Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliÈ di nuovo visitabile dal 26 giugno Ca’ Rezzonico, il Museo del Settecento veneziano (parte della Fondazione Musei Civici Veneziani) chiuso dallo scorso novembre per lavori di ristrutturazione finanziati con l’ArtBonus e dalla Coop, per un importo di 450mila euro. Improntato alla filosofia che un buon restauro, una volta compiuto, non lascia traccia di sé, l’intervento si è focalizzato sul piano terra, quello liberamente accessibile al pubblico e che si conclude nel giardino, unico spazio verde nella zona di Dorsoduro, «aperto anche se sono pochi ormai i residenti rimasti», ironizza Alberto Craievich, responsabile del museo.
Il piano terra è quello riservato ai servizi: ristoro, bookshop e biglietteria accorpati, guardaroba, un salotto realizzato nei colori di un quadro di Giambattista Tiepolo. Comprende oggi anche una sala riservata alle attività didattiche, multisensoriale, fruibile anche da persone disabili, all’insegna dell’interattività giocosa ma che, presentando ad esempio la copia della «Dama velata» (1720 ca) di Antonio Corradini, introduce anche alle collezioni del primo piano. Qui l’allestimento conserva l’impronta impressa nel 1936 da Nino Barbantini, in collaborazione con Giulio Lorenzetti: un sogno che conciliava tradizione e modernità, secondo lo stessa Barbantini.
«E noi quel sogno continueremo a realizzarlo», chiosa Craievich: «Volendo valorizzare le nostre collezioni permanenti, stiamo procedendo al restauro di opere come le battaglie di Francesco Guardi, le sculture di Antonio Corradini (tra cui la sua celebre "Velata") e un piccolo bozzetto di Giambattista Piazzetta, acquisito per donazione». Sul fronte progettuale, si è reintegrato l’antico pavimento di pietra d’Istria, coerente con le semicolonne e le paraste del bugnato delle pareti. Particolare attenzione è stata riservata all’illuminotecnica a led estesa a tutti i piani. «Ca’ Rezzonico è oggi museo rinnovato che guarda al futuro senza rinunciare alla propria storia», annota il sindaco Luigi Brugnaro. Ma i lavori non si sono conclusi con questa riapertura: il cronoprogramma prevede infatti per il 2024 il restauro (a museo aperto) del grande Salone da ballo.
Per quanto concerne l’attività espositiva, il primo appuntamento è con «Lino Tagliapietra. L’origine del viaggio» (dal 14 luglio al 25 settembre), mostraospitata nel sottoportego in concomitanza con la pubblicazione della sua biografia Lino Tagliapietra. Sculptor in Glass, di Glenn Adamson e Henry Adams (224 pp., 150 ill. col., Monacelli, Londra 2023, £ 39,95). È un omaggio al grande maestro del vetro a 88 anni ancora pienamente creativo, come dimostra l’opera realizzata alla fine del 2022, ispirata allo skyline di Dubai ed esposta, oggi insieme a una ventina di altri vetri, esemplari del suo percorso artistico. In ottobre, invece, saranno esposte le miniature su avorio di Rosalba Carriera, di cui ricorre il 350mo anniversario della nascita. Per l’occasione Save Venice ha restaurato le cornici.
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