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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliOra anche Bobbio (Pc) ha il suo Museo della Città allestito, secondo canoni moderni, negli spazi dell’Abbazia di San Colombano dove un tempo erano refettorio, cucine e lavamani, con accesso dal porticato del chiostro. L’edificio, costruito tra il 1456 e il 1522 in sostituzione della basilica protoromanica dell’abate Agilulfo, è stato restaurato grazie a 100mila euro della Regione Emilia-Romagna, oltre a 130mila euro ottenuti dalla società Gamma Spa attraverso l’ArtBonus.
L’allestimento ripercorre la storia di Bobbio e del territorio del feudo monastico, nonché la vita di San Colombano e la regola dell’Ordine da lui fondato oltre all’opera evangelizzatrice e missionaria portata avanti in Europa nei secoli dalle principali fondazioni monastiche europee, di cui l’Abbazia è parte importante. Il cuore del museo sono una sala multimediale (in cui si «sfogliano» 15 codici antichi dell’Ambrosiana di Milano) e la ricostruzione dello Scriptorium medievale, con le principali vicende cittadine.
In mostra, un’ampia decorazione in cotto del XII secolo, un affresco del XV secolo raffigurante la Crocifissione con San Colombano e San Benedetto, la Lapide di Cuniano dell’VIII secolo e un polittico incompleto di Bernardino Luini con l’«Assunzione della Vergine». Il portale di ingresso riporta un monito della regola di San Colombano: «Ne quid nimis» (niente di troppo, nessun eccesso) mentre ai lati vi sono due testine per allontanare il male, di cui una originale del XIII secolo.

Il porticato del chiostro dell'Abbazia di San Colombano a Bobbio (Pc)
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