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Leggi i suoi articoliRitratti dipinti come istantanee fotografiche quando la fotografia non c’era ancora
Non è immediatamente chiaro, al primo sguardo, di che cosa si tratti: 17 piccoli dipinti eseguiti da Horace Vernet in un’epoca compresa tra il 1820 e il 1835. Vanno all’asta il 5 giugno (lotto 11) da ArtEnchères a Lione alla stima di 10-15mila euro. Sono intriganti perché precedono l’interesse di Vernet per il dagherrotipo. Forse ci incantano perché vorremmo saperne di più sui personaggi rappresentati. Perché sono stati ritagliati? Perché sono stati conservati in questo modo, avvicinati e incastrati come tessere di un mosaico? E in quali opere di Vernet sono ritornati in vita? È una piccola scommessa sul futuro delle ricerche. Ma chi fa più scommesse del genere?
[Simone Facchinetti]
Maestro dell’essenziale
Il 5 giugno, Christie’s Parigi offre, in occasione dell’asta «Collection Crémieux, passion privée», un dipinto di Nicolas de Staël, dal titolo «Quai de Grenelle». Realizzato nell’estate del 1954, periodo che si colloca all’apice della carriera dell’artista (1914-55) l’olio su tela rivela l’attenta cura per la forma e il dono di de Staël per il colore. I diversi edifici sono catturati in tonalità leggermente diverse di grigio e marrone, tranne la Chiesa di Saint-Jean-Baptiste de Grenelle che è dipinta in rosso acceso, dando vita all’intera scena in modo sorprendente. Come osservato dal critico e collezionista Douglas Cooper, de Staël «era un maestro nel ridurre le cose all’essenziale. La sua pittura non è mai retorica o sovraccarica... Riusciva con poche forme scelte con cura e tonalità sottili a trasmettere un’esperienza visiva straordinariamente piena». Il lotto viene proposto con una stima di 600-800mila euro.
[Carlotta de Volpi]
La lingua di Gesù nel manoscritto di Schøyen
Nel pantheon dei più grandi bibliofili, Martin Schøyen vanta un posto d’onore. Una selezione di 61 lotti della sua collezione è offerta all’asta l’11 giugno da Christie’s a Londra. Tra i pezzi più rilevanti c’è il «Codex Sinaiticus», uno dei più importanti frammenti in aramaico antico, usato dalla comunità Melchita in Palestina e Transgiordania tra il V e il XIII secolo. Il manoscritto contiene le prime testimonianze dei Vangeli in una lingua simile a quella parlata da Gesù e si è preservato nella sua rilegatura del X secolo proveniente dal Monastero di Santa Caterina nel Sinai.
[Beatrice Cumino]
Nel cofanetto c’è il legame tra Orsini e Medici
Un’ininterrotta teoria di angeli musicanti impreziosisce questo cofanetto di legno decorato in pastiglia dorata. È un’opera di Maso di Bartolomeo, scultore e architetto contemporaneo di Donatello e Michelozzo, ed è databile tra il 1440 e il 1470, essendo sormontato da una coppia di putti alati che sorregge una ghirlanda con le armi della famiglia Orsini. Quello che incuriosisce è la provenienza del manufatto: l’insegna Orsini invita a riflettere sull’interesse della famiglia romana per questo tipo di oggetti, tipicamente associati a botteghe ferraresi. Il cofanetto potrebbe essere stato un dono dei Medici in occasione del fidanzamento, e successivo matrimonio, tra Clarice Orsini di Monterotondo e Lorenzo il Magnifico. Ciò collocherebbe la sua creazione tra il 1467 e il 1468, periodo in cui vennero stabiliti gli accordi di unione tra le due famiglie, Orsini e Medici. Il lotto viene offerto da Pandolfini il 12 giugno con una stima di 20-30mila euro.
[Beatrice Cumino]
Bella e impossibile nell’intrigante Singapore
Il 17 e 18 giugno da Finarte a Milano, si tiene l’asta «Fotografia under 1k» che propone immagini, anche di grandi autori, con una stima di partenza intorno ai 1.000 euro. Tra i 500 lotti in asta, al numero 14, una fotografia di Gian Paolo Barbieri (Milano, 1935) intitolata «Singapore», realizzata nel 1982, firmata, titolata e datata a matita. L’immagine misura 30,6x40,2 cm e la stima d’asta è di 1.000-1.500 euro. Tra i maestri della fotografia italiana, Barbieri è famoso per i suoi ritratti realizzati nel mondo della moda e delle celebrità: da Audrey Hepburn a Monica Bellucci ed Eva Herzigova. Le sue immagini sono racconti, sempre al di fuori delle convenzioni, nei quali riesce a cogliere sguardi e significati con estrema eleganza e un perfetto equilibrio di proporzioni, ricreando atmosfere ispirate al mondo dell’arte e ai set cinematografici. Giovanissimo aveva lavorato a Cinecittà, e forse proprio da questa esperienza deriva la sua cura estrema nello studio dell’ambientazione e delle luci.
[Chiara Massimello]
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