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Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Jem Perucchini, «Anemone», 2024

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Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Jem Perucchini, «Anemone», 2024

Aprile nei Musei. Le mostre più importanti che inaugurano in Italia

Da Milano a Roma, fino a Torino, Venezia e Napoli: i principali appuntamenti in programma nei musei italiani nell’aprile 2025

 

Silvia Conta

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Milano, Fondazione Prada: «Typologien» (dal 3 aprile al 14 luglio)

«Typologien» è un’estesa indagine dedicata alla fotografia tedesca del Novecento. Il progetto, curato da Susanne Pfeffer, storica dell’arte e direttrice del Museum für Moderne Kunst di Francoforte sul Meno, e allestito con un sistema di pareti sospese, applica il principio della «tipologia». Nato nel XVII e XVIII secolo in botanica per classificare e studiare le piante, questo metodo è stato sviluppato dalla fotografia dall’inizio del Novecento e si è affermato in particolare in quella tedesca nel corso del XX secolo. Paradossalmente il principio formale proposto permette di stabilire analogie inaspettate tra artisti tedeschi di diverse generazioni. Il percorso espositivo segue un ordine tipologico e non cronologico, riunendo oltre 600 opere fotografiche di 25 artiste e artisti essenziali per ricostruire un secolo di fotografia in Germania, tra cui come Bernd e Hilla Becher, Hans-Peter Feldmann, Isa Genzken, Andreas Gursky, Candida Höfer, Sigmar Polke, Gerhard Richter, Thomas Ruff, August Sander, Thomas Struth, Wolfgang Tillmans e Rosemarie Trockel. 

Milano, Fondazione Prada: «Nada: Thierry De Cordier» (dal 3 aprile al 29 settembre)

Concepito dall’artista belga Thierry De Cordier appositamente per i tre ambienti della Cisterna, il progetto espositivo riunisce dieci dipinti di grandi dimensioni della serie Nada, realizzati tra il 1999 e il 2025. Le prime opere di questa serie nascono dall’esplicita volontà dell’artista di cancellare l’immagine della crocifissione. Le opere che ne derivano non sono più una forma di pittura negativa, ma un tentativo ultimo di sperimentare, per usare le parole dell’artista, la «grandezza del nulla». Le dieci opere di Thierry De Cordier sono quasi monocrome, ma non vanno solo intese come lavori puramente astratti o concettuali. Come suggerisce il titolo della serie, costituiscono uno spazio pittorico nero che si apre sul nulla. 

Roma, Scuderie del Quirinale: «Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini» (dal 4 aprile al 13 luglio)

La mostra è stata realizzata grazie a una collaborazione tra la Galleria Borghese, prestigiose istituzioni, musei nazionali e internazionali. Il percorso espositivo è un viaggio attraverso una Roma cosmopolita, al centro di una complessa rete di viaggi e rapporti che trascendono confini nazionali e culturali. L’Africa, l’America, l’Asia erano presenze tangibili e visibili nella Roma di questa epoca; opere d’arte di maestri del Barocco come Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, proiettano il visitatore in un mondo sorprendentemente multietnico e multiculturale, in cui missionari e diplomatici mettevano in dialogo, alla corte dei Papi, il Giappone con la Persia, il Congo col Nuovo Mondo.

Venezia, Gallerie dell’Accademia: «Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione» (dal 4 aprile al 27 luglio)

La rassegna propone un’indagine sulla concezione del corpo umano che si afferma nella Venezia del Rinascimento tra arte, scienza e cultura materiale. «Corpi moderni» esplora il modo in cui, per la prima volta, il corpo è stato concepito quale campo d’indagine scientifica, oggetto di desiderio e mezzo di espressione di sé. Il Rinascimento segna, infatti, un punto di svolta in cui il corpo non è più solo una realtà biologica, ma una costruzione culturale, un elemento plasmato dalla scienza, dall’arte e dalle convenzioni sociali. La mostra raccoglie straordinarie opere d’arte, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta, tra disegni, dipinti e sculture provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni internazionali e nazionali con capolavori di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Albrecht Dürer, Tiziano, Giorgione e Giovanni Bellini, accanto a strumenti scientifici, modelli anatomici, libri, abiti, miniature e oggetti di uso quotidiano.

