Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliNello sfortunato anno di Raffaello, il Victoria and Albert Museum gli rende omaggio con la riapertura, il 14 novembre, della riallestita Raphael Court, che conserva il più importante nucleo di arte rinascimentale italiana del Regno Unito: i Cartoni per gli Arazzi Vaticani. Grazie al prestito della regina Vittoria nel 1865, il museo londinese ospita infatti ben 7 dei 10 dipinti in scala 1:1 che Leone X, a ridosso dell’elezione al soglio pontificio (1513), commissionò a Raffaello allo scopo di tessere nel laboratorio di Bruxelles di Pieter van Aelst un ciclo di arazzi per la Cappella Sistina con le «Storie dei santi Pietro e Paolo».
Giunti in Gran Bretagna all’inizio del XVII secolo grazie al futuro re Carlo I, i cartoni (che misurano 5 metri di larghezza per 3,5 di altezza) sono stati oggetto dall’agosto 2019 di una innovativa mappatura fotografica, condotta con ausili digitali d’avanguardia nati dalla sinergia con Factum Foundation e Momart.
La rimozione delle cornici ha consentito, oltre ai controlli sullo stato di conservazione generale delle opere e alla pulitura di vetri e telai, l’acquisizione di immagini tridimensionali della superficie e foto panoramiche composte, che «registrano» lo stato del colore e forniscono nuovi dati grazie all’uso di raggi infrarossi.
Fondamentale si è rivelato l’utilizzo di 4 laser scanner 3D «Lucida», inventati da Factum Arte, che hanno impiegato per ogni immagine oltre 95 ore. Le immagini non solo saranno fondamentali nella conservazione futura dei «Cartoni», ma costituiscono anche un utilissimo strumento di divulgazione che, grazie all’utilizzo della tecnologia Qr code, concorre insieme al nuovo allestimento curato da Feilden Clegg Bradley Studios e al nuovo progetto illuminotecnico a Led di Studio Zna alla valorizzazione espositiva dello straordinario ciclo raffaellesco.
La ristrutturazione della Court, che presenta dimensioni analoghe alla Cappella Sistina, è durata nove mesi. Afferma Ana Debenedetti, principale curatrice del progetto: «La tecnologia all’avanguardia fornita da Factum Foundation ha offerto metodi di studio non invasivi, permettendoci di guardare sotto gli strati visibili di pittura e di scoprire il processo creativo di Raffaello».
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