NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL’ARTE | 29 OTTOBRE 2024

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MARTEDÌ 29 OTTOBRE 2024

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: una veduta di Venezia, ora sotto l’esame degli ispettori Unesco; un momento della cerimonia di riconsegna dei 56 reperti archeologici alla Cina; uno scorcio di Villa delle Rose a Bologna; una veduta di Palazzo Strozzi a Firenze con l'installazione del duo olandese Drift (© Foto Ela Bialkowska | OknoStudio)

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Gli ispettori dell’Unesco per quattro giorni a Venezia per valutare la città patrimonio dell’Umanità

È iniziata ieri 28 ottobre la visita a Venezia degli ispettori dell’Unesco, insieme alle due organizzazioni intergovernative Icomos e Iccrom, che resteranno in Laguna fino a giovedì 31. È una visita per valutare lo stato di salute della città patrimonio dell’Umanità, e la necessità o meno di inserirla nella «black list», la lista nera dei siti Unesco a rischio. Un bollino che le Amministrazioni comunale e regionale vogliono assolutamente evitare, rivendicando quanto fatto nell’ultimo periodo, a partire dall’inserimento del contributo d’accesso in città in alcuni giorni e ore, fino al nuovo regolamento (facoltativo) per quanto riguarda le locazioni turistiche. Dall’altra parte, i comitati cittadini suggeriscono invece all’organizzazione mondiale di avallare l’inserimento nella black list, anche per far risuonare un campanello d’allarme. La missione prevede incontri con tutte le istituzioni cittadine (ma anche con le opposizioni) e con diverse associazioni. 

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A Roma sulla Tiburtina nasce D’Arc: Rifugio d’Arte Contemporanea

A Roma l’arte oltrepassa i confini del centro storico e trasforma una ex fabbrica di cemento in periferia, sulla Tiburtina, in D’Arc: Rifugio d’Arte Contemporanea. Oltre duecento opere di arte attuale sono ospitate dalla prima sede espositiva dei collezionisti Giovanni e Clara Floridi, mecenati che da tempo sostengono lavori di giovani artisti. L’edificio, aperto al pubblico ogni mercoledì e giovedì dalle 15 alle 19 e anche su appuntamento, espone sculture e quadri di Turcato, Kounellis, Halley, Lazzari, Canevari, Beecroft, Talbot, Camoni, Jospin, Cenci, Choróbski, Prevedello, Bonafini e García Cruz, tra gli altri. Tutto su un’area di 6mila metri quadrati di cui 1.700 per l’allestimento permanente che comprenderà anche una casa atelier per artisti, un capannone per attività artigianali, un piazzale con giardino e un bistrot. Un progetto ambizioso che valorizza un’area industriale degradata dove organizzare anche mostre: la fondazione D’Arc è curata da Giuliana Benassi, docente di didattica per i musei all’Accademia di Belle Arti di Roma. La struttura della precedente fabbrica è stata mantenuta intatta dal progetto realizzato dallo studio 3C+t Capolei Cavalli con criteri di sostenibilità ambientale: l’impianto fotovoltaico garantisce l’autoproduzione del fabbisogno energetico. L’inserto «Vernissage» dell’edizione cartacea di novembre di «Il Giornale dell’Arte» dedica a D’Arc un ampio servizio a firma di Silvano Manganaro. 

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Qualche numero (e le date) dell’edizione 2025 del Tefaf a Maastricht

Tefaf-The European Fine Art Foundation di Maastricht ha annunciato la rosa di espositori internazionali dell'edizione 2025, compresi i partecipanti alle sezioni «Showcase» e «Focus», e l’ampliamento della posizione di Axa Xl a lead partner globale. Axa Xl sosterrà inoltre la seconda edizione del Tefaf Summit in collaborazione con la Commissione olandese per l’Unesco. L’edizione 2025 di Tefaf Maastricht torna al Maastricht Exhibition & Conference Centre (Mecc) dal 15 al 20 marzo (13 e 14 marzo solo su invito). Presenterà 266 mercanti e gallerie provenienti da 21 Paesi dei 5 continenti. Tra i 22  mercanti che partecipano alla rassegna per la prima volta figurano il gioielliere italiano Buccellati, Flavio Gianassi (titolare della galleria londinese FG Fine Art), la francese Galerie Lelong e la galleria italiana Osart.   

