LUNEDÌ 30 SETTEMBRE 2024
NOTIZIE IN BREVE | 12 NOTIZIE
- 01 In vendita la casa parigina di Jean Dubuffet, a 12,5 milioni di euro
- 02 In Turchia un frutteto lascia il posto a uno scavo archeologico
- 03 I tre premiati dei Siena Awards 2024: Jadallah, Topaz e Santander
- 04 Si rimuovono i ponteggi nel Duomo di Monreale. Quando partirà il restauro di navate e transetti?
- 05 Per i 60 anni dalla fondazione del Rotary Club Bologna, si restaura uno sgabello etrusco al Museo Civico Archeologico
- 06 In un sito archeologico normanno è stata scoperta una capsula del tempo, un messaggio di un archeologo di 200 anni fa
- 07 L’associazione Amici di Doccia cessa le sue attività
- 08 Genova Start, la «notte bianca» del contemporaneo a Genova
- 09 Galleria Nazionale dell’Umbria: i visitatori del 2024 fino al 29 settembre sono già 112mila
- 10 La sezione Open Call del Photo Grant di Deloitte alla fotografa venezuelana Fabiola Ferrero
- 11 La Caccia ai Tesori Arancioni del Touring Club: alla scoperta delle piccole eccellenze italiane
- 12 Addii | Richard Mayhew
In vendita la casa parigina di Jean Dubuffet, a 12,5 milioni di euro
La casa parigina di Jean Dubuffet è stata messa sul mercato per 12,5 milioni di euro. Nel 1945, l’artista prese in affitto uno studio in un vicolo cieco del VI Arrondissement, già centro di studi d’artista tra Montparnasse e Saint-Germain-des-Prés. Vi rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 1985. Per Dubuffet si trattava di una dimora ideale, che gli offriva piacere estetico e privacy: l’artista riceveva ospiti solo il giovedì. Terminata nel 1928, la struttura a tre piani era stata creata appositamente come studio-casa per Mela Muter, una pittrice polacca post-impressionista che aveva frequentato i circoli culturali parigini a partire dagli anni Dieci ed era stata progettata da un amico di Muter, Auguste Perret, uno dei primi architetti francesi ad abbracciare completamente il cemento armato. La proprietà dell’immobile viene trattata dall'agenzia immobiliare di lusso parigina Varenne.
In Turchia un frutteto lascia il posto a uno scavo archeologico
Un contadino della provincia di Elazig, nell’est della Turchia, impegnato a piantare alberelli, ha capito che stava camminando su un tesoro archeologico quando ha visto spuntare dalla terra figure di cervi, lupi, gazzelle, e specie rare di piante. Si tratta di un mosaico di ben 84 metri quadrati di superficie, il più grande fra i tanti ritrovati in Turchia. Un’opera colossale, rimasta intatta e datata dagli archeologi al periodo tardo romano-primo bizantino, V- VI secolo d.C. La Turchia è il Paese più ricco di antichi mosaici romani: nel 2011 è stato aperto il Museo Zeugma nella città di Gaziantep, lungo l’Eufrate (vicina al confine siriano) che con i suoi 2.500 metri quadrati di mosaici è diventato il più grande Museo del mondo di arte musiva, superando il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi.
I tre premiati dei Siena Awards 2024: Jadallah, Topaz e Santander
Sono i fotografi Ali Jadallah, Gilad Topaz e Lurdes Santander i vincitori premiati il 28 settembre a Siena, nel corso dei Siena Awards 2024, che ha conferito i premi Sipa (Siena International Photo Awards), i Drone Photo Awards e i Creative Photo Awards. Il palestinese Ali Jadallah con «Irreplaceable» è il fotografo dell’anno Sipa. La sua immagine scattata a Gaza racconta il dramma del conflitto israelo-palestinese attraverso la disperazione di una donna ferita dagli attacchi aerei israeliani nel quartiere Ridwan e sopraffatta dal dolore accanto al corpo senza vita di una persona amata. Il fotografo israeliano Gilad Topaz con «Drifting in space» è il vincitore del Drone Photo Awards. L’immagine ritrae Gilad e i suoi compagni di avventura durante un viaggio a bordo di una nave rompighiaccio nelle gelide acque del Mar Baltico. La fotografa spagnola Lurdes Santander con «Dreaming above the universe» è la fotografa dell’anno del Creative Photo Awards. Lo scatto ritrae il riposo affettuoso notturno di un’orsa e dei suoi tre cuccioli. Il contest ha visto la partecipazione di 6.500 immagini scattate da oltre 4mila fotografi provenienti da 135 Paesi.
