NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 29 NOVEMBRE 2024

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VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: una veduta dell’interno di Casa Balla a Roma; uno scorcio degli scavi in Piazza San Marco a Venezia; una tavoletta siriana con un esempio di scrittura protoalfabetica; una veduta degli interni del Museo Lavazza a Torino

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Il MiC ha comprato Casa Balla a Roma

È stata acquistata dallo Stato tramite il Ministero della Cultura, per una cifra tra i sei e i sette milioni, Casa Balla, un appartamento al quarto piano in via Oslavia a Roma, riempito in ogni sua parte dalle opere dell’artista. Le stanze del Futurismo, dove l’artista lavorò dal 1929 alla morte, nel 1958, sono cariche di iridescenti, colorate decorazioni che riempiono le pareti e i mobili. Tutti gli oggetti, comprese scarpe, stoviglie, grucce, piastrelle e abiti, sono ancora stipati intatti nelle stanze. Mura a parte, la vendita appena conclusa riguarda tutto ciò che si trova oggi nell’appartamento (e dal 2004, quando è iniziata la tutela della Soprintendenza speciale di Roma), compresi 62 disegni, progetti, bozzetti e 23 manifesti: tutto quello che si è salvato dalle vendite nel corso del tempo. La compravendita chiude le polemiche sul ritardo dello Stato che vincolò l’appartamento mezzo secolo dopo la morte dell’artista quando tante opere erano già sparite e vendute. Due importanti nuclei dei lavori di Balla, 35 di quelli conservati in via Oslavia, furono donati allo Stato, nel 1984 e nel 1994, dalle due figlie dell’artista, Luce ed Elica: alcune di queste opere sono di proprietà della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

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Le ultimissime dagli scavi in corso in Piazza San Marco a Venezia

A Venezia, da quando un anno fa sono partiti in Piazza San Marco i cantieri per la salvaguardia della piazza dall’acqua alta, sono state fatte diverse scoperte nel sottosuolo. Negli ultimi mesi sono stati ritrovati numerosi scheletri, un cimitero alla base della chiesetta di San Geminiano e diversi frammenti di manufatti risalenti all’età medievale. Nei giorni scorsi sono emerse vestigia sicuramente risalenti al Medioevo ma ancora misteriose: si tratta, come specifica un post su Facebook della Soprintendenza, di una «struttura quadrangolare in mattoni che sembrano essere di nuova produzione, molto ben conservati e che si sviluppa con una fondazione che raggiunge una quota di 1,70 metri di profondità». Ci si chiede se possa specificamente trattarsi di una parte della Basilica, di un cimitero o di una struttura con funzioni diverse e ancora da chiarire. Intanto il Ministero della Cultura ha finanziato la mappatura archeologica dell’area con 115mila euro per il triennio 2024-26. Infine, sono emersi anche «i resti degli importanti restauri che Eugenio Forcellini ha compiuto nel corso dell’Ottocento per puntellare la facciata di Palazzo Ducale, evidenze molto significative per studiare la storia dei restauri veneziani nel corso del diciannovesimo secolo».

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Biennale di Venezia: oltre 20mila visitatori al Padiglione della Santa Sede

Nell’arco di sette mesi le porte della Casa di Reclusione femminile della Giudecca si sono eccezionalmente aperte a oltre 20 mila visitatori, che per tutto il periodo della 60ma Biennale di Venezia hanno avuto la possibilità di visitare il Padiglione della Santa Sede. Organizzato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il Padiglione ha ospitato la mostra «Con i miei occhi», promossa dal Commissario del Padiglione, il cardinale José Tolentino de Mendonça e curata da Chiara Parisi e Bruno Racine, che hanno invitato a partecipare nove artisti: Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret.

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Il primo museo privato di arte moderna e contemporanea dell’Asia centrale aprirà in Kazakistan

Ad Almaty, la più grande città del Kazakistan, aprirà il primo museo privato di arte moderna e contemporanea dell’Asia centrale. Più di 700 opere d’arte di artisti kazaki e dell’Asia centrale saranno ospitate in un nuovo edificio di 9.400 metri quadrati progettato dagli architetti britannici Chapman Taylor. L’Almaty Museum of Arts ospiterà anche opere di artisti internazionali, tra cui un murale in ceramica di Fernand Léger, una grande scultura calpestabile di Richard Serra e un’installazione audiovisiva multicanale di Bill Viola. Saranno inoltre esposte sculture all’aperto commissionate all’artista polacco-tedesca Alicja Kwade e alla britannica Yinka Shonibare. La collezione appartiene al fondatore Nurlan Smagulov, uomo d’affari kazako a capo del Gruppo Astana, che si occupa principalmente di produzione di automobili e centri commerciali: «Per me l’Almaty Museum of Arts non è solo un museo: è un ponte che collega l’arte dell’Asia centrale con la scena culturale globale».