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Restituiti dall’Italia alla Cina 56 reperti archeologici

Ieri 28 ottobre a Roma, nella sede del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Tpc), il comandante dei Carabinieri Tpc, generale di divisione Francesco Gargaro, ha consegnato 56 reperti archeologici all’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Jia Guide.  Alcuni manufatti sono stati recuperati a seguito di due distinte attività di Polizia giudiziaria condotte dai rispettivi Nuclei Tpc di Firenze e Udine. La prima indagine del Nucleo fiorentino è stata avviata a seguito di una segnalazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio competente, che permetteva ai Carabinieri di sequestrare tre sculture riconducibili alla dinastia Han/Yuan e Tang per le specifiche caratteristiche morfologiche, iconografiche e di lavorazione analizzate in sede di expertise. I beni facevano parte di una collezione privata di un professionista deceduto, priva di documentazione attestante la lecita provenienza. Si sono uniti a questa restituzione ulteriori 53 manufatti, provenienti dai territori della Cina e, in particolare, pertinenti alla cultura neolitica Majiayao. Presente alla cerimonia di restituzione anche il Consigliere diplomatico del Ministero della Cultura italiano, Clemente Contestabile.

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Una donazione di oltre 45 milioni di dollari e 331 opere per il Clark Art Institute

Negli Stati Uniti il Clark Art Institute di Williamstown, Massachusetts, ha ricevuto una donazione di 331 opere e oltre 45 milioni di dollari dalla fondazione di Aso O. Tavitian, filantropo ed ex amministratore del museo scomparso nel 2020. Le opere comprendono pezzi di artisti europei attivi tra il XV e il XIX secolo, tra cui Gian Lorenzo Bernini, Andrea della Robbia, Jan van Eyck, Elisabeth Vigée-Le Brun, Parmigianino, Pieter Paul Rubens e Jacques-Louis David. Il denaro permetterà all’istituto di assumere un nuovo curatore per la supervisione della collezione e di costruire un padiglione per ospitarla. «Durante la sua vita, Aso Tavitian è stato un amico meraviglioso del Clark e un generoso sostenitore che ci ha fornito una leadership e una dedizione eccezionali, ha dichiarato Olivier Meslay, direttore del museo. Siamo profondamente commossi dalla sua decisione di affidare il cuore della sua collezione al nostro trust e siamo immensamente grati agli amministratori della sua fondazione per la loro generosità nel garantirci la possibilità di realizzare il suo desiderio di condividere questi tesori con il mondo».

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Modern Art Oxford riapre dopo una ristrutturazione da 2 milioni di sterline

Modern Art Oxford, nel Regno Unito, riaprirà il 2 novembre dopo una ristrutturazione durata cinque mesi e costata 2 milioni di sterline. Le aree pubbliche dello spazio d’arte contemporanea situato nel cuore della città universitaria sono state rinnovate nell’ambito del progetto di David Kohn Architects. La sede ristrutturata incorpora ora una nuova galleria che «celebra la comunità creativa di Oxford». Il nuovo spazio al pianterreno presenterà le opere di artisti e gruppi locali, a partire dall’annuale Platform Graduate Award (2 novembre-primo dicembre) con opere di laureati della Ruskin School of Art e della Oxford Brookes University. A dicembre saranno esposte le opere di un gruppo locale di genitori e bambini musulmani in collaborazione con l’artista Farwa Moledina. La ristrutturazione prevede anche un nuovo centro di apprendimento creativo e un nuovo caffè nel seminterrato, progettato dall’artista britannica Emma Hart.

