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Cecilia Vicuña, «Vaso de leche», 1979, performance site specific, Bogotà

Foto Oscar Monsalve. Courtesy the artist. © 2025 Cecilia Vicuña

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Cecilia Vicuña, «Vaso de leche», 1979, performance site specific, Bogotà

Foto Oscar Monsalve. Courtesy the artist. © 2025 Cecilia Vicuña

A Cecilia Vicuña il Roswitha Haftmann Prize 2025

L'artista, poetessa e attivista cilena, Leone d'oro a Venezia nel 2022, riceverà i 150mila franchi  del premio intitolato alla gallerista e mecenate svizzera per il complesso della sua opera politico-poetica

Artista, attivista, poetessa e cineasta, Cecilia Vicuña (Santiago del Cile, 1948) è la 23ma vincitrice del Roswitha Haftmann Preis, il premio svizzero che con i suoi 150mila franchi (circa 161mila euro) è il più ricco riconoscimento artistico in Europa. Un premio che, come sottolinea la fondazione che lo promuove, è un omaggio «a un’opera che da decenni coniuga radicalità artistica, forza poetica e impegno sociale». 

Vicuña fin dagli anni ’60 ha coniugato il lavoro artistico con l’azione politica. In esilio dopo il colpo di Stato militare in Cile nel 1973, ha continuato a sviluppare sistematicamente il suo approccio: interdisciplinare, femminista, anticolonialista. La sua opera è «un appello a favore della poesia come stile di vita». E dalla poesia la sua opera spazia alla pittura, dalle installazioni alle performance, dal cinema all'attivismo, con un'attenzione particolare alla giustizia sociale, alle culture indigene, alle questioni ecologiche e al potere trasformativo delle parole. Le sue installazioni monumentali realizzate con materiali grezzi come lana, filati o oggetti trovati, sono opere fragili e potenti allo stesso tempo, che fanno appello tanto alla memoria collettiva quanto ai ricordi personali.

Una carriera lunga, quella di Vicuña, irta di sfide e ostacoli, e che ha ricevuto un riconoscimento tardivo, suggellato nel 2022 dal Leone d’oro alla Biennale dei Venezia. I riflettori su di lei si sono puntati dopo la partecipazione, molto apprezzata, alla documenta 14 (2017) di Kassel: da allora le sono state dedicate mostre personali alla Tate Modern di Londra, al Guggenheim Museum di New York, al Museo Nacional de Bellas Artes di Santiago del Cile e, quest’anno, all’Irish Museum of Modern Art di Dublino. Le sue opere sono presenti, tra l’altro, nelle collezioni della Tate di Londra, del MoMA di New York, del Museo Reina Sofía di Madrid, del Guggenheim Abu Dhabi e del Museum of Fine Arts di Boston. E dire che, come dichiarava Vicuña in un’intervista al nostro giornale, «mai ho pensato di aver raggiunto qualcosa. In realtà non si sa mai davvero che cosa sia l’arte e si è sempre alla ricerca. Non ho mai vissuto l’arte come qualcosa di prefissato, anzi, ho sempre avuto una domanda costante: che cos’è l’arte? Com’è? Che cosa vuole?». A dispetto dei suoi dubbi, oggi è riconosciuta oggi come una delle artiste più significative dell’America Latina. 

Come disposto da Roswitha Haftmann (1924-98), la gallerista e mecenate svizzera in cui onore nel 2000 è stato istituito il premio, la vincitrice potrà utilizzare i 150mila franchi che riceverà a sua discrezione, ad esempio per intraprendere nuove attività artistiche o per documentare e conservare la propria opera. Il premio non comporta alcun altro obbligo, se non la presenza dell'artista alla cerimonia di premiazione, in programma il prossimo 21 novembre alla Kunsthaus Zürich. A pronunciare la «laudatio» dell’artista sarà Yilmaz Dziewior, membro del consiglio di fondazione e direttore del Museum Ludwig di Colonia, che si dichiara «estremamente felice» dell’omaggio a Vicuña, «un'artista il cui lavoro emana una grande forza visiva e affronta temi di scottante attualità. Da decenni si interessa da vicino al ruolo della donna nella società, sia in America Latina che nel contesto mondiale. E con la stessa forza richiama l'attenzione sullo sfruttamento economico ed ecologico del nostro pianeta e interviene regolarmente nei dibattiti di attualità. Pochi artisti riescono a combinare tutto questo in modo così duraturo, con tanta rigore e poesia come lei».  

Sempre dal 21 novembre, la Kunsthaus Zürich proietterà (fino al 22 marzo 2026) il film di Vicuña «What Is Poetry to You?» (1980), che fa parte della collezione del museo zurighese. Realizzato a Bogotà, in Colombia, dopo un soggiorno di studio a Londra conclusosi nel 1975, il film pone a passanti, bambini, prostitute, poliziotti, poeti e a un professore di biologia la domanda: «Che cos'è per te la poesia?». Dalle risposte spontanee degli interpellati emerge uno spaccato dei sogni, delle preoccupazioni e delle speranze delle persone in quel determinato contesto, una sorta di ritratto di una coscienza collettiva, in cui la poesia si afferma come forza emotiva e sociale.

Prima di Vicuña gli altri «artisti viventi di eccezionale talento» a ricevere il Roswitha Haftmann Preis erano stati, tra gli altri, Maria Lassnig, Robert Frank, Cindy Sherman, VALIE EXPORT, Cildo Meireles, Zarina Bhimji, Robert Ryman e Walter De Maria. La decisione di assegnare il premio spetta al consiglio di fondazione, di cui fanno parte per statuto i direttori del Kunstmuseum Bern (Nina Zimmer), del Kunstmuseum Basel (Elena Filipovic) e del Museum Ludwig di Colonia (Yilmaz Dziewior), mentre la presidenza è affidata alla direttrice della Kunsthaus Zürich (Ann Demeester). A questi si aggiungono membri nominati come il giornalista e critico d'arte Thomas Wagner, Karola Kraus (ex direttrice del Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien) e Bernhart Schwenk (conservatore d'arte contemporanea alla Pinakothek der Moderne di Monaco).

 

 

 

Daria Berro, 13 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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