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Donatori di sangue fotografati nel Musée des Beaux-Arts d’Orléans in Francia nel 2021

Courtesy Musée des Beaux-Arts d’Orléans. © Musée des Beaux-Arts d'Orléans

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Donatori di sangue fotografati nel Musée des Beaux-Arts d’Orléans in Francia nel 2021

Courtesy Musée des Beaux-Arts d’Orléans. © Musée des Beaux-Arts d'Orléans

Il potere curativo dell’arte diventa un reportage su «The Lancet»

La rivista medica britannica, per la prima volta in due secoli di storia, ha pubblicato un servizio fotografico che racconta che cosa si può realizzare attraverso approcci creativi alla salute e al benessere. Presentato al Guggenheim di New York nell’ambito della Healing Arts Week organizzata in concomitanza con l’Assemblea Generale dell’Onu, il progetto confluirà in un libro in uscita a fine anno

La salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), non è solo assenza di malattia, ma «integrazione di benessere fisico, mentale e sociale». Una visione che senza le arti sarebbe incompleta. Un rapporto del 2019 dell’Oms sottolinea infatti il ruolo delle arti nella promozione della salute, nella prevenzione delle malattie e nel supporto alla gestione e al trattamento di diverse condizioni di salute, in tutto l’arco della vita. L’integrazione delle arti visive negli spazi pubblici, nei musei, nelle scuole e nelle strutture sanitarie per promuovere il benessere, i programmi di danza per il Parkinson, la musicoterapia per la gestione del dolore e la cura della demenza, nonché l’uso del teatro e dei burattini nella sanità pubblica ne sono un esempio. Ed è da questi assunti che, nel 2023, è nata a New York City la Unga Healing Arts Week, una «celebrazione delle arti e della salute», organizzata da Jameel Arts & Health Lab in concomitanza  con l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Unga).  

Quest’anno la Settimana si è svolta dal 20 al 25 settembre in tutti e 5 i distretti newyorkesi, con un programma di eventi (workshop, proiezioni di film, tavole rotonde, concerti, letture poetiche, performance e altro) che hanno mostrano approcci innovativi alla salute e al benessere complessivo attraverso le arti. Uno dei suoi fulcri è stato il secondo simposio annuale ospitato il 22 settembre dalla NYU Steinhardt, in cui ricercatori, professionisti, artisti e innovatori hanno risposto all’interrogativo: E se dedicarsi alle arti fosse riconosciuto come un comportamento salutare, al pari del sonno, dell’alimentazione, dell’esercizio fisico, del tempo trascorso nella natura e delle relazioni sociali? «In un momento in cui l’empatia, l’integrità scientifica e la dignità umana sembrano sempre più fragili, si legge nei materiali del simposio, le arti offrono un nutrimento vitale: sfidano i preconcetti, rafforzano la resilienza e coltivano comunità compassionevoli e connesse». 

Rispondendo a quanto raccomandato nel Rapporto dell’Oms del 2019, in varie parti del mondo, Italia compresa, diverse strutture sanitarie hanno cominciato a integrare opere d’arte, pratiche o iniziative artistiche nei propri spazi, e i medici a consigliare ai pazienti visite a mostre e musei, bagni di natura o (novità recentissima) viaggi in Svezia. Con la «Swedish Prescription», infatti, la Svezia è diventato il primo Paese al mondo che chiunque può farsi prescrivere dal dottore (il modulo è scaricabile dal sito Visit Sweden). La «ricetta» scandinava promette di curare stress, insonnia e ansia con passeggiate nelle foreste e saune. Nel Regno Unito, stando a uno studio condotto nel 2014 per il Dipartimento della Cultura, dei Media e dello Sport, i partecipanti più anziani che hanno frequentato corsi di disegno nell’ambito dell’iniziativa «Giovedì al museo» hanno riferito di sentirsi meglio e quindi di essere andati dal medico con minor frequenza, con benefici anche economici.

Ma, tornando a New York, «siamo a un punto di svolta nel modo in cui comprendiamo ciò che ci mantiene in buona salute, assicura Nisha Sajnani, condirettrice del Jameel Arts & Health Lab e docente di Drama Therapy and Arts and Health alla NYU Steinhardt. Dedicarsi alle arti non è un lusso o un qualcosa in più, ma fa parte dell’infrastruttura della salute. Proprio come investiamo in acqua pulita, alimentazione e case sicure, dobbiamo investire nella partecipazione culturale come fattore determinante per il benessere».