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A Bologna Villa delle Rose rimarrà sede museale

A Bologna la settecentesca Villa delle Rose, «succursale» del MAMbo dalla quasi centenaria storia espositiva (aprì al pubblico nel 1925), grazie alla forte pressione mediatica di persone comuni e intellettuali attivati su change.org dal gallerista bolognese Gino Gianuizzi, non perderà le sue «funzioni» artistiche. Il Comune, proprietario dell’immobile, dopo che in estate aveva annunciato che la villa sarebbe divenuta la sede della «Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture», un progetto di dialogo interreligioso nato nel mese di aprile 2021, opta ora per il dietrofront. Quel progetto, quindi, non sarà ospitato dall’edificio che dal 1916, grazie alla donazione e ai voleri testamentari della contessa Nerina Armandi Avogli, ha finalità solo artistiche legate prima alla Gam-Galleria d’arte moderna di Bologna e poi al MAMbo, diretto da Lorenzo Balbi. La decisione è stata annunciata nei giorni scorsi da Rita Monticelli, delegata del sindaco per i diritti e il dialogo interreligioso, con il gruppo promotore della Casa dell’incontro (composto da Comune, Chiesa di Bologna, Comunità ebraica, Comunità islamica e Unibo).

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Inaugurata la nuova Ala Irnerio dell’Accademia di Belle Arti di Bologna

Dopo un anno di restauri, l’Accademia di Belle Arti di Bologna ha inaugurato il 28 ottobre la sua nuova Ala Irnerio, circa 2mila metri quadrati di superficie distribuiti su quattro piani, tre fuori terra e uno seminterrato: in pratica consiste in una manica lunga che delimita il corpo storico dell’Accademia. Disegnata nel 1956 da Farpi Vignoli e Melchiorre Bega, e fino agli anni ’80 sede del liceo artistico cittadino, da tempo in pessime condizioni e mai restaurata, è stata riqualificata dallo Studio Egidio Lomi. «Oltre alla ristrutturazione delle aule, è stato creato un grande spazio comune dove gli studenti possono incontrarsi e condividere momenti di quotidianità», ha detto la direttrice dell’Accademia, Cristina Francucci. All’inaugurazione ha presenziato Luigi Ontani, a cui è stato conferito il «Diploma accademico honoris causa» in Pittura Arti Visive: il titolo accademico onorifico è il primo mai assegnato nella storia dell’Accademia.

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Al Festival France Odeon di Firenze un delicato e visionario biopic su Niki de Saint Phalle

A Firenze la 16ma edizione del Festival France Odeon, dal 29 ottobre al 2 novembre al Cinema Teatro La Compagnia, si apre con la proiezione, in anteprima italiana, del film «Niki» di Céline Salette, presentato a Cannes nella sezione «Un certain regard». Il film, un biopic sulla vita di Niki de Saint Phalle (1930-2002) interpretata da Charlotte Le Bon, racconta il percorso di Niki che torna dall’America, dove era emigrata da piccola coi genitori, in Francia insieme al marito Harry Mathews e alla figlia, lasciandosi alle spalle una famiglia aristocratica, soffocante e causa di esperienze traumatiche, il cui ricordo continua a tormentarla, fin quando, dopo un ricovero in un ospedale psichiatrico, non troverà nell’arte una forma di liberazione, una vera e propria catarsi. In Francia Niki incontra lo scultore Jean Tinguely, interpretato da Damien Bonnard, con cui intreccia una complessa relazione ed entra a far parte del gruppo dei Nouveaux Réalistes. La sua discesa agli inferi e la sua rinascita non potevano essere narrate in una forma realista, né stando su un piano unico, superficiale: l’intento della regista Salette e della sua troupe è stato quindi di cercar di restituire al meglio «la magia e la metafora che sono al centro delle opere di Niki» in un film delicato e visionario. La presentazione fiorentina ha anche particolare significato, dato il legame di Niki con la Toscana dove, a Capalbio, è il suo «Giardino dei Tarocchi» progetto che ha origine negli anni Settanta in un terreno degli Agnelli, e ispirato al Parque Güell di Gaudí a Barcellona.