Si rimuovono i ponteggi nel Duomo di Monreale. Quando partirà il restauro di navate e transetti?
È iniziata e durerà un mese la rimozione dei ponteggi usati per il restauro e la nuova illuminazione dei mosaici dell’abside e del presbiterio della Cattedrale arabo-normanna di Monreale (Pa), cominciati nel 2023. Sono stati previsti anche, ma la data è incerta per mancanza di fondi, i restauri e la pulitura delle navate centrali e laterali dei transetti e dell’area del portale d’ingresso del Duomo, sito Unesco dal 2015, eretto nel 1174 da Guglielmo II d’Altavilla, re di Sicilia. La cattedrale è celebre per la qualità e quantità dei mosaici d’oro, pietra e vetro che la rivestono per 6.240 metri quadrati: è la più estesa decorazione di questo genere in Italia, maggiore di quella della Basilica veneziana di San Marco e seconda per estensione solo alla chiesa di Santa Sofia a Istanbul. La storia del Duomo è testimoniata nella biblioteca del Seminario arcivescovile di Monreale, fondato nel 1591 dal cardinale Ludovico Torres, che conserva manoscritti miniati e incunaboli databili a partire dal XII secolo. È un archivio prezioso che dovrebbe essere restaurato e protetto dai furti, che nel corso degli anni lo hanno dimezzato.
Per i 60 anni dalla fondazione del Rotary Club Bologna, si restaura uno sgabello etrusco al Museo Civico Archeologico
Al Museo Civico Archeologico di Bologna, con un cantiere di restauro aperto al pubblico nei giorni 2 e 3 ottobre, prende avvio «Nelle terre dei Rasna», il progetto di salvaguardia e valorizzazione, con la cura scientifica di Federica Guidi e Marinella Marchesi (archeologhe del museo felsineo diretto da Paola Giovetti), di uno sgabello etrusco in avorio datato alla fine del VI secolo a.C., esempio di manufatto con funzioni di rappresentanza, tra i più importanti reperti della Bologna dell’epoca, appartenente alle collezioni del museo bolognese. Il reperto è parte del ricco corredo rinvenuto in una tomba etrusca portata alla luce nel 1887 dall’allora direttore del Museo Archeologico Edoardo Brizio (1846-1907) nel parco dei Giardini Margherita, in occasione dei lavori di sistemazione per accogliere i padiglioni dell’Esposizione Emiliana nel 1888. L’attuale intervento nasce dalla collaborazione culturale con il Rotary Club Bologna Est in occasione dei 60 anni dalla sua fondazione.
In un sito archeologico normanno è stata scoperta una capsula del tempo, un messaggio di un archeologo di 200 anni fa
In un sito storico di Bracquemont (Seine-Maritime), in Normandia, una squadra di archeologi e alcuni volontari hanno portato alla luce nella scorse settimane una «capsula del tempo». «Stavamo svolgendo delle ricerche nell'accampamento di Cesare, un sito sulla scogliera minacciato dall'arretramento della linea di costa. Sapevamo che qui c’erano delle trincee tedesche e che all’inizio del XIX secolo erano stati effettuati degli scavi archeologici. Pierre, uno dei volontari degli scavi, è stato il primo a mettere una pala sul vaso di ceramica che conteneva la capsula del tempo», spiega Guillaume Bondel, che è stato testimone della scoperta. La scritta recita: «P.J. Féret, nativo di Dieppe e membro di diverse società di studiosi, ha scavato qui nel gennaio 1825. Sta continuando le sue ricerche in questo vasto recinto conosciuto come Cité de Limes o Camp de César».
L’associazione Amici di Doccia cessa le sue attività
Dopo oltre vent’anni dedicati alla ricerca, allo studio, alla conservazione e valorizzazione dell’antica Manifattura Ginori, l’associazione Amici di Doccia cessa le sue attività e ne darà l’annuncio domani primo ottobre, alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, proprio là dove nel 2003 partì la sua avventura. Nell’occasione, presenterà gli interventi di restauro realizzati nell’ultimo anno e il recente volume dei «Quaderni dell’associazione», intitolato «Ginori in asta. Uno sguardo sulle vendite degli ultimi vent’anni». Nel corso del 2024 l’associazione ha completato il restauro di cinque opere dalle collezioni del Museo Ginori: una lampada in porcellana disegnata da Gio Ponti per Richard-Ginori negli anni Venti; due gruppi scultorei in terracotta da Giuseppe Piamontini, «Bacco e Arianna» e «Venere e Amore», entrambi degli anni Cinquanta del XVIII secolo; due grandi modelli in gesso raffiguranti «Ercole e il leone», l’uno da Stefano Maderno e l’altro da una composizione attribuita a Pietro Tacca.