Il binomio virtuoso arte-salute è da anni oggetto dell’attenzione della rivista medica britannica «The Lancet», fondata nel 1823. Ora, per la prima volta in più di due secoli di storia ha pubblicato un reportage fotografico che illustra come le arti possano migliorare la salute fisica, mentale e sociale. Quel servizio è diventato una mostra, ospitata nel Guggenheim Museum il 24 settembre. Le 30 immagini presentate raccontano che cosa può, o potrebbe, essere realizzato attraverso approcci creativi alla salute e al benessere. Ogni fotografia è stata selezionata per la sua qualità artistica e il suo impatto reale in contesti sanitari e psicosociali, spesso mettendo in evidenza comunità sottorappresentate e ambienti di cura complessi. «Non è solo un reportage fotografico, è un manifesto visivo, asserisce Solkem N’Gangbet, della King Abdullah University of Science & Technology in Arabia Saudita e componente del comitato curatoriale del servizio. Riflette ciò che i dati scientifici ora confermano: l’arte ha un potere terapeutico. E per la prima volta, “The Lancet”, una delle riviste mediche più autorevoli al mondo, dedica spazio alle immagini, alle storie, alle esperienze vissute, comprese quelle delle comunità africane, asiatiche, latinoamericane e di altre regioni troppo spesso escluse dal quadro generale». 

Tra gli scatti che compongono il reportage della Jameel Arts & Health Lab-Lancet Global Series on the Health Benefits of the Arts, uno dell’artista francese JR ritrae detenuti e guardie carcerarie del carcere di massima sicurezza di Tehachapi, in California, «incollati» nel cortile della prigione. «La mia speranza, ha dichiarato JR, è che questa immagine del nostro progetto susciti importanti interrogativi e un dialogo sul ruolo delle arti nella creazione di comunità più sane. Questa serie sui benefici delle arti per la salute rappresenta per noi un'importante opportunità per approfondire il dibattito sui modi in cui l'arte può creare benessere in modi unici e significativi, anche negli spazi più complessi». In un’altra foto, un ragazzino balla la breakdance a Gaza. Uno scatto è dedicato alla trapunta commemorativa dell’Aids (Aids Memorial Quilt), una gigantesca realizzata nel 1987 a Washington Dc, in cui ogni pannello contiene il nome di una persona morta a causa del virus negli anni ’70 e ’80. O ancora, persone che donano il sangue al Musée des Beaux-Arts d’Orléans, in Francia, circondati da dipinti antichi.

Il progetto fotografico precede la pubblicazione della serie completa di Jameel Arts & Health Lab-Lancet Global Series on the Health Benefits of the Arts, prevista a fine del 2025. La serie, che ha coinvolto più di 27 ricercatori, artisti e curatori da tutto il mondo, con Nisha Sajnani come capofila, affiancata dal Dr. Nils Fietje (condirettore del Jameel Arts & Health Lab e responsabile tecnico dell’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità). Curatore principale del progetto fotografico è Stephen Stapleton (condirettore del Jameel Arts & Health Lab e fondatore/amministratore delegato di CULTURUNNERS). La Jameel Arts & Health Lab–Lancet Global Series si basa sul citato rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2019  e fornirà una panoramica delle analisi economiche esistenti e degli attuali quadri politici che stanno già integrando gli interventi artistici nelle linee guida cliniche e di salute pubblica, e raccomanderà strategie per rafforzare la politica globale, tra cui l’ampliamento degli interventi efficaci attraverso la prescrizione sociale e la promozione della collaborazione tra i settori dell'arte, della salute, dell'istruzione e dell’assistenza sociale.

«Più che mai nel nostro mondo post pandemia, chiosa Nathalie Bondil, direttrice del museo e delle mostre dell'Institut du Monde Arabe di Parigi e una delle curatrici del reportage, vediamo che l'arte, la cultura e la creatività hanno il potere di guarire, confortare, rigenerare... e ispirare meraviglia. Le arti offrono innegabili benefici fisiologici, psicologici e sociali, rendendole una parte essenziale di una medicina veramente olistica e personalizzata. Dal punto di vista della salute pubblica, l'arte e la creatività sono strumenti pratici che non solo sostengono il nostro benessere, ma contribuiscono anche a rendere l'assistenza più equa e accessibile a tutti».

 


 

 

 

 

 

 

Veduta aerea diurna dell’affissione (2019) fotografata e installata da JR in collaborazione con detenuti ed ex detenuti del carcere di massima sicurezza di Tehachapi, California, Stati Uniti. Courtesy of the artist © JR Studio

Daria Berro, 29 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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