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Una veduta dell’Hotel Mediterraneo, Roma

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Una veduta dell’Hotel Mediterraneo, Roma

Alfredo Biagini e Massimo D’Azeglio, l’arte di Bettoja Hotels

Da 150 anni il gruppo romano, di cui fanno parte gli alberghi Massimo d’Azeglio, Mediterraneo e Atlantico, racconta l’evoluzione dell’arte dell’accoglienza italiana

Gianfranco Ferroni

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Bettoja Hotels compie 150 anni: un simbolo di continuità e dedizione nel settore dell’hôtellerie romana e italiana. Ora il gruppo guarda al futuro dando impulso al rinnovamento che era già stato avviato nel 2017 con la ristrutturazione di quattro piani dell’Hotel Mediterraneo. In programma per la prossima primavera la ripresa di importanti lavori che riguarderanno anche l’Hotel Massimo d’Azeglio e l’Hotel Atlantico e che si svolgeranno in circa un anno e mezzo. Questa esigenza di cambiamento nasce anche dall’energia delle nuove generazioni della famiglia che stanno animando la storia dei Bettoja, mentre è ancora in corso la loro formazione.

Fu Maurizio Bettoja, da San Maurizio d’Opaglio sul lago d’Orta, in provincia di Novara in Piemonte, a decidere di acquistare a Roma molti immobili urbani e fondi agricoli, le cosiddette «vigne». Fra questi c’era il pianterreno e il mezzanino del palazzo di via Cavour che darà inizio a tutto e cioè il Ristorante Massimo d’Azeglio. Nell’area, proprio in quegli anni, si avviò un’urbanizzazione iniziata soprattutto per l’apertura della grande stazione Termini del 1863. In quella strada nascono i tre hotel della collezione Bettoja, Massimo d’Azeglio, Mediterraneo e Atlantico, che oggi continuano a raccontare l’evoluzione dell’arte dell’accoglienza italiana con 150 dipendenti, 500 camere, le dieci sale riunioni, il roof bar panoramico e l’Antico Ristorante Massimo d’Azeglio in una fusione unica di storia, eleganza e spirito di innovazione oltre che di conservazione. Gli hotel del gruppo fanno anche tutti parte del Comitato Alberghi Storici-Federalberghi Roma. Il ristorante, come l’omonimo hotel aperto successivamente, prende il nome dallo statista piemontese che ricoprì la carica di primo ministro del Regno di Sardegna tra il 1849 e il 1852. All’interno dell’albergo sono conservati tre preziosi dipinti originali di Massimo d’Azeglio, che oltre ad essere un politico fu anche un pittore. All’interno del ristorante, nel 1918 Angelo, appassionato d’arte, inserì le formelle di rame sbalzato dell’artista Alfredo Biagini, raffiguranti animali, fiori e figure fantastiche, inserito nell’associazione Locali Storici d’Italia, si propone sin dall’apertura una cucina tradizione piemontese e romana con piatti raffinati che celebrano le radici della famiglia.

Sia l’Hotel Mediterraneo che l’Hotel Atlantico, aperti entrambi nel 1936, tutt’ora comunicanti attraverso una suggestiva scalinata di legno, furono affidati all’ingegnere architetto Mario Loreti, uno dei più importanti progettisti dell’epoca noto per il suo stile razionalista, caratterizzato da un gusto monumentale e neoclassico. L’Hotel Mediterraneo è stato centro di importanti avvenimenti storici e la sua costruzione, avviata nel 1938 in previsione dell’Esposizione Universale romana, l’E42, lo rende ancora oggi uno dei più alti e imponenti edifici dell’intero centro storico con i suoi dieci piani. Nel Mediterraneo sono stati attentamente conservati lo stile e gli arredi del tempo, che ne fanno uno dei principali esempi di Art Déco classicista italiano insieme al contiguo Atlantico. I suoi interni raccontano una storia di lusso e attenzione ai dettagli: marmi pregiati, intarsi lignei, lampadari di Murano e mosaici ispirati alla romanità e al bacino del Mediterraneo che ne ispira anche il nome.

Gianfranco Ferroni, 19 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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