Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Kabir Jhala
Leggi i suoi articoliL’artista ucraino-russo Aljoscha ha inscenato un intervento contro la guerra davanti al Monumento della Patria a Kiev per protestare contro l’invasione russa dell’Ucraina. Tenendo in mano due «forme» rosa in acrilico, plastica e fibra di vetro, l’artista di Kyiv è rimasto nudo davanti alla gigantesca statua d’acciaio che commemora il ruolo della Russia nella seconda guerra mondiale.
«Non ci sono conflitti giustificati, sono tutti criminali e causano violenza e dolore a tutti gli esseri viventi», dice Aljoscha in una dichiarazione. «Qualsiasi tipo di ideologia umana è violenta».
Le «forme» rosa che ha tenuto in mano si riferiscono a una parte centrale della sua pratica, definita «bioismo», ovvero l’idea di «estendere la vita agli esseri non viventi» e quindi di «costruire nuove forme di vita».
Il Monumento alla Patria, alto 62 metri, è stato eretto nel 1981 e raffigura una donna con le braccia tese, che tiene in una mano una spada e nell’altra uno scudo con una falce e un martello in rilievo. La scultura è parte del Museo Nazionale della Storia dell’Ucraina nella seconda guerra mondiale a Kiev.
Dal 2015, l’Ucraina ha bandito dalla vita pubblica molti simboli del comunismo sovietico, come la falce e martello; i monumenti di guerra siano esenti dal divieto ma questa statua è oggetto di tensione politica.
Nel frattempo, alcune figure di spicco del mondo della cultura russo hanno denunciato la decisione di Putin di far degenerare la crisi in guerra.
Un membro fondatore delle famose e irriverenti Pussy Riot, Nadya Tolokonnikov, ha lanciato un’organizzazione autonoma decentralizzata (Dao, una comunità di proprietà dei membri le cui transazioni finanziarie sono gestite tramite una blockchain) per raccogliere fondi per le organizzazioni civili ucraine che stanno aiutando le persone sfollate e in pericolo. 10mila NFT coniati su Ethereum andranno a beneficio della Fondazione Return Alive e della ONG Proliska.
Sulla pagina Twitter delle Pussy Riot ci sono una serie di dichiarazioni che criticano l’incursione della Russia. Una, postata ieri, recita: «Le sanzioni contro il Cremlino non erano abbastanza solide quando Putin ha annesso la Crimea nel 2014. Così ha imprigionato Navalny, ha trasformato in un inferno le vite delle Pussy Riot e di altri attivisti russi, ha costretto molti di noi a lasciare la propria casa e scappare, e ora ha iniziato una guerra in Europa. Quando sarà abbastanza?».
Dal canto suo, il collettivo AES+F, che ha rappresentato la Russia alla Biennale di Venezia del 2007, ha postato ieri un quadrato nero su Instagram, un gesto che nel mondo digitale simboleggia la protesta e la solidarietà, reso popolare sulla scia del movimento Black Lives Matter nel 2020.
Finora, almeno 137 ucraini sono stati uccisi dall’invasione e 100mila civili ucraini sfollati. La Russia ha perso più di 450 persone. Più di 1.700 russi in 53 città della Russia sono stati arrestati dalla polizia per aver protestato contro l’invasione. Il 24 febbraio le autorità russe hanno sollecitato la popolazione a non prendere parte a proteste «non autorizzate», minacciando ripercussioni legali per chi si unisce a manifestazioni contro la guerra. Più di 60 attivisti e giornalisti russi sono stati arrestati.
Crisi russo-ucraina 2022

L'artista Aljoscha nudo di fronte al Monumento alla Patria a Kiev in segno di protesta contro l'incursione russa in Ucraina
Altri articoli dell'autore
Mentre l’acquisto di opere d’arte nella Cina continentale continua la sua contrazione post-pandemia, durante la settimana dell’arte Christie’s e Sotheby’s passano dall’ultra-contemporaneo ai grandi nomi del XIX e XX secolo
L'ex direttrice della galleria Tomasso assume le redini della fiera in un momento cruciale per Frieze, che potrebbe finire sul mercato
L'opera è stata venduta da Christie’s a New York, quasi quadruplicando la sua stima massima di 3,5 milioni di dollari, mentre l’arte moderna dell’Asia meridionale cavalca l’onda.
Esteso da due a quattro anni il periodo di ammissione temporanea, durate il quale le merci possono entrare nel Regno Unito senza dazi all’importazione: un’iniziativa per aiutare il mercato dell’arte britannico in difficoltà dopo la Brexit