
Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliSi è da poco conclusa la quarta campagna di scavi al santuario del Bagno Grande rinvenuto nel comune di San Casciano dei Bagni. Le ricerche portate avanti dall’Amministrazione comunale e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, con diverse università italiane, hanno confermato le attese.
Il team dello scavo diretto da Jacopo Tabolli ed Emanuele Mariotti ha ricostruito le fasi di abbandono del complesso portando di nuovo alla luce le colonne crollate nella vasca sacra. Al di sotto, sono riemerse dal fango le offerte donate dai fedeli che lo frequentavano.
Si tratta di centinaia di monete d’oro, d’argento, d’oricalco e di bronzo databili tra l’età augustea e quella dell’imperatore Marco Aurelio, una serie di cinque bronzetti, tra i quali si riconosce uno splendido Pan, cinture in lamina di bronzo, fiaccole miniaturistiche, clave di Ercole e altri reperti.
L’opera d’impatto maggiore è un putto in bronzo (inizio II secolo d.C.) che raffigura un infante sorridente con la sacra bulla al collo, che richiama il celeberrimo Putto Graziani conservato nei Musei Vaticani. E, come questo, presenta un’iscrizione sulla coscia destra.
Le divinità venerate nell’area sacra dovevano essere più di una, tra queste, almeno, Iside, Fortuna Primigenia e Apollo. Quest’anno sono state riportate alla luce testimonianze che sembrano rinviare a Iside e a Serapide e testimoniare un rito che voleva favorire il contatto con le divinità.
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Il Putto di San Casciano, con l'iscrizione visibile sulla coscia
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