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Vista sui Giardini Reali di San Marco dal campanile, 2024

Foto: Carlo Soffietti

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Vista sui Giardini Reali di San Marco dal campanile, 2024

Foto: Carlo Soffietti

Aperto a tutti il Paradiso in terra della Giudecca

Dopo due anni di lavori diretti da Paolo Pejrone, per gli aspetti botanici, e Alessandra Raso, per quelli archiettonici, torna visitabile l’Orto Giardino della Chiesa del Santissimo Redentore, affidato alla Venice Gardens Foundation, presieduta da Adele Re Rebaudengo

Enrico Tantucci

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Nuovo importante restauro paesaggistico e architettonico in laguna dopo quello di qualche anno in piazza San Marco. Si tratta, questa volta, dell’Orto Giardino del Redentore e protagonista è ancora una volta la Venice Gardens Foundation, l’istituzione presieduta da Adele Re Rebaudengo che si dedica alla cura dei giardini storici e che ha già realizzato il recupero dei Giardini Reali di San Marco in collaborazione con Assicurazioni Generali.

L’intervento nell’area verde della Giudecca annessa alla Chiesa del Santissimo Redentore ha richiesto circa due anni di lavori e sarà inaugurato venerdì 25 ottobre (aperto al pubblico il giorno successivo). Si tratta di un compendio che, oltre a giardino e orto, comprende le Cappelle di meditazione, le Antiche Officine, l’Apiario e la Serra del Convento della chiesa palladiana. All’architetto paesaggista di fama internazionale Paolo Pejrone, cui già si devono i Giardini Reali, è stato affidato il restauro botanico, all’architetto Alessandra Raso il recupero delle rilevanze architettoniche.

Per secoli gli Orti del Convento, con i loro frutteti, giardini di erbe aromatiche, fiori, aree boschive e alveari, hanno fornito una riserva di cibo ed erbe medicinali di vitale importanza per la vita della comunità dei Cappuccini e di pace secondo la concezione francescana del «Paradiso in terra». Mai aperto al pubblico, il complesso manifestava evidenti i segni del trascorrere dei secoli e dell’abbandono, ai quali si sono aggiunti i danni causati dall’«acqua granda», la marea record di 187 centimetri che a novembre del 2019 ha flagellato la laguna.

È stato per impedire che questa importante testimonianza del paesaggio, della cultura e della religione veneziana venisse ulteriormente compromessa che il 19 maggio 2021 il sito è stato affidato alla Venice Gardens Foundation dalla Curia Provinciale Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede (Congregatio pro Institutis Vitae Consecratae et Societatibus Vitae Apostolicae) e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Oltre al recupero del verde e degli edifici, il progetto aveva come obiettivo l’apertura del complesso ai visitatori mantenendo al contempo lo spirito del luogo. L’intervento botanico è stato finanziato dal programma NextGenerationEU dell’Unione Europea, con un contributo di due milioni di euro (Pnrr Ministero dei Beni Culturali Restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici), mentre il restauro architettonico è sostenuto da  donatori.

Secondo il disegno di Paolo Pejrone sono stati messi a dimora oltre 2.500 alberi e piante. I visitatori (per i veneziani l’ingresso è ridotto a 6 euro; il biglietto ordinario costa 12 euro) potranno passeggiare fra gli ulivi, il frutteto, i cipressi, la vasca delle ninfee, i 400 metri di pergolati in legno di castagno ricoperti da piante di uva, rose, glicini, il giardino di pitosfori e rose affacciato sulla Laguna, le antiche Cappella di meditazione e la biblioteca accanto al ristoro.

Grande attenzione sarà dedicata al benessere delle api, con la presenza di arnie e con lo svolgimento dell’attività di smielatura in loco. Il tutto all’insegna della sostenibilità e dell’autosufficienza: approvvigionamento idrico attraverso la realizzazione di un pozzo e il recupero delle acque piovane dai tetti, illuminazione a elevata efficienza energetica, riuso, riciclo e valorizzazione degli elementi esistenti.

L’architetto Paolo Pejrone e la presidente Adele Re Rebaudengo, 2023. Foto: Cynthia Giard Préfontaine

Enrico Tantucci, 24 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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