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Comprare arte non è più proibito

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Jenny Dogliani

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Miart conferma che gli anni più difficili sono alle spalle;  oltre ai giovani, bene anche la fascia media, la più tartassata dalla crisi

La ventesima edizione di Miart, la terza diretta da Vincenzo de Bellis, si è svolta dal 10 al 12 aprile con oltre 41mila visitatori, una cauta ripresa del mercato e un deciso innalzamento della qualità degli stand, a detta di molti espositori. Delle 156 gallerie invitate 72 erano straniere, provenienti soprattutto da Stati Uniti e Gran Bretagna.

La sezione principale dedicata a moderno e contemporaneo, «Established», ne ospitava 105. Rosai, De Chirico, Modigliani, Morandi, Viani, Klee, Fontana e Calzolari erano tra le proposte di Farsettiarte (Prato, Milano e Cortina). La vendita delle loro opere (prezzi da 100mila euro a due milioni di euro) è andata «benino», spiegava Leonardo Farsetti. Scendendo nella fascia di prezzi, aumentavano le soddisfazioni per i mercanti a cominciare da Stefano Cortesi, della Cortesi Gallery (Lugano e Londra) che tra opere di Bonalumi, Scheggi, Varisco, Alviani, Simeti, Paolini, Mack, Piene e Dadamaino da 30mila a 700mila euro registrava un «buon afflusso di pubblico e di affari; abbiamo venduto, anche a collezionisti stranieri, tre opere importanti con prezzi medio-alti e tre più “economiche”». Positivo anche il riscontro di  Francesco Pantaleone dell’omonima galleria palermitana, con giovani artisti siciliani come Ignazio Martellaro (a mille euro) e nomi consolidati come Liliana Moro (a 15mila euro): «La fiera è andata bene, in un clima generale di maggiore entusiasmo, affermava. 

La crisi ha riequilibrato i prezzi e rialzato la qualità generale. Le vendite sono migliori del 2014, annus horribilis. C’è più fiducia, le persone stanno ricominciando a pensare di comprare l’arte». Per il napoletanoUmberto di Marino le vendite di media «ci sono state, ma parliamo di opere meno impegnative». Tra le sue proposte Jota Castro, Francesca Grilli e Paloma Polo da 400 euro a 15mila euro. Sulla stessa linea Laura Lanteri della Galleria Monica De Cardenas (Milano, Zuoz e Lugano), che si è dichiarata «soddisfatta delle vendite. Sono andati maggiormente i giovani come Marco Basta, Lupo Borgonovo e Linda Fregni Nagler nella fascia da 5mila a 15mila euro», proposti accanto a Stephan Balkenhol e Thomas Struth a 50mila e 90mila euro. La medesima galleria ha partecipato anche alla sezione «The Now» con piccoli lavori di Marisa Merz da 50mila a 120mila euro accanto a disegni monumentali della giovane tedesca Jorinde Voigt (rappresentata da Johann König di Berlino) a 58mila euro.

«Questa sezione che mette a confronto un artista storicizzato con un giovane ha suscitato molto interesse, proseguiva Laura Lanteri. La Voigt è stata venduta bene, la Merz ha colpito collezionisti svizzeri, tedeschi e americani». Bilancio buono nella stessa sezione per Massimo De Carlo di Milano e Londra, come spiegava Gaia Mauri, membro dello staff: «Le opere di Tony Lewis (da 15mila a 30mila euro) sono andate molto bene, è piaciuto molto il confronto con Kounellis, rappresentato da Christian Stein (Milano) con opere importanti non in vendita che talvolta hanno però distolto l’attenzione dal giovane americano».

Riscontri positivi anche nella sezione «Emergent», con prezzi in media sotto i 10mila euro. Tra i 19 stand d’avanguardia, i due giovani galleristi newyorkesi di Bodega giudicavano la fiera «ricca di energia, con giornate un po’ più lente, ma buona nel complesso. Il bilancio è positivo anche se i collezionisti italiani ed europei sono molto più riflessivi degli americani, che comprano d’impulso». Da segnalare, infine, la prima edizione del Premio Herno (10mila euro al migliore progetto espositivo) andata alle gallerie londinesiRichard Saluton e Seventeen. Il Premio Emergent, invece, è stato vinto dalla galleria Mathew di Berlino e New York con un’installazione di Amy Lien ed Enzo Camacho, mentre Gian Maria Tosatti si è aggiudicato il Premio Rotary Club.

Jenny Dogliani, 04 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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