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Daria Berro
Leggi i suoi articoliDopo aver portato a partire dal novembre 2024 mostre, concerti, proiezioni, performance, incontri letterari e dibattiti in istituzioni parigine di rilievo, MansA-Maison des mondes africaines ha trovato una casa vera, nel X arrondissement della capitale. La sede che inaugura il 4 ottobre è un ex laboratorio di confezioni di moda: 800 mq distribuiti su tre piani in un edifico al 26 di rue Jacques Louvel-Tessier. Nel nome dell’istituzione nata per promuovere, trasmettere e valorizzare le culture contemporanee africane e della diaspora c’è un rimando alla «mansio» latina, una stazione di posta o una dimora, un luogo in cui appunto rimanere, e a Mansa Musa (il re dei re in lingua bambara), sovrano nel Quattrocento dell’Impero del Mali, caratterizzato da circolazione, scambi e apertura con il Vicino Oriente e l’Europa.
Concepita come uno spazio di incontro e di creazione, ma anche di riflessione e pensiero critico, MansA, diretto dalla 45enne giornalista Élisabeth «Liz» Gomis, è un laboratorio vivente, dove artisti e intellettuali, ricercatori e attivisti si incontrano per esplorare i legami tra estetica, politica e memoria. Un luogo ibrido, senza confini tra le discipline, al contempo casa degli artisti, centro di risorse e incubatore di talenti, aperto alla città e al mondo. Per questo primo anno di programmazione, la parola d'ordine è «Unire, Celebrare, Affermare».
Alla fine del 2025 sarà lanciata una rivista cartacea, poi online, su una piattaforma che verrà inaugurata nel 2026. Quest’ultima darà spazio alle iniziative culturali, artistiche, scientifiche e imprenditoriali provenienti dall'Africa, dai Caraibi, dalle Americhe, dall’Oceano Indiano e dall'Europa. La varietà dei formati e dei supporti espressivi conferma la vocazione (e l’aspirazione) di ManSA: essere una fabbrica di racconti, un archivio del presente e uno spazio di proiezione verso il futuro.
A tenere a battesimo MansA, dal 4 al 26 ottobre, è la mostra «Noires» di Roxane Mbanga. Artista interdisciplinare, autrice e regista, dal 2022 lavora a un progetto itinerante che intreccia i racconti delle sue origini guadalupesi, camerunesi e ivoriane con le storie raccolte durante i suoi viaggi in Africa e nei Caraibi. Seguiranno le mostre «Africa is the future» di Nicolas Premier (Francia/Congo) e «Why cabral matters?» di Angela Coutinho (Capo Verde), Paula Nascimento (Angola) e Nú Barreto (Guinea-Bissau).
«Da diversi anni ormai una generazione, al crocevia tra continenti e culture, ha preso la parola e la sua voce non fa che amplificarsi, riassume Liz Gomis. Di origine africana, connessa, multilingue, questa generazione “millefoglie” sta trasformando profondamente il nostro rapporto con il mondo e noi ne vediamo ancora solo i contorni. Questa generazione sta tracciando una nuova strada nelle arti, riappropriandosi dei canoni estetici, delle conoscenze, eludendo i confini del pensiero, della creazione, costruendo la propria cultura pop con i propri codici, il proprio linguaggio e le proprie mitologie. [...] La nostra casa, MansA, vuole essere un catalizzatore, uno spazio dove le lingue circolano, dove le discipline si incrociano, dove le eredità si reinventano. Infine, un luogo senza visti per creare qualcosa di comune in un mondo frammentato. Quindi, con rigore, orgoglio e audacia, MansA accompagna coloro che pensano, creano, sperimentano e collegano, non per colmare una mancanza, ma per celebrare una ricchezza».
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