Venezia, Pinault Collection-Punta della Dogana: «Thomas Schütte» (dal 6 aprile al 24 novembre)

È la prima grande mostra in Italia dell’artista tedesco Thomas Schütte, con opere dagli anni ’70 a oggi. Incentrata sull’eccezionale nucleo di opere dell’artista della Pinault Collection con quasi cinquanta sculture, integrata da prestiti dell’artista e da un centinaio di opere su carta, molte delle quali inedite, «la mostra ripercorre in modo non cronologico la nascita delle forme e le loro variazioni, mettendole a confronto con la pratica del disegno, dell'acquerello e della stampa dell'artista tedesco». 

Venezia, Pinault Collection-Palazzo Grassi: «Tatiana Trouvé. La strana vita delle cose» (dal 6 aprile al 4 gennaio 2026)

Concepita in stretta collaborazione con l’artista, è la più grande mostra personale di Tatiana Trouvé mai presentata e la sua prima grande esposizione in Italia. È la risposta ambiziosa e complessa all’invito carte blanche che la Pinault Collection rivolge ai protagonisti dell’arte contemporanea internazionale. Gli spazi di Palazzo Grassi sono il punto di partenza per la creazione di nuove sculture, di un insieme di disegni di grandi dimensioni e di installazioni site specific, presentati in dialogo con opere dell’ultimo decennio, che, insieme, propongono diverse prospettive attraverso i mondi di Tatiana Trouvé. La mostra si arricchisce inoltre di importanti opere provenienti dalla Pinault Collection, da musei internazionali e da collezioni private, oltre che dall’archivio dell’artista.

Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: «Marwa Arsanios, The Land Shall Not Be Owned» (dall’8 aprile al 12 ottobre)

La prima mostra in Italia di Marwa Arsanios. Al centro dell’esposizione c’è «Who is Afraid of Ideology?» (2017-in corso), una serie di film che indaga sfruttamento e riappropriazione della terra in Medio Oriente e Sud America. La mostra include la première internazionale del quinto capitolo, coprodotto dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, oltre a disegni, ricami e sculture. Arsanios esplora l’auto-organizzazione femminile contro strutture patriarcali, intrecciando ecologia, femminismo e approcci decoloniali. La mostra è un progetto itinerante e la prossima tappa è prevista presso Artium, Basque Museum-Centre of Contemporary Art, a Vitoria-Gasteiz. 

Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: «Teresa Solar Abboud, Bird Dream Machine» (dall’8 aprile al 12 ottobre)

La prima mostra in Italia di Teresa Solar Abboud. L’artista, partita dalla sperimentazione video, ha sviluppato una pratica scultorea che esplora forme e materiali attraverso installazioni immersive. Il suo lavoro indaga il rapporto tra materia, linguaggio e corpo, concentrandosi sulla morfologia e la resistenza della lingua. Negli anni, le sue opere si sono ispirate a strutture organiche, creando metafore visive legate a ossa e orifizi. Le installazioni, sempre più complesse, integrano elementi architettonici, dissolvendo i confini tra interno ed esterno. La mostra rappresenta l’ultimo capitolo di un progetto suddiviso in tre episodi concepito in collaborazione con il Centro de Arte Dos de Mayo (CA2M) di Madrid e il Museu d’Art Contemporani de Barcelona (Macba).

Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: «Jem Perucchini, Evenfall» (dall’8 aprile al 12 ottobre)

È la prima mostra personale istituzionale dell’artista Presentando dodici dipinti e un’installazione ceramica, la mostra esplora il tema del crepuscolo, indagando dicotomie come visibile e invisibile, spirituale e terreno. Ispirandosi a fonti storico-artistiche che spaziano dal tardo-gotico italiano agli affreschi etiopi, i dipinti di «Evenfall» alludono a figure classiche come Elagabalo e Thanatos, offrendo una nuova interpretazione della storia. Perucchini trasforma il canone occidentale in un mistero da riscoprire, invitando lo spettatore a riflettere su narrazione e memoria.