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Ripulito lo Scalone d’Onore del Palazzo Reale di Napoli

Al Palazzo Reale di Napoli si sono conclusi dopo cento giorni i lavori di restauro, pulizia e lucidatura dello Scalone d’Onore e si lavora alla messa in sicurezza della Cappella Reale che sarà poi sottoposta a un minuzioso restauro. Ne dà conto un articolo pubblicato dall’Agenzia Ansa. «Un altro tassello si aggiunge all’immensa mappa di lavori che si svolgono quotidianamente all’interno del Palazzo Reale, dichiara Paola Ricciardi, dirigente delegato dal Direttore generale Musei Massimo Osanna. Oggi, nello stesso momento possiamo osservare i risultati di un restauro concluso e i lavori di un cantiere aperto con il quale rendiamo partecipi i visitatori del duro lavoro che viene svolto da restauratori, alle volte molto impegnativo che si trasforma in arte attraverso una piccola mostra fotografica». Il tempo, gli incendi e gli agenti atmosferici avevano creato una serie di macchie che, grazie al lavoro di conservazione, sono state attenuate restituendo al marmo di Carrara la sua originale luminosità.

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La città maya di Ucanal contaminata dal mercurio

Ricercatori operativi in Guatemala hanno scoperto alti livelli di mercurio nell’antica città maya di Ucanal, a 280 km a nord-est della capitale. Individuato in campioni di terreno e nei suoi bacini idrici della città, il metallo tossico potrebbe aver causato gravi problemi di salute agli abitanti di Ucanal. Gli alti livelli di contaminazione derivano probabilmente dall’uso estensivo che i Maya facevano del cinabro, un minerale rosso vivo composto da mercurio e zolfo. «Il cinabro veniva utilizzato nei rituali di sepoltura come pigmento per dipingere gli edifici e come colorante decorativo per ceramiche di lusso, oggetti in osso incisi, ornamenti e statuette in pietra scolpita e come offerta rituale, spiega Jean Tremblay, dottorando in antropologia presso l’Università di Montréal in Canada. Il nostro studio dimostra che è stato disperso nell’ambiente durante gli eventi di precipitazione, trovando la strada per i serbatoi d’acqua sotto forma di particelle che si sono accumulate sul fondo».

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A Bologna apre un nuovo spazio, la Galleria Leòn

Il 6 dicembre alle 18.30 apre un nuovo spazio a Bologna, la Galleria Leòn, diretta da Leonardo Iuffrida. Con focus rivolto all’arte contemporanea e con sede in pieno centro cittadino, la galleria si propone di offrire un’ampia varietà di generi e temi pur prestando particolare attenzione alla fotografia e alle espressioni che usano il corpo come principale strumento di comunicazione. La galleria ospita un archivio fotografico di immagini «trouvées» realizzate da autori anonimi dall’Ottocento a oggi affiancate a scatti vintage di nudo maschile e cultura queer di fotografi americani, tra cui spiccano Bob Mizer (1922-92) e Bruce of Los Angeles (1909-74). Ad aprire l’attività della galleria è la doppia personale «Flemish Flair» di Camilla Di Bella Vecchi e Marco Gualdoni, «due fotografi italiani il cui stile richiama alla memoria le atmosfere degli artisti fiamminghi». La mostra sarà visitabile fino al 15 febbraio 2025.

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Il consiglio direttivo della Slovenská národná galéria si dimette

Composto dai direttori di quattro dipartimenti, il consiglio direttivo della Galleria Nazionale Slovacca (Sng), ha presentato le proprie dimissioni al ministro della cultura Martina Šimkovičová. La lettera, firmata anche dalla direttrice della sezione mostre Ľubica Orechovská, è stata resa consegnata il 26 novembre dopo un incontro con il nuovo direttore generale Jaroslav Niňaj. Nella lettera si afferma che il primo incontro con Niňaj dei direttori «è stato pieno di intimidazioni, minacce e indagini» non potendo più «fare il nostro lavoro» sotto la sua guida. Le dimissioni, che dovrebbero entrare in vigore la prossima settimana, sono l’ultimo sviluppo di un rapporto sempre più turbolento tra il governo di coalizione slovacco, guidato dal primo ministro populista Robert Fico, e il settore culturale del Paese.

