Michela Moro
Leggi i suoi articoliGian Giacomo Poldi Pezzoli, (Milano, 1822-79) primo collezionista milanese ad aprire la propria casa ricca di capolavori al pubblico, ha compiuto 200 anni, ed è festeggiato dai propri sostenitori, nella serata «Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Il collezionista “illuminato”», ideata dall’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli in collaborazione con il Museo.
Un gruppo nutrito, dal presidente della Fondazione Gian Giacomo Attolico Trivulzio alla direttrice Annalisa Zanni, dagli Amici del Museo col presidente Aldo Citterio ai numerosi ospiti, ha potuto ascoltare i brillanti racconti di due collezionisti contemporanei: Giovanna Forlanelli Rovati, Presidente della Fondazione Luigi Rovati che ha da poco inaugurato il Museo Etrusco di Milano, e Lele Lanfranchi, tenace e poliedrico collezionista dall’Arte Primitiva alla Pop Art.
Nelle sale che evocano epoche passate, dal Medioevo al Settecento, si godeva dei molti capolavori in maniera raccolta e intima, fino alla nuova Orangerie affacciata sull’incantevole giardino, dove Aldo Citterio ha consegnato a Gian Giacomo Attolico un cospicuo assegno, risultato della raccolta fondi della serata a sostegno del museo.
Il Poldi Pezzoli gode di una buona sinergia nella gestione fra enti pubblici e privati, parte del proprio Dna. Illuminato e lungimirante era già il fondatore Poldi Pezzoli che nel 1871 aveva disposto che la casa e tutte le opere contenute divenissero una Fondazione Artistica «ad uso e beneficio pubblico in perpetuo», mentre l’Associazione Amici del Museo si forma per merito di generosi donatori negli anni Sessanta.
Sempre per essere vicini al Museo, nel 2012 è nato il Club del Restauro, grazie a Marta Marzotto, che scelse d’intervenire nel recupero d’importanti capolavori bisognosi di restauro.
Il primo restauro è stato la Madonna con il Bambino, detta «Madonna del libro» di Sandro Botticelli, (1445-1510), dedicato al ricordo della figlia Annalisa, e molti donatori sono seguiti, restaurando capolavori quali il «Compianto sul Cristo morto», ancora di Botticelli, l’«Imago Pietatis» di Giovanni Bellini, la «Madonna dell’Umiltà» di Zanobi Strozzi, «Gondole sulla laguna» di Francesco Guardi, l’«Artemisia» del Maestro di Griselda.
In solo dieci anni il Club del Restauro ha raccolto più di 350mila euro, per il recupero e il restauro di circa sessanta capolavori pittorici, oltre a 380 pizzi e ricami, ventagli, arredi, disegni, armature, numerosi oggetti di arte decorativa, tra cui orologi meccanici, sedie e poltrone con intarsi in ebano e avorio, mentre altre somme sono state investite nella manutenzione preventiva di alcune sale del Museo.
È una forma di partecipazione che può sembrare elitaria, ma che è molto democratica, perché permette di avvicinarsi e in un certo senso «possedere» una piccola porzione di capolavori preziosissimi e prestigiosi, anche con somme modeste, senza timidezze, chiedendo al museo la lista delle opere che necessitano di restauri.
Si può sostenere singolarmente il restauro di un’opera, in nome di persone care, che avrà una didascalia dedicata accanto all’opera salvata, sia il nipotino da educare al bello sia un regalo di compleanno o di anniversario. Oppure si possono anche donare cifre molto basse, a propria discrezione, che andranno a integrazione di restauri in corso e che danno diritto all’associazione al Club del Restauro senza scadenze, con molti benefit.
Oltre a seguire il percorso e gli esiti dei restauri, i membri del Club partecipano a visite a collezioni private di particolare rarità, presentazioni ad hoc sui temi delle collezioni del Poldi Pezzoli, conferenze e incontri con personaggi della cultura e dell’arte.
Alcune di queste opere grazie agli interventi del Club del Restauro, hanno affrontato importanti trasferte, ad esempio in Giappone nel 2014: «The Poldi Pezzoli Museum. The Aristocratic Palace and its Beauty-Milan: the Magnificent Collection of the Nobleman», a Tokyo, nel Museo Bunkamura d’Arte, e a Osaka, nel Museo d’Arte Abeno Harukas, che fu un grande successo di pubblico.
Motore del Club del Restauro è un gruppo determinato e unito, composto da Umberta Gnutti Gussalli Beretta, presidente, Marta Brivio Sforza, Antonella Camerana e Paola Manfrin, responsabile anche dell’ironico logo del Club.
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