Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Tina Lepri
Leggi i suoi articoliSono terminati i lavori di risanamento statico e di restauro dell’Abbazia cistercense di Tiglieto. Già nel 1950 uno scavo aveva riportato alla luce parte delle fondamenta del chiostro principale distrutto nel 1400. I lavori si bloccarono per mancanza di fondi. Conosciuta come badia, la chiesa Santa Maria alla Croce venne fondata nel 1120 dai monaci francesi di La Ferté, in Borgogna, dove sette anni prima l’abate Stefano Harding aveva costruito la prima chiesa cistercense di Francia. Il grande complesso monumentale di Tiglieto ha una straordinaria importanza storica, architettonica e paesaggistica: è infatti la prima abbazia cistercense costruita in Italia e si trova nella più vasta area naturale protetta della Liguria, il Parco del Beigua.
L’immensa oasi naturalistica che si estende per 39.230 ettari in 11 comuni tra le province di Genova e Savona è dal 2015 inserita nella lista Unesco Global Geoparks. Dal 1648 la Badia di Tiglieto è di proprietà della famiglia Raggi che ha il compito di conservare l’esteso ambiente naturale che circonda il complesso fino a pochi anni fa curato dagli ultimi monaci cistercensi. Nel 2014 dopo anni di abbandono, facciate sbriciolate e tetti crollati è iniziata l’ultima fase dei lavori. Sono state restaurate le sconnesse abitazioni dei monaci e il locutorium, un locale di passaggio tra il famoso chiostro medievale e il parco. Il progetto prevede il ritorno dei monaci (gli ultimi hanno lasciato Tiglieto per l’Abbazia Chiaravalle di Milano) e la riapertura del monastero al pubblico.
Nel 1966 la proprietà ha stipulato un comodato d’uso di 90 anni con il Comune di Tiglieto e con la Provincia di Genova che ha curato il risanamento statico e il restauro dei locali dell’abbazia più volte vandalizzati nel corso dei secoli: la sala capitolare, le abitazioni dei monaci, la stalla le cui coperture erano quasi crollate, i locali adibiti a foresteria e quelli utilizzati per nove secoli dai monaci per la preparazione dei prodotti.
L’importo complessivo dei lavori, 2 milioni e 795mila euro, è stato sostenuto dai fondi Par-Fas per 640mila euro, dalla Fondazione Carige che ha contribuito con 1 milione e 280mila euro e per il restante da Regione e Provincia. Durante gli ultimi lavori di restauro nelle sale del convitto monastico sono riemerse alcune antiche monofore, parti di capitelli scolpiti, pietre lavorate e altri reperti in via di classificazione. «Tutto verrà esposto nell’abbazia, un gioiello ritrovato. Per il restauro delle fondazioni del peristilio del chiostro medievale sono state anche usate parti originali recuperate», dice l’architetto Pierpaolo Franzese, progettista degli interventi curati dalle Soprintendenze Beni architettonici e paesaggistici e Beni archeologici della Liguria.
Altri articoli dell'autore
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede, Accesso, Sistemi informatici, Visibilità, Illuminazione, Custodi e Sicurezza, Toilette, Bookshop, Ascensore, Caffetteria
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede, Accesso, Sistemi informatici, Visibilità, Illuminazione, Custodi e Sicurezza, Toilette, Bookshop, Ascensore, Caffetteria
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede, Accesso, Sistemi informatici, Visibilità, Illuminazione, Custodi e Sicurezza, Toilette, Bookshop, Ascensore, Caffetteria
La giornalista Tina Lepri dà i voti ai musei italiani. Dieci le materie: Sede, Accesso, Sistemi informatici, Visibilità, Illuminazione, Custodi e Sicurezza, Toilette, Bookshop, Ascensore, Caffetteria