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Peinture (Femmes, lune, étoiles), 1949, Joan Miró, stima a richiesta, cortesia di Christie's 2

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Peinture (Femmes, lune, étoiles), 1949, Joan Miró, stima a richiesta, cortesia di Christie's 2

A Parigi si sogna fra il blu di Klein e le stelle di Miró

Il 19 e 20 ottobre, da Sotheby’s e Christie’s a Parigi andranno in scena le avanguardie e «Thinking Italian»: ecco alcuni top lot

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Elena Correggia

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Dopo Londra il circo dell’arte si trasferisce nella Ville Lumière, proprio nella settimana che terminerà con la seconda, attesa edizione della fiera Paris plus par Art Basel. Riflettori accesi soprattutto sulle opere dei maestri del secondo dopoguerra, con una nutrita schiera di italiani. Non mancano alcuni capolavori ampiamente promossi nel pre-asta accanto a opere rimaste un po’ più defilate, ma con le carte in regola per appassionare i collezionisti.

Sotheby’s 19 ottobre
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Yves Klein, «Accord Bleu (RE52)», stima 4-7 milioni di euro
Un’opera che unisce in un grande formato le due ricerche più significative dell'artista: quella sui materiali e quella sul colore. Uno dei primi lavori della serie «Relief-éponges», del 1958, «Accord bleu» evoca la vita nelle profondità marine attraverso un’inedita composizione basata su spugne e ciottoli che disegnano una misteriosa topografia, il tutto uniformato dalla polvere luminosa del pigmento «blu Klein», che contribuisce ad accentuare la suggestione di un ipnotico fondale. Un tempo parte della collezione del Brooklyn Museum, in una fase economica incerta viene proposto con una stima prudente, inferiore all’ultima aggiudicazione, avvenuta nel maggio del 2015 da Sotheby’s per 8 milioni, forse per evitare un tonfo, più che un tuffo, nel blu.
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André Lhote, «Les Jouers de rugby», stima 2,3-2,8 milioni di euro
Artista francese che trovò nel cubismo sintentico la sua cifra stilistica più felice, Lhote amava trasporre sulla tela il dinamismo di una partita a rugby o a calcio attraverso una potente ed espressiva stilizzazione formale. Questo dipinto, del 1920 e da 35 anni in una collezione privata europea, ne rappresenta una delle più riuscite esemplificazioni, il cui ritmo viene amplificato da un accurato abbinamento di cromie e accostamenti di linee geometriche.
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Jean Dubuffet, «La rue», stima 1-1,5 milioni di euro
Proveniente dalla collezione di Paul Eluard e realizzata nel 1943, «La rue» risale agli albori della carriera di Dubuffet. È da tenere presente perché contiene già gli elementi della rivoluzione ideale e pittorica che l’artista esprimerà compiutamente negli anni successivi. La volontà di ribaltare i canoni della rappresentazione consueta delle figure e della prospettiva si riflette sulla totale bidimensionalità della tela, sulla trasformazione dei corpi, l’appiattimento delle forme e l’accentuazione del colore. Pur prendendo spunto dalla realtà, la scena perde i contatti con il mondo fisico per proiettarsi quale creazione mentale e visionaria. La pittura di Dubuffet così come la poesia di Eluard rompono con le regole precostituite, si appassionano anche a ciò che arte ufficiale non è, a mondi ai confini come l’arte dei malati mentali, traendo spunti e linfa per mettere a punto un linguaggio personalissimo e anticonvenzionale.
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Alberto Burri, «Sacco», stima 1,5-2 milioni di euro
Questo «Sacco» del 1955, mai passato prima all’incanto, appartiene a una delle serie più fortunate dell’artista umbro. E custodisce i fondamenti della sua ricerca: la tela nero pece e bucata, evocativa di una terra bruciata, la trama del sacco lacerata, qualche segno rosso qua e là richiamano un dramma umano universale, individuale e collettivo al tempo stesso. Pur nella matericità dell’insieme Burri sa imprimere alle cose una valenza spirituale, una capacità manipolativa unica nel sublimare il significato ultimo della composizione, nell’infondere poesia e dramma agli oggetti più umili.
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René Magritte, «La gare», stima 250-350mila euro
In una tornata di aste che vede Magritte protagonista con opere di primo piano ma anche più scontate, ecco apparire un dipinto giovanile curiosamente futurista. Un lavoro del 1922 in cui una locomotiva in corsa sembra emergere dai binari di una stazione ferroviaria. Gli ingredienti futuristi ci sono tutti: scomposizioni e intersezione dei piani che moltiplicano i punti di vista, dinamismo ottenuto attraverso la rappresentazione delle linee di forza, cromatismi accentuati e a contrasto. Un piccolo gioiello che costituì la prima di una lunga serie di opere appartenute alla cantante Evelyne Brélia e al marito François Quinet, compositore e direttore d’orchestra.

