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Una delle vie di Bologna prese d’assalto dai turisti

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Una delle vie di Bologna prese d’assalto dai turisti

Attenzione: vivere prevalentemente di turismo non garantisce un domani

Il re è seminudo • Alberto Salvadori, un operatore culturale che guarda il contemporaneo con gli occhi di domani

Alberto Salvadori

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Settimane fa un articolo sul più celebre quotidiano statunitense («My beloved Italian city has turned into tourist hell. Must we really travel like this?» a firma di Ilaria Maria Sala, «The New York Times», 9 agosto 2024) ha sollevato per l’ennesima volta un problema comune all’intero territorio italiano: lo sfruttamento, a tratti sconsiderato, del lascito che la storia ci ha fatto donandoci città e paesaggi straordinari. È ormai chiaro che chi amministra e imprende nel nostro Paese appare spesso in netto ritardo di pensieri e azioni rispetto ai cambiamenti che interessano il contesto dove viviamo. Un certo tipo di turismo rischia di essere una malattia endemica invece di una possibilità, un danno permanente invece di un’opportunità. Tra i messaggi che continuamente leggiamo c’è quello che il turismo tout court è una voce determinante se non fondamentale dell’economia. Oggi è così, senza dubbio, ma può essere anche la strada più corta per creare economie di rendita a basso impatto occupazionale e ad alto costo sociale e ambientale. Questo aspetto rimane sempre più in sordina fino a quando il tessuto sociale, economico, culturale di una città, di un Paese, non è definitivamente sfasciato. 

Una domanda che molti si pongono è il perché la politica, intesa come capacità di governare, non sia riuscita a capire e gestire questi processi. In certi contesti il risultato è quello di narrative non del tutto corrispondenti alla reale situazione di intere città o aree geografiche, Firenze e Venezia tra i casi più eclatanti. Esclusa Roma e recentemente Napoli, uniche vere grandi città italiane per dimensioni territoriali, con risultati analoghi per entrambi e almeno per il centro storico, in Italia i luoghi presi d’assalto sono tutti di dimensioni medie se non piccole. Gli esempi sono talmente tanti che elencarli non avrebbe senso. In molti di essi, da secoli, erano presenti sedi universitarie, tribunali, uffici amministrativi, ospedali e altri presidi urbani espressione e indotto di una vita reale oltre alle botteghe artigianali che testimoniano la storia di un territorio, oggi in via di estinzione.

Dagli anni ’90 lentamente molto è stato traslato altrove, spesso in edifici inutilmente fastosi e deprimenti, ormai un leitmotiv delle architetture civili; i motivi sono tanti e non sempre possiamo dire a torto. Il risultato però è spesso demenziale. Intere aree svuotate di una loro quotidianità, necessaria all’esistenza di una città, di un’economia di quartiere fondamentale non solo per il conto corrente ma anche per un rapporto di vicinato e socialità. Quasi mai assieme alla scelta di togliere è stata affiancata un’idea per il futuro. È evidente quale sia l’urgenza e allora come mai da noi si fa così poco o male? Com’è possibile che chi amministra non abbia capito in tempo la gravità di questa situazione? Tale responsabilità non è da ascrivere solamente ai sindaci ma all’intera classe politica, partendo proprio dai vertici. Vivere prevalentemente di turismo non garantisce un domani, se prima di noi lo avessero fatto avremmo avuto ben poco da far vedere. Da non confondere la tradizione del Grand Tour con quella odierna dei minitour. Non c’è nemmeno da pensare che certi viaggi siano una forma di ricerca, un’apertura di uno spazio geografico e mentale.  

Ecco allora che si apparecchia ovunque, naturale conseguenza della malattia in atto. Spostare migliaia di persone nel pieno della loro vita in aree periferiche per dar spazio ad affitti brevi, attività commerciali per turisti e taglieri, siano essi di salumi, bistecche o altre bontà, non è un buon servizio per la collettività. L’offerta del tagliere viaggia quasi sempre in combinazione con quella «culturale», questa pensata come un servizio che invogli il consumo di un’esperienza; ricostruzioni storiche fantasiose e un passato che pochi davvero conoscono, di dubbie date poste a sigillo di prodotti per certificarne l’autenticità. Si procede per estrazione, cercando di prendere tutto il possibile dall’esistente e raramente aggiungere poco. «Valorizzare» per consumare, senza rendersi conto che l’utilizzo senza limiti pone enormi problemi di durata per qualsiasi edificio, per qualsiasi opera d’arte, per qualsiasi città, per qualsiasi paesaggio

Studiare, capire, prendersi tempo, scegliere non serve più, almeno nella vulgata comune, meglio viaggiare senza pensare, agire e guadagnare. Subito! E quindi l’arte, la cultura, le città, i borghi e il paesaggio, frutto anche di una combinazione virtuosa tra impresa e cultura, diventano merce, enormi giacimenti da saccheggiare, vene di materiale prezioso da scavare. Poesia, scienza, economia e politica devono convergere, ma serve consapevolezza della responsabilità che tutti abbiamo per proiettarci in un futuro non banalizzato ai minimi termini e molto impegno affinché succeda. A tal proposito viene a mente l’impresa personale disegnata da Leon Battista Alberti per Giovanni Rucellai, ricchissimo mercante legato al Mediterraneo, visibile a tutti, almeno, sulla facciata di Santa Maria Novella a Firenze: una vela gonfia al vento con le sartie libere evocante la sicurezza mercantile e la buona sorte, ma anche l’allerta che un fortunale può arrivare e distruggere tutto. Imprendere quindi come espressione di virtù, saggezza, cultura e conoscenza, così come governare e compiere scelte politiche. 

Da queste attitudini sono nati i capolavori di Leon Battista Alberti e di molti altri fino ai giorni nostri. Privilegiare rendite immediate senza un progetto che valuti pro e contro è in realtà un impoverimento per quasi tutti e un benessere per pochi. Attenzione: ogni miniera ha una sua durata e le nostre sono, purtroppo, già a un avanzato livello di estrazione e sfruttamento.

Mantova assediata dai tavolini dei bar. Foto: Regione Lombardia

Alberto Salvadori, 16 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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