Genova Start, la «notte bianca» del contemporaneo a Genova
A Genova il 3 ottobre torna «Genova Start», la notte bianca delle gallerie d’arte genovesi, evento che coinvolgerà, quest’anno, un numero record di espositori: 24. Dopo il successo del 2023, che ha registrato oltre 6mila presenze, l’appuntamento ritorna dalle ore 18 fino alle 24 con un opening comune. Ecco i 24 partecipanti all’evento: ABC Arte, ArtRoom, Galleria Arte Studio Il Basilisco, Archivio Caterina Gualco, Capoverso Arte Contemporanea, C+N Gallery Canepaneri, Campo XS, Casana 11, Galleria d’Arte Il Vicolo, Galleria San Lorenzo Al Ducale, Galleria d’Arte Merighi, Guidi Arte Contemporanea, Guidi&Schoen Arte Contemporanea, Leonardi V-Idea, Massone Arte, Melkio Art Studio, Pinksummer, Prismastudio, Rossetti Arte Contemporanea, Sharevolution contemporary art, SpazioUnimedia contemporary art, Stella Rouskova Gallery, VisionQuesT 4rosso, Willy Montini Arte.
Galleria Nazionale dell’Umbria: i visitatori del 2024 fino al 29 settembre sono già 112mila
Il numero dei visitatori della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia non è mai stato così alto come nel 2024, se si esclude l’exploit del 2023 dovuto alla grande mostra dedicata a Perugino. Nel 2019, primo anno di riferimento utile, considerate le chiusure per Covid e riallestimento, i visitatori erano stati 96.238; quelli di quest’anno,considerati fino al 29 settembre, sono già 112mila. Vista la risposta del pubblico, il capolavoro «Le tre età» di Gustav Klimt sarà esposto alla Galleria Nazionale dell’Umbria fino al 19 gennaio 2025.
La sezione Open Call del Photo Grant di Deloitte alla fotografa venezuelana Fabiola Ferrero
La giornalista e fotografa venezuelana Fabiola Ferrero (1991), con il progetto «Reinas», è la vincitrice della sezione Open call del Photo Grant di Deloitte 2024, promosso da Deloitte Italia con il patrocinio di Fondazione Deloitte e in collaborazione con 24 Ore Cultura, la direzione artistica di Denis Curti e il team di BlackCamera. Quest’anno sono arrivate 867 «application» alla Open call che hanno coinvolto circa 64 paesi, numeri che testimoniano come la fotografia sia un linguaggio sempre più universale. «Ci ha molto colpito un dato: moltissime application, quasi 80, sono arrivate dall’Africa, e una concentrazione particolare dalla Nigeria», dichiara Denis Curti, direttore artistico del Photo Grant di Deloitte.
La Caccia ai Tesori Arancioni del Touring Club: alla scoperta delle piccole eccellenze italiane
Il 6 ottobre in tutta Italia andrà in scena la Caccia ai Tesori Arancioni, l’iniziativa del Touring Club Italiano che invita a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra del nostro Paese, attraverso percorsi unici che si snodano nel cuore dei borghi certificati con la Bandiera Arancione. Arrivata alla sua quinta edizione, la Caccia ai Tesori Arancioni coinvolge 100 comuni in tutto il Paese, da nord a sud, pronti ad accogliere migliaia di visitatori in un percorso a sei tappe che svela la più profonda e autentica identità del territorio e delle comunità che lo abitano.
Addii | Richard Mayhew
È morto il 26 settembre, all’età di 100 anni, Richard Mayhew, pittore di paesaggi, illustratore ed educatore americano, di origini familiari native e afroamericane. I suoi paesaggi astratti e dai colori vivaci sono influenzati dalle sue esperienze personali e dal suo interesse per il jazz e le arti dello spettacolo. Ha vissuto e lavorato a Soquel e Santa Cruz, in California. Nel corso della sua vita, Mayhew è stato spesso identificato come un pittore di paesaggi, ma si sottraeva a questo titolo, correggendo gli interlocutori e dicendo loro che in realtà era un pittore di paesaggi mentali. «Quando vado su una tela, ci metto sopra il pigmento ed è suggestivo, molto suggestivo», spiegò in un incontro nel 2019 al Getty Research Institute. «Mi ci sento coinvolto con il sentimento del desiderio, dell’ambizione, dell’amore, dell’odio, della paura, questi sono i miei dipinti».