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A sinistra «Blue Phone» (2023) e «Black bag» (2023) di Julian Opie

Foto di Giorgio Guglielmino

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A sinistra «Blue Phone» (2023) e «Black bag» (2023) di Julian Opie

Foto di Giorgio Guglielmino

Arte in Nuvola ha presentato la migliore produzione nostrana

Quarta edizione della fiera, tra classici italiani del moderno e contemporaneo 


 

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Giorgio Guglielmino

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Per coloro che per impegni, o per pigrizia, hanno rinunciato ad andare alle fiere d’arte che si sono succedute tra ottobre e novembre a Londra, Parigi, Torino e Colonia, Roma Arte in Nuvola, dal 22 al 24 novembre scorso, è stata una piacevole occasione per trascorrere una giornata girovagando tra gli stand di 140 gallerie quasi esclusivamente nazionali. La caratteristica che più ha definito la fiera è stata la presenza preponderante e quasi totale di artisti italiani. Si tratta di un dato non solo non negativo, ma anzi di una peculiarità positiva per l’esposizione romana che in questo modo ha presentato un’ampia panoramica della produzione nostrana senza voler scimmiottare le grandi rassegne internazionali. Alcune opere di artisti stranieri erano comunque presenti: Julian Opie da Valentina Bonomo con due sculture in resina, alte 150 cm, a 34.500 euro l’una, una serigrafia con «sedia elettrica» di Andy Warhol da Andrea Ingenito a 28mila, James Brown nello Studio d’Arte Raffaelli a 13mila euro. Uno straniero anche da Mimmo Scognamiglio (anche se da 6 anni vive a Roma): il cinese Yuxiang Wang che occupava l’intero stand con opere tra 2 e 4mila euro (4 vendute).Ma gli artisti italiani erano i veri protagonisti della fiera. Molte le opere di Carla Accardi e di Emilio Isgrò, moltissime quelle di Mario Schifano. Un’intera parete dedicata a Franco Angeli alla Galleria Lombardi con rare opere di piccolo formato tra 1.500 e 4.500 euro con la più interessante intitolata «Viva Mao» venduta. Erano presenti tutti gli esponenti della Transavanguardia: Mimmo Paladino, con uno dei pezzi più significativi della fiera, un’opera senza titolo del 1985 offerta a 130mila euro da Artemisia Fine Art; Sandro Chia con un olio del 1983 da Richard Saltoun a 50mila euro; Enzo Cucchi con varie opere da Poggiali tra le quali due bei disegni di metà degli anni ’90 a 9mila euro ciascuno; Francesco Clemente, di cui si è appena aperta una mostra al Palazzo delle Esposizioni, con un acquarello allo Studio d’arte Raffaelli a 12mila; presente anche Nicola De Maria, sempre da Artemisia Fine Art, con una tela di medie dimensioni intitolata «Trionfo della carità»

Una menzione la merita Tornabuoni Arte che con uno stand di grandi dimensioni ha presentato una carrellata del meglio dell’arte moderna e contemporanea italiana con opere, tra gli altri, di Burri, Fontana, Boetti e un bellissimo lavoro su carta e collage di Mario Merz del 1977 intitolato «Coccodrillo» offerto a 85mila euro. Molto divertente lo stand di Magazzino con le pareti interamente ricoperte di disegni del duo Vedovamazzei con prezzi da 400 a 4mila euro.Tra i galleristi maggiormente soddisfatti per le vendite vi è certamente la galleria unosunove che ha puntato tutto sul giovanissimo Giovanni Bongiovanni, artista figurativo catanese di 23 anni, che ha fatto il sold out (range da 500 a 4.500 euro). La fiera presentava inoltre una piccola (forse troppo piccola) mostra di autori portoghesi dalla Collezione di Arte Statale Contemporanea del Paese (il Portogallo era la nazione ospite quest’anno). Più interessante la collettiva «Il gioco delle identità», viaggio nella fotografia contemporanea, con diverse opere di grande qualità curata da Arianna Catania. Arte in Nuvola, evento ideato e curato da Alessandro Nicosia, rimane una fiera a carattere nazionale che proprio in questo ha la sua grande forza e la sua ragione di esistere e di essere visitata. I collezionisti non troveranno opere milionarie, ma una diversificata offerta di quanto l’Italia artistica ha prodotto e produce.

«Senza titolo» di Sandro Chia. Foto di Giorgio Guglielmino

Giorgio Guglielmino, 25 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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