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Per una storia della scrittura: le ultime scoperte alla Johns Hopkins University di Baltimora

Un gruppo di archeologi della Johns Hopkins University, a Baltimora (Usa), ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere la storia delle origini della scrittura «alfabetica». Durante uno scavo a Tell Umm-el Marra, antica città siriana, sono stati trovati dei cilindri di argilla con incisioni alfabetiche risalenti al 2400 a.C. Questi reperti precederebbero di circa 500 anni le più antiche testimonianze di scrittura alfabetica conosciute fino a oggi, ovvero quelle dell’alfabeto proto-sinaitico. Tra l’altro gli archeologi hanno trovato una tomba con sei scheletri, gioielli d’oro e argento, ceramiche e cilindri incisi: forme alfabetiche radicalmente diverse dai sistemi di scrittura geroglifica o cuneiforme in uso nel III millennio, conosciuti come «sistemi complessi». L’invenzione degli alfabeti in antichità ha semplificato il processo di scrittura: quello più antico noto fino alla scoperta dei cilindri siriani, era quello proto-sinaitico, nato in Egitto nel 1900 a.C. I reperti di Tell Umm-el Marra indicano un’origine dell’alfabeto più antica di mezzo millennio. I testi sono ancora da decifrare e nelle prossime settimane arriveranno decine di studiosi delle maggiori università del mondo all’università di Baltimora, proprio per contribuire alla decifrazione, aiutati dalle analisi al Carbonio-14 che hanno confermato una datazione intorno al 2400 a.C.

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Le nuove iniziative del Museo Civico di Modena riguardano i suoi depositi

Il Museo civico di Modena, diretto da Francesca Piccinini, ha dato il via a una serie di iniziative che riguarda i propri depositi museali, estesi su una superficie di 4.200 metri quadrati in differenti edifici dedicati alle raccolte di archeologia, etnologia, arte, artigianato. Già inseriti in una «riflessione» regionale sul futuro della museologia, chiamata «Re-Org», i depositi del Civico divengono ora il capofila della costituzione di una rete museale su scala regionale denominata «Depositi e patrimoni in rete» e dedicata a formazione professionale, elaborazione di linee guida per la valutazione dei rischi e la gestione delle emergenze del patrimonio culturale, conservazione preventiva, valorizzazione del patrimonio in deposito cui si aggiungono altri progetti, tra cui la catalogazione con campagna fotografica del fondo di burattini Cesare Maletti (1929-92) e il restauro del clavicembalo di Pietro Termanini (1709-95) del 1741. Sempre sul fronte della valorizzazione il Museo è parte di «Opengate» del MiC: digitalizzazione e catalogazione informatizzata di 5.500 oggetti selezionati tra il patrimonio conservato nei depositi mentre con altri fondi si dà vita a «Pantheon Estense», analisi del patrimonio grafico e incisorio relativo alla chiesa di Sant’Agostino, per secoli centro dei riti funebri di casa d’Este.

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Ripartono i lavori di restauro all’ex convento di San Francesco a Oristano

Oggi 29 novembre ad Oristano ripartono ufficialmente i lavori di restauro all’ex convento di San Francesco grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura di circa 2 milioni di euro: «L’ex Convento di San Francesco diventerà un luogo in cui gli studiosi della storia, della città di Oristano e della provincia potranno consultare il patrimonio archivistico che qui verrà conservato, ma potranno avere anche l’occasione di visitare il complesso che lo ospita e che sarà ovviamente il museo di se stesso», dichiara la responsabile del progetto, Patrizia Luciana Tomassetti. Sono previsti 539 giorni di lavori, poi la chiesa rimaneggiata nei secoli e occupata dall’Esercito, che l’ha trasformata in distretto militare, diventerà la sede dell’Archivio di Stato.

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Il 3 dicembre il Museo Lavazza diventa «Un Museo per tutti»

Il Museo Lavazza celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, il prossimo 3 dicembre, con «Un Museo per tutti», evento aperto alla comunità e volto alla valorizzazione della diversità come un bene condiviso. Fin dalla sua apertura il Museo Lavazza persegue l’obiettivo di rendere i suoi spazi sempre più idonei a creare un ambiente in cui ogni visitatore, indipendentemente dalle proprie condizioni, possa sentirsi accolto, a suo agio, valorizzato e che possa fruire di un’esperienza al massimo delle sue potenzialità. La giornata del 3 dicembre non è solo un’occasione di celebrazione, ma un passo concreto nell’evoluzione dell’approccio del Museo verso l’accessibilità. Sono previste attività di yoga e di «gaming motivazionale esperienziale», con una «Blind Coffee Experience», un’esperienza sensoriale che invita a scoprire il caffè attraverso il tatto, l’olfatto e il gusto, senza l’ausilio della vista.

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Il 2 dicembre la conferenza stampa di presentazione della mostra «Il tempo del Futurismo»

Lunedì 2 dicembre 2024 (ore 11.30), a Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (viale delle Belle Arti, 131), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della mostra «Il tempo del Futurismo», che sarà inaugurata nella stessa giornata alle ore 18. Interverranno Massimo Osanna, direttore generale Musei; Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Gnam; Gabriele Simongini, curatore della mostra; Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati e Alessandro Giuli, ministro della Cultura. A partire dalle 10.30 è prevista la preview stampa per fotografie e riprese televisive.

Redazione, 29 novembre 2024 | © Riproduzione riservata