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Atene, Acropoli, 19 maggio 1955: Gorham Phillips Stevens, Doro Levi, Ernesto De Miro, Enrica Fiandra, Giovanni Rizza e Antonio Giuliano

© Archivi G. Rizza

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Atene, Acropoli, 19 maggio 1955: Gorham Phillips Stevens, Doro Levi, Ernesto De Miro, Enrica Fiandra, Giovanni Rizza e Antonio Giuliano

© Archivi G. Rizza

Addio a Ernesto De Miro

Si è spento il 29 agosto, all’età di 99 anni, l’eminente studioso agrigentino la cui carriera al servizio dell’archeologia siciliana e mediterranea è stata scandita da incarichi prestigiosi

«Un faro luminoso della ricerca, della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico della nostra provincia e della Sicilia intera». «A lui si deve la salvaguardia della Valle dei Templi in un periodo in cui proliferavano le costruzioni abusive… Fu un grande studioso di archeologia classica e il suo insegnamento fu di sprone per tanti allievi». Sono alcuni dei messaggi di cordoglio per la scomparsa di Ernesto De Miro, eminente studioso agrigentino mancato il 29 agosto all’età di 99 anni, la cui carriera al servizio dell’archeologia siciliana e mediterranea è stata scandita da incarichi prestigiosi.

Laureatosi in Storia antica con Santo Mazzarino presso l’Università di Catania, fu allievo nel 1955 della Scuola Archeologica Italiana ad Atene prima di diventare professore di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Messina. Per molti anni ha diretto la Soprintendenza ai Beni Archeologici per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna e, nell’ultimo periodo, di Palermo e Trapani. Proprio ad Agrigento, sua città natale, aveva diretto gli scavi nell’area dell’abitato, degli edifici pubblici civili, dei santuari e della necropoli, partecipando vivacemente al dibattito scientifico sulla cronologia dell’impianto urbano di Akragas. Non solo. A lui si deve la perimetrazione del Parco stabilita con il decreto di Rino Nicolosi del 1991, fondamentale per la nascita, con la legge 20 del 2000, del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Sempre in Sicilia ha scavato a Eraclea Minoa e in alcuni siti indigeni nell’interno dell’isola. È stato direttore dell’Istituto di Studi Micenei ed Egeo-anatolici del Cnr di Roma, presidente del consiglio scientifico del Centro di Archeologia greca del Cnr dell’Università di Catania e membro dell’Istituto Archeologico Germanico. Ha diretto anche ricerche nel sito di Leptis Magna in Libia. Autore prolifico di saggi e pubblicazioni, si è dedicato con passione allo studio della Sicilia antica.

Redazione, 01 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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