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Ali Cherri è il primo artista contemporaneo in residenza al Museo Egizio di Torino

Il libanese Ali Cherri è il primo artista contemporaneo in residenza al Museo Egizio di Torino. Sta montando un’installazione, «Returning the gaze», che dialoga con la collezione del museo torinese e che verrà inaugurata il 20 novembre in occasione della celebrazione del bicentenario dell’istituzione, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’opera si concentra sulla relazione con gli oggetti del passato, stabilendo un rapporto tra la civiltà egizia e la contemporaneità, e affrontando temi come la memoria, la cultura materiale, la decolonizzazione e il ruolo delle istituzioni. Domani 30 ottobre alle 17.30 si terrà un’anticipazione di questa residenza d’artista con la performance «The book of mud/Il libro del fango», al termine della quale vi sarà una conversazione tra Ali Cherri, Christian Greco, direttore del Museo Egizio e Davide Quadrio, direttore del Mao-Museo d’Arte Orientale. L’evento, che durerà circa mezz’ora, si svolgerà nella nuova vasoteca o biblioteca dei vasi e coinvolgerà anche il musicista Charbel Haber, lo scrittore Souhaib Ayoub e l’attrice Francesca Bracchino. 

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La galleria Marian Goodman inaugura una grande sede a Tribeca

La Marian Goodman Gallery ha inaugurato il 26 ottobre il suo nuovo spazio di punta nella via principale del quartiere delle gallerie di Tribeca, a Manhattan. La galleria ha preso in affitto il Grovesnor Building al 385 di Broadway, un ex magazzino con una facciata in ghisa risalente al 1875, che è stato ampiamente restaurato dallo studio di architettura StudioMda. La struttura dispone di uno spazio complessivo di 35mila metri quadrati, distribuiti su cinque piani, oltre a un seminterrato con ampie e luminose gallerie e sale di osservazione private, uffici, archivi, una biblioteca, uno studio fotografico, magazzini e altro ancora. In occasione di una visita in anteprima dello spazio il 24 ottobre, Rose Lord, managing partner della galleria, ha definito la nuova sede innanzitutto uno spazio a sostegno dei suoi artisti: «La missione della galleria è sempre stata e continuerà ad essere l’impegno nei confronti dei nostri artisti».

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A Palazzo Strozzi fino alla fine di gennaio ombrelli-tutù come fiori «nictinastici»

Fino al 26 gennaio 2025, tutti col naso all’insù in quella vera e propria «stanza dell’arte» offerta a tutti nel cuore di Firenze che è la corte rinascimentale di Palazzo Strozzi. Sette grandi ombrelli-tutù bianchi scendono infatti dall’alto, aprendosi come fiori sulle note di un brano sinfonico composto dal musicista, attore e regista contemporaneo statunitense Rza nell’installazione «Shy Society», appositamente creata per Strozzi dal duo olandese Drift. Il progetto appartiene al programma Palazzo Strozzi Future Art in collaborazione con la Fondazione Hillary Merkus Recordati, e trasforma il cortile del palazzo in un palcoscenico immersivo in cui si fondono espressione artistica, natura e scienza. Alla base degli eleganti movimenti c'è un software progettato per imitare i movimenti imprevedibili e naturali dei fiori reali, che offre una riflessione sull’interrelazione tra natura e artificio, controllo e meraviglia. «Shy Society» trae infatti ispirazione dalla «nictinastia», fenomeno che porta alcune specie di piante e fiori a chiudersi durante la notte e riaprirsi all’alba per autodifesa e conservare le proprie risorse. Questo fenomeno ci induce a riflettere non solo sul concetto di bellezza, ma anche di adattamento all’ambiente da parte di tutte le forme di vita.

Redazione, 29 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata