Giusi Diana
Leggi i suoi articoliÈ stato presentato a Roma a Palazzo Grazioli, sede dell’Associazione Stampa Estera il programma di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 dal titolo «Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali»che vede il coinvolgimento dell’isola di Lampedusa e dei Comuni di tutta la provincia. Presenti il sindaco Francesco Miccichè, Roberto Albergoni direttore generale della Fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura e Francesco Scarpinato assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana. Assenti il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, che aveva espresso poche ore prima tutto il suo disappunto riguardo al video circolato sulla stampa e sui social della pioggia che scendeva copiosa direttamente sopra il palcoscenico del Teatro Pirandello, a pochi giorni dall’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non possiamo permettere che una situazione così grave, con infiltrazioni d’acqua che rischiano di compromettere la cerimonia inaugurale della Capitale italiana della Cultura 2025, rimanga irrisolta», aveva dichiarato, ricevendo rassicurazioni dal Comune e dalla Fondazione che gestisce il teatro. Il presidente Mattarella sabato 18 parteciperà alla cerimonia ufficiale di apertura insieme al ministro Giuli. La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Rai Uno e sarà condotta dalla vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia, insieme al presentatore Beppe Convertini.
Inizio tra le polemiche
Ritardi nella macchina organizzativa, vuoto di comunicazione, logo definitivo e campagna «Lasciati abbracciare dalla cultura» (realizzata con l’Intelligenza Artificiale) lanciati solo due settimane fa, e anche un certo diffuso malcontento da parte dei cittadini alle prese con annosi problemi come il decoro urbano, la cronica mancanza di acqua e di servizi hanno creato la tempesta perfetta, a suon di meme e video virali che dai social venivano rimbalzati sulla stampa nazionale, come l’ormai famigerato cartello dell’Anas pieno di sgrammaticature (speriamo almeno che qualche artista ne faccia un’opera dissacrante per esorcizzare l’accaduto).
Tra gli interventi autorevoli, quello del presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco che ha suggerito il commissariamento, per il bene della manifestazione troppo importante per la «sua» Sicilia (Buttafuoco è nato a Catania), parlando di «appuntamento con la storia». A gettare acqua sul fuoco è intervenuto anche Fabio Granata, assessore alla Cultura della Città di Siracusa, già assessore ai Beni Culturali in Sicilia nei primi anni Duemila, autore delle leggi sui parchi archeologici: «Bisogna fermare subito una sorta di masochistica “cupio dissolvi” che sembra caratterizzare quella che doveva, e deve ancora essere, una stagione straordinaria per l’immagine del patrimonio culturale siciliano».
Il programma
Sono oltre 44 i progetti già inseriti nel dossier di candidatura a cui si aggiungono altri eventi proposti da istituzioni culturali del territorio, come il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, l’Università degli Studi e la Diocesi di Agrigento. Per i progetti inseriti nel dossier la formula è spesso quella della residenza d’artista, rivolta ad artisti stranieri (ricorda da vicino la biennale Manifesta). Dal 20 al 22 gennaio, Gilbert Fillinger, direttore di «Art & Jardin», sarà in residenza per condurre ricerche sul paesaggio e sulla memoria storica del territorio, collaborando con esperti locali per realizzare un giardino simbolo di pace, mentre dal 30 gennaio al 2 febbraio l’artista cipriota Efi Spyrou esplorerà Agrigento per dare vita a un’installazione «che fonde arte, natura e identità».
Altra artista coinvolta nel progetto è l’austriaca Tanja Boukal che «fonde l’artigianato tessile con la critica socio politica» ed è già stata in residenza a Lampedusa tra ottobre e dicembre 2024. Il collettivo PEROU con «Inscrire les gestes de l’hospitalité vive au Patrimoine culturel immatériel de l’humanité» chiuderà l’anno di Agrigento Capitale inviando la candidatura Unesco dei «gesti dell’accoglienza». Molti gli artisti coinvolti nel programma, quasi tutti stranieri, pochi gli italiani e assenti quasi del tutto gli artisti siciliani che invece avrebbero meritato maggiore attenzione, a fronte di un investimento di fondi pubblici così ingente anche da parte della Regione Siciliana (quattro milioni di euro). Una su tutti Rosa Barba, artista di fama internazionale di origini agrigentine, ma anche Silvia Giambrone (nata ad Agrigento), il duo Genuardi Ruta e il collettivo Aterraterra, solo per fare qualche nome.
