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Particolare del terzo livello e del tetto della Cappella Reale della Reggia di Versailles prima del restauro. © Châteaux de Versailles et de Trianon
, Dist. RMN-Grand Palais / Christophe Fouin

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Particolare del terzo livello e del tetto della Cappella Reale della Reggia di Versailles prima del restauro. © Châteaux de Versailles et de Trianon
, Dist. RMN-Grand Palais / Christophe Fouin

Il testamento spirituale del Re Sole

Entro il 2020 verrà ultimato il restauro degli esterni della Cappella Reale di Versailles

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Versailles (Francia). Terminerà entro il 2020 il restauro degli esterni della Cappella Reale del Castello di Versailles che, con la Galleria degli Specchi, rappresenta l’espressione più compiuta dello stile regale voluto da Luigi XIV. Ultima delle grandi costruzioni commissionate dal Re Sole per quel microcosmo simbolico dell’unicità della figura e del potere del sovrano, la Cappella ne è una sorta di testamento spirituale.

Il progetto, avviato nel 1687 da Jules Hardouin-Mansart e completato da Robert de Cotte nel 1710, inserisce tra il corpo centrale e l’ala nord del complesso un nuovo edificio che per l’audacia dell’architettura e la qualità delle decorazioni si pone come un capolavoro dell’arte sacra barocca. Concepita tanto come opera autonoma quanto come parte integrante della Reggia, la Cappella Reale unisce l’impulso verticale e il carattere di «santuario di luce» tipici delle cappelle gotiche al virtuosismo architettonico e decorativo trionfalmente barocco, dove l’oro, emblematico del Re Sole, rifulge in abbondanza nella simbiosi fra architettura e decorazione.

In linea con la tradizione delle cappelle palatine, l’edificio ha due piani. La tribuna principale, centrale e situata sopra l’ingresso, è riservata alla famiglia reale. Le tribune minori, sopra le navate laterali, ospitano i principi del sangue e i grandi dignitari. Il resto della corte trovava posto al piano terra. Oggetto dell’attuale restauro è l’esterno della Cappella in pietra, con ardite elevazioni e lesene corinzie che incorniciano ampie e alte finestre ad arco con vetriate dipinte.

Una grande trabeazione incorona i primi due livelli e funge da base per la balaustra ornata da 28 sculture eseguite da Corneille Van Clève, Jean-Baptiste Théodon e Guillaume Coustou. Il terzo livello, arretrato, è composto da nicchie segnate da contrafforti ricurvi e grandi vetrate che illuminano la volta interna dipinta da Antoine Coypel. Infine, il tetto in ardesia porta, alle estremità, due gruppi scultorei in piombo dorato realizzati da Guillaume Coustou e Pierre Lepautre.

Lo stato precario di conservazione del tetto e della decorazione esterna scolpita (l’ultima manutenzione risale a fine Ottocento) richiede un’azione urgente di ripristino delle coperture sia dall’esterno sia dall’interno, che investe la struttura portante della navata, le ardesie, gli ornamenti di piombo, le dorature, le facciate in pietra, le statue e le vetrate. Pierre Delavie, specializzato nel trompe-l’oeil e nell’anamorfosi monumentale, ha realizzato un’enorme tela che avvolge le impalcature alte 40 metri e riproduce all’esterno l’interno della Cappella.

Il restauro, finanziato dalla Fondation Philanthropia e da Saint-Gobain seguirà filologicamente le antiche tecniche tradizionali grazie a un’équipe di artigiani di competenza per così dire «ancestrale»: maestri d’ascia, esperti di tetti e coperture, maestri vetrai, fabbri, scalpellini, doratori, scultori, maestri metallieri, con lo scopo non secondario di creare un cantiere-scuola per l’alta formazione professionale di una nuova generazione di artigiani.

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 28 marzo 2020 | © Riproduzione riservata

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