Venezia, Collezione Peggy Guggenheim: «Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio» (dal 12 aprile al 15 settembre)

Attraverso una selezione di una settantina di opere chiave, provenienti da prestigiose realtà museali e importanti gallerie internazionali, la mostra offre uno sguardo approfondito e del tutto inedito sull’evoluzione del linguaggio visivo di Maria Helena Vieira da Silva (Lisbona, 1908-Parigi, 1992). Artista portoghese naturalizzata francese, l'esposizione mette in luce la sua capacità di trasformare lo spazio pittorico in ambienti astratti e illusioni ottiche. Con richiami alla tradizione decorativa portoghese, ai paesaggi urbani e agli influssi di Cubismo e Futurismo, l’esposizione esplora il legame tra astrazione e figurazione in spazi immaginari e reali. La carriera dell’artista, dai primi anni trenta fino agli anni ottanta, viene analizzata con una particolare attenzione al contesto internazionale di Parigi, dove l’artista si trasferisce fin da giovane per motivi di studio, e al periodo dell’esilio a Rio de Janeiro, dove si rifugia durante Seconda guerra mondiale. Vieira da Silva è storicamente legata alla figura di Peggy Guggenheim, essendo una delle trentuno artiste incluse dalla collezionista nella mostra Exhibition by 31 Women tenutasi nella galleria newyorkese Art of This Century nel 1943, mentre Hilla Rebay, prima direttrice del Museum of Non-Objective Painting, futuro Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Dopo Venezia, la mostra si sposterà al Museo Guggenheim di Bilbao nell’autunno 2025.

Napoli, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee-Museo Madre: «Euforia Tomaso Binga» (dal 18 aprile al 21 luglio)

È la più grande retrospettiva museale dell’artista. Sviluppata in stretta collaborazione con l’artista e con il suo Archivio, presenta i quarant’anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra poesie visive, installazioni, fotografie, collage, documenti e testimonianze di performance (molte delle quali esposte per la prima volta o a distanza di decenni dalla loro prima esposizione) provenienti da musei e collezioni private.

Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea: «Giosetta Fioroni» (dal 16 aprile al 7 settembre)

A cura di Elena Volpato, la mostra è dedicata ai film di Giosetta Fioroni, conservati nella collezione della Videoteca. L’artista realizzò quattro film, tutti nel 1967. Da qualche anno ormai, immagini cinematografiche e televisive continuavano a emergere nei suoi dipinti, realizzati con smalti industriali di color argento. Erano apparizioni di luce, impressioni volatili sullo schermo bianco della tela, per lo più volti femminili, fissi e incorniciati, oppure ripetuti più volte, come fossero la traccia luminosa, ai sali d’argento, di una sequenza di fotogrammi.

Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea: «Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!» (dal 16 aprile al 7 settembre)

Il titolo della mostra, «Lasciatemi divertire!», trae ispirazione da un’ironica affermazione dell’artista e sottolinea l’approccio giocoso e sperimentale che ha caratterizzato la sua ricerca. L’esposizione presenta oltre centocinquanta opere, provenienti da collezioni pubbliche e private e si articola intorno al nutrito nucleo di lavori conservati dalla Gam, tra cui la grande Modulazione ascendente (1977), collocata nel giardino del Museo.

Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea: «Alice Cattaneo. Dove lo spazio chiama il segno» (dal 16 aprile al 7 settembre)

L’esposizione racconta diversi momenti della ricerca dell’artista, che disegnano una partitura in cui parole come ritmo, interruzione e cura accompagnano l’esperienza delle visitatrici e dei visitatori. Il titolo della mostra è ispirato da una conversazione che l’artista ha avuto con un maestro vetraio di Murano, che, per indicarle quando e in che punto tagliare un determinato elemento per una sua scultura, ha suggerito di farlo «dove chiama il materiale».

Silvia Conta, 15 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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