Oltre il programma di «Capitale»: che cosa visitare ad Agrigento e nei dintorni
Agrigento non è solo archeologia, sebbene universalmente nota per la straordinaria cintura di templi dorici incredibilmente conservati, che fanno della Valle dei Templi uno dei siti Unesco maggiormente visitati. Il suo centro storico medievale presenta diversi interessanti luoghi tutti da scoprire inerpicandosi a piedi per le viuzze a gradinate, con tappa culinaria obbligata per assaggiare il cuscus dolce al pistacchio delle monache cistercensi del convento di clausura. Partiamo proprio dal Monastero di Santo Spirito (XIII secolo), sede del Museo Civico, dove si accede alla chiesa omonima, attraversando un bellissimo portale gotico-catalano con il motivo a bastoni spezzati. All'interno un tripudio di candidi stucchi: il Tardo Barocco arguto e teatrale che non ti aspetti del massimo scultore siciliano del tempo Giacomo Serpotta. Da ammirare nell'abside la Gloria dei santi benedettini Benedetto e Bernardo, con il Padre Eterno e la colomba dello Spirito Santo.
Altra tappa obbligata è la gotica Chiesa di Santa Maria dei Greci (XII-XIII secolo), un'architettura dell’età sveva che sorge sopra l’antico tempio di Atena o di Zeus Atabirios, risalente all’epoca di Terone (tiranno di Agrigento nel V secolo a.C.). Del tempio greco sono ancora visibili le colonne rimaste inglobate nelle fondazioni della chiesa; era un tempio periptero esastilo, con tredici colonne sui lati lunghi, analogo al Tempio della Concordia. La chiesa è detta dei Greci perché, durante la dominazione bizantina, fu cattedrale di rito greco ortodosso.
All'interno della Cattedrale di San Gerlando, in cima al centro abitato, nella navata nord si trova una delle opere d'arte più ammirate dai viaggiatori del Grand Tour: il sarcofago di Ippolito e Fedra, utilizzato per lungo tempo come fonte battesimale e magnificato dal barone Von Riedesel e da Goethe che erroneamente lo considerava greco e non romano; fa parte di un gruppo di sarcofagi greco romani, trasferiti per ragioni di sicurezza in altre sedi in seguito alla frana del 1966 e tornati nel 2021 nella Cattedrale, in un nuovo spazio espositivo del Museo Diocesano (Mudia), allestito con supporti multimediali che ben introducono l'affascinante storia dei sarcofagi.
Tornando verso la centrale via Atenea, alle Fabbriche, spazio espositivo della Fondazione Orestiadi di Gibellina, fino al 24 febbraio è aperta la mostra «La Pietra di Damasco» dell'artista siciliano Michele Canzoneri (autore delle vetrate artistiche del Duomo di Cefalù), curata da Enzo Fiammetta, raccoglie un corpus di opere realizzato nel corso di un soggiorno dell’artista in Siria nel 2003, tra Aleppo, Damasco, Palmira ed Ebla. Consigliata anche una visita alla biblioteca descritta da Luigi Pirandello nel suo Il fu Mattia Pascal, la Biblioteca Lucchesiana, il cui fondo storico è costituito da circa 14mila volumi del vescovo Andrea Lucchesi Palli (1692-1768), donata al popolo e aperta a tutti nel 1765. Comprende 31 codici arabi che, con quelli della Biblioteca Centrale e della Biblioteca Comunale di Palermo, rappresentano il 90 per cento dei manoscritti orientali custoditi nelle biblioteche siciliane.
Una visita insolita potrebbe essere quella al cimitero della città, in omaggio alla tomba di Sir Alexander Hardcastle, il capitano della Royal Navy britannica morto ad Agrigento nel 1933, dopo avere speso tutte le sue fortune in campagne archeologiche (a lui si deve il risollevamento delle colonne del Tempio di Ercole). La particolarità della tomba è la fessura sul muro di recinzione che consente di vedere la Valle tanto amata. Un busto di Hardcastle si trova di fronte nella Villa Aurea, all'interno del Parco Archeologico, la dimora, non lontana dal tempio della Concordia, nella quale abitò circondato da archeologi come Pirro Marconi. A questo punto non si può che raggiungere il lungomare di San Leone, frazione marina di Agrigento, per una pausa nei tanti ristoranti che fronteggiano la lunghissima spiaggia di sabbia e le sue dune.
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