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Nel cuore storico della città, dove si estendevano le ortaglie e i frutteti dell’Almo Collegio Borromeo (il Collegio universitario di merito più antico d’Italia), si apre ora un magnifico parco di oltre tre ettari in cui la natura, riqualificata e restaurata, s’intreccia con l’arte del nostro tempo, grazie all’accordo con la Fap-Fondazione Arnaldo Pomodoro, che ha installato qui alcune delle opere monumentali della propria collezione.
Negli Horti dell’Almo Collegio Borromeo (in viale Lungo Ticino Sforza 46), ripensati, come precisa il rettore Alberto Lolli, alla luce dei tre principi di Arte, Natura, Etica, s’intrecciano la salvaguardia della biodiversità (Horti.Oasi), l’inclusione sociale (Horti.Etica) e la condivisione di importanti opere d’arte (Horti.Arte), queste ultime concesse in comodato gratuito dalla Fap.
Come dichiara Arnaldo Pomodoro, «uscire dal proprio studio, dove si lavora e si è protetti, non è una facoltà, è un dovere dell’artista. L’arte di diffondere l’arte è un impegno nel quale la Fondazione crede fermamente: è una strada per creare e incentivare il dialogo con il pubblico, diffondere la conoscenza dell’arte contemporanea e la partecipazione culturale».
Con la sua «Triade» (le tre «colonne» che si alzano da uno specchio d’acqua; nella foto a sinistra) ci s’imbatte nel parco nei lavori di Nicola Carrino, Gianfranco Pardi, Luigi Mainolfi («Sole gabbia», nella foto a destra), Mauro Staccioli e Salvatore Cuschera, oltre alle opere commissionate dal Collegio ad artisti come Ivan Tresoldi e David Tremlett. Aperti gratuitamente dal martedì alla domenica, gli Horti, dove si trova anche il punto di ristoro Zero, sono visitabili anche attraverso un’app.

«Triade» di Arnaldo Pomodoro
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