Christie’s 20 ottobre
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Joan Mirò, «Peinture (Femmes, lunes, étoiles)», stima a richiesta
Poetico, immaginifico, evocativo di un universo che guarda al cielo e agli omini colorati disegnati dai bambini. C’è tutto lo spirito del Mirò più celebre in una delle tele parte della serie delle «Peintures lentes», eseguite secondo uno stile riflessivo e sognante fra il 1949 e il 1950. In quell’anno l’opera, proposta alla galleria Maeght di Parigi fu comprata da Paul Roux, proprietario del ristorante e hotel La Colombe d’Or, di Saint Paul de Vence, dove venne esposta accanto ai quadri di altri amici e avventori celebri. Fu quello infatti un luogo amato per la sua calda ospitalità da numerosi artisti, letterati e personaggi dello spettacolo fra cui Picasso, Braque, Chagall, Matisse, Prévert e Yves Montand. L’illustre provenienza, l’epoca e la qualità pittorica ne fanno un raro capolavoro.
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Lucio Fontana, «Concetto spaziale», stima a richiesta

Uno dei vertici della produzione del maestro spazialista è individuato dalla critica proprio nel ciclo delle «Venezie», di cui quest’opera costituisce uno dei 22 esemplari, tele di grande formato realizzate nel 1961 secondo uno stile «barocco». Una materia pittorica pastosa e bucherellata, di un color ocra brillante, è attraversata da bianche volute. Una citazione del paesaggio lagunare, delle sue cangianze di luci che si riflettono sull’acqua, della fisionomia architettonica delle sue chiese e dei suoi palazzi. Una tela dal forte impatto visivo, un canto poetico che omaggia l’antico pur con un linguaggio prepotentemente proteso al futuro.
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Alighiero Boetti, «
Da uno a dieci», stima 200-300mila euro
La regola e l’inventiva, il metodo e la casualità, la matematica e la spontaneità dell’arte: sono questi i binari su cui si muove l’opera ideata nel 1979, la prima dell’omonima serie realizzata in bianco e nero. Dono di Boetti a un amico che incontrò durante un periodo di convalescenza trascorso in Liguria, dopo un incidente automobilistico, il lavoro è finora rimasto sempre nella stessa collezione privata. Prendendo ispirazione dai libri per bambini per imparare a contare e dai giochi dell’infanzia, Boetti dà prova in modo emblematico della sua capacità di coniugare i numeri e la loro logica a una riflessione sullo spazio e l’infinito.
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Michelangelo Pistoletto, «Autoritratto (Gemma)», stima 180-250mila euro
Uno degli storici Quadri-specchianti dell’artista, realizzato nel 1971 e uno degli ultimi della serie in cui Pistoletto interviene in modo più artigianale sull’opera, disegnando su carta velina le linee delle figure ricalcate da una fotografia per poi incollarle su una lastra di acciaio inossidabile. L’esito è un teatrale gioco di interazioni fra lo spettatore che si ritrova riflesso nell’opera e i personaggi dipinti. In questo caso è raffigurata Gemma Vincenzini, moglie del critico e storico dell’arte Alberto Boatto, nella collezione del quale è sempre stato custodito il lavoro, inedito quindi per il mercato.
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Tancredi, «Omaggio a Debussy (Il cielo la terra e l’acqua)», stima 180-250mila euro
Potrebbe forse essere la volta buona per tentare un exploit, e superare il record dell’artista, ancora detenuto da «Natura e contemplatività» venduto da Christie’s nel 2008 per quasi 540mila euro. Questo olio su tela di ampie dimensioni (170,5x100 cm ), del 1958, custodito dagli eredi dell’artista, esprime l’apice delle armonie cromatiche del pittore di Feltre, ormai pienamente supportato all’epoca sulla scena internazionale grazie alla sua importante mentore, Peggy Guggenheim. Un mosaico sontuoso di tracce e pennellate che guardano a Pollock, ma anche a Klee e Mondrian e soprattutto alla musica, come dichiara il titolo, per orchestrare una delicata melodia visiva.

Tancredi. © Christie’s

Pistoletto. © Christie’s

Boetti. © Christie’s

Fontana. © Christie’s

Miró. © Christie’s

Lhote. © Sotheby’s

Dubuffet. © Sotheby’s

Lhote. © Sotheby’s

Elena Correggia, 18 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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