potrà, a completamento dell’offerta, proporre un importo aggiuntivo per ulteriori opere o forniture finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del Palazzo del Senato, degli ambienti interni e dei cortili.

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Il 5 e 6 dicembre alla Fondazione Cini a Venezia un convegno su Lucio Fontana

Alla Fondazione Cini di Venezia si tiene il 5 e 6 dicembre il Convegno internazionale «Lucio Fontana. Origini e immaginario», promosso dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e dalla Fondazione Lucio Fontana, con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Il convegno intende per la prima volta fare il punto sugli studi recenti attorno all’artista italo-argentino: sarà l’occasione per far emergere letture e percorsi d’indagine inediti, da quelli più strettamente storico-artistici sino a ricerche che riguardano l’aspetto materico e conservativo delle opere. Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte, sottolinea: «Il convegno riconferma l’interesse manifestato dalla Fondazione Giorgio Cini nei confronti del maestro italo-argentino, protagonista di diversi momenti di approfondimento ospitati e promossi dall’istituzione veneziana: la mostra sul disegno “Mostra di Disegni e Opere Grafiche di Lucio Fontana”, già nel 1972; il convegno del 2014 “Arte figurativa e arte astratta. 1954-2014” e la borsa di studio “Lucio Fontana, periodo argentino: monumenti progetti e opere”, bandita nel 2022 nuovamente in stretta sinergia con la Fondazione Lucio Fontana che si conferma ente sempre più impegnato nel sostenere e incoraggiare progetti scientifici sull’artista». Spiega Silvia Ardemagni, presidente della Fondazione Lucio Fontana: «L’opera vitale e inventiva di Lucio Fontana si estende e sviluppa in un ampio arco di tempo che dagli anni Venti raggiunge il termine degli anni Sessanta del XX secolo. Una carriera costellata da sperimentazioni costanti che lo collocano, sin dagli esordi, tra i pionieri dell’arte contemporanea».

Redazione, 28 novembre 2024 | © Riproduzione riservata