Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliRestauro al via per la monumentale «Crocifissione» di Jacopo Tintoretto conservata nella Scuola Grande di San Rocco, il tempio laico della pittura del maestro dell’arte rinascimentale veneziana. L’opera, che misura più di 5 metri di altezza e 12 di larghezza ed è considerata uno dei capolavori assoluti di Tintoretto, fu completata nel 1565, lo stesso anno in cui il pittore entrò a fare parte della Scuola.
A finanziare l’intervento, che dovrebbe durare due anni, sarà ancora una volta Save Venice, il Comitato privato internazionale statunitense di salvaguardia per Venezia,che già nel 2018 in occasione del cinquecentenario della nascita dell’artista, aveva sostenuto il restauro di 19 suoi dipinti conservati a Venezia, così come quello della sua tomba. Il lavoro conservativo sulla «Crocifissione» si svolgerà nella stessa Sala dell’Albergo che ora la ospita. Una riproduzione in scala reale verrà installata a copertura della parte anteriore del ponteggio del cantiere, permettendo ai visitatori di sperimentarne comunque l’impatto visivo.
La prima fase prevedeva un’analisi non invasiva del dipinto, compresa la fotografia UV e infrarossi per identificare eventuali problemi o aree danneggiate. Sulla base di questi risultati, i tecnici affronteranno i problemi di conservazione come il sollevamento e lo sfaldamento della vernice, quindi rimuoveranno gli strati superficiali non originali, tra cui sporcizia, vecchie vernici, sovraverniciature e ritocchi risalenti a trattamenti precedenti.
L’analisi scientifica effettuata nel 1972, durante l’ultimo intervento, aveva rivelato che Tintoretto delineò la composizione direttamente sulla tela, disegnando dapprima figure nude sulle quali sovrappose poi panneggi dipinti. Per articolare una composizione così enorme e vasta, Tintoretto si ispirò alla «Crocifissione» che aveva realizzato nella Scuola del Sacramento della Chiesa di San Severo (oggi scomparsa), dipinto ora conservato alle Gallerie dell’Accademia.
La scena si svolge sullo sfondo di un cielo livido, percorso solo da alcuni bagliori e gonfio di nubi minacciose all’orizzonte, che dà all’osservatore la sensazione di una sciagura imminente. Vi compaiono Gesù Cristo crocifisso, con la Vergine, san Giovanni Evangelista e le pie donne che lo piangono ai piedi della croce. Ma anche i due ladroni che stanno per essere issati sulle croci, soldati e aguzzini. Una grande rappresentazione scenica, un trionfo della luce e del colore attraverso un uso superbo del chiaroscuro.
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«Crocifissione» (1565) di Jacopo Tintoretto, Venezia, Scuola Grande di San Rocco
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