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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliIeri 21 agosto le autorità egiziane hanno presentato i resti di una città sommersa al largo della costa di Alessandria d’Egitto. Le vestigia comprendono edifici, tombe, vasche per pesci e un antico molo, tutti risalenti a oltre 2mila anni fa. Secondo i relatori il sito, posto nella baia di Aboukir, potrebbe corrispondere a una parte dell’antica città di Canopo, centro importante della dinastia tolemaica e poi dell’Impero romano. Nel giro di secoli una serie di terremoti e l’innalzamento del livello del mare hanno sommerso la città e il porto di Heracleion, che ora costituiscono un importante sito archeologico.
Proprio ieri alcune gru hanno lentamente sollevato in superficie diverse statue, mentre i sommozzatori che avevano contribuito al loro recupero applaudivano dalla riva. «Ci sono moltissimi reperti sott'acqua, ma quelli che possiamo recuperare sono limitati, si tratta solo di pezzi selezionati secondo criteri rigorosi», ha dichiarato il ministro del Turismo e dei Beni culturali, Sherif Fathi. «Il resto rimarrà parte integrante del nostro patrimonio subacqueo».
I reperti comprendono edifici in pietra calcarea che sarebbero stati utilizzati come luoghi di culto, abitazioni o strutture commerciali e artigianali. Sono stati individuati anche serbatoi e bacini scavati nella roccia, destinati all’acquacoltura e allo stoccaggio dell'acqua domestica. Tra i reperti più significativi figurano alcune statue e figure di sfingi anteriori all’epoca romana, una delle quali parzialmente conservata e recante il cartiglio di Ramsete II. Molte statue sono incomplete, come una figura tolemaica in granito decapitata o la parte inferiore di un nobile romano scolpita nel marmo. Una nave mercantile, ancore di pietra e una «gru portuale» risalenti all’epoca tolemaica e romana sono state ritrovate anche sul sito di un molo di 125 metri, utilizzato come porto per piccole imbarcazioni in epoca romana e bizantina.
Sito di grande ricchezza archeologica, Alessandria è oggi minacciata dalle stesse acque che hanno sommerso Canopo ed Heracleion. La città costiera sta sprofondando di oltre tre millimetri all’anno ed è una delle zone più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici e all’innalzamento del livello del mare. Anche nello scenario più ottimistico elaborato dall’Onu, un terzo di Alessandria sarà sommerso o inabitabile entro il 2050.
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