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Il lato ovest delle mura di Carcassonne

© Philippe Benoist

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Il lato ovest delle mura di Carcassonne

© Philippe Benoist

A Carcassonne torna il giro di ronda sulle mura

Stanno per concludersi i lavori avviati nel 2022 sulla celebre cinta muraria medievale (630mila visitatori nel 2023) «liberamente» restaurata da Eugène Viollet-le-Duc

Luana De Micco

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Per la prima volta, a partire da settembre, e dopo due anni di restauri, sarà possibile percorrere interamente a piedi il cammino di ronda della cittadella di Carcassonne, in Occitania, facendo il giro completo delle mura di cinta dello spettacolare complesso architettonico medievale sulle rive del fiume Aude, iscritto dal 1997 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il cantiere, iniziato a marzo 2022 e affidato a Olivier Weets, architetto dei monumenti storici, è sul punto di concludersi. 

Il recupero riguarda una sezione di 300 metri di mura, 9 torri e 7.500 metri quadrati di facciata del versante est, tra la Porte Narbonnaise e la Tour des Prisons, che era necessario consolidare per poter appunto permettere ai visitatori della bella Cité (oltre 630mila nel 2023, il 70% dei quali francesi) di effettuare il percorso completo della fortificazione, come non si poteva più fare da molti anni: 1,3 km di passeggiata attraversando 35 torri (in tutto, la doppia cinta muraria si snoda su 2,6 km e conta 52 torri e barbacane). 

La Cité di Carcassonne posa su una prima cinta gallo-romana, di cui si conservano ampie sezioni ben visibili, poi ampliata e modificata a partire dal XIII secolo, quando venne costruita la seconda cinta muraria, quella più esterna. Nel 1659, al termine di più di vent’anni di guerra franco-spagnola, la Cittadella, avendo perso il suo interesse strategico, venne abbandonata. Fino al 1840, quando lo scrittore Prosper Mérimée, ispettore nazionale dei monumenti storici, ne affidò il restauro a Eugène Viollet-le-Duc, l’architetto che rimaneggiò anche la Cattedrale di Notre-Dame a Parigi. È a lui che si deve la ricostruzione delle merlature a coda di rondine sulla base di uno stile medievale «ideale», che ha ridisegnato liberamente la sagoma della parte superiore. Iniziati nel 1851, i lavori furono ripresi nel 1879 da Émile Boeswillwald, allievo di Viollet-le-Duc, e portati a termine nel 1911. Nel 2007 uno studio della Drac, la Direzione regionale degli affari culturali, evidenziò delle sezioni di mura particolarmente fragili, dove la pietra, un’arenaria locale esposta al vento e all’umidità, si era pericolosamente degradata. Di qui l’avvio di un lungo e vasto progetto di recupero del monumento, gestito dal Centre des Monuments Nationaux e portato avanti in più fasi, presentato come il primo così importante da Viollet-le-Duc. 

Il restauro di quest’ultima sezione di mura, di cui è attesa la fine, è stato reso possibile dai fondi del Piano di rilancio post pandemia di Covid-19 del Governo francese, che ha permesso di stanziare rapidamente 4,5 milioni di euro, su un budget totale di 5,6 milioni. Dall’alto del cammino di ronda lo sguardo spazia, da un lato, sui paesaggi della pianura viticola circostante, spingendosi, col bel tempo, fino alla Montagne Noire, mentre dall’altro lato, verso l’interno, abbraccia il borgo, con i suoi vicoli pittoreschi e la Cattedrale di Saint-Nazaire: «Abbiamo privilegiato un approccio conservativo, analizzando e consolidando ogni singola pietra. Meno dell’1% delle pietre è stato sostituito, solo quando era strettamente necessario, ricorrendo a una cava della vicina Catalogna spagnola, dove è ancora possibile estrarre un’arenaria con una composizione mineralogica equivalente, che non esiste più in Francia, ha spiegato Weets. Allo stesso modo, abbiamo deciso di conservare gli elementi metallici storici di giunzione, laddove è stato possibile, che testimoniano l’abilità tecnica dei nostri antenati». 

Per permettere l’accesso al pubblico è stato necessario consolidare i parapetti e la pavimentazione del cammino di ronda e le fondazioni di due torri in particolare, la Tour Balthazar e la Tour Saint-Laurent, che presentavano «patologie importanti»: «Delle fratture profonde, benché non evolutive, creavano problemi di giunzione tra il muro di cortina e le torri, ha spiegato ancora l’architetto. Le fratture sono state colmate con della calce, evitando nuove infiltrazioni d’acqua, mentre un sistema di tiranti metallici tiene insieme le parti dissociate, rafforzando la struttura delle torri». Gli elementi moderni aggiunti, necessari per garantire la sicurezza della visita, tra cui i corrimano in metallo, sono stati «progettati riducendo il più possibile l’impatto estetico, per integrarsi in modo rispettoso al monumento. Abbiamo lavorato nel rispetto della tradizione e, al contempo, osserva ancora Weets, rispondendo alle esigenze della nostra epoca». 

Un’immagine del cantiere sulle mura di Carcassonne. © Catherine Jeanjean

Luana De Micco, 29 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

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