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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDurante l’estate l’arte contemporanea invade le strade e gli spazi verdi delle città e dei borghi rurali, entrando nei castelli e nelle abbazie medievali. Dal Nord al Sud della Francia, i festival d’arte e di fotografia en plein air propongono percorsi di opere e installazioni site specific, da fare a piedi o in bici, che si rinnovano a ogni edizione (e molto spesso sono gratuiti). Il successo è sempre assicurato, e crescente.
Il Festival International Constellations di Metz (Est) nel 2022 ha attirato quasi un milione di visitatori. La rassegna lorena, alla VII edizione (fino al 2 settembre) si è specializzata nell’arte digitale con il percorso notturno «Pierres Numériques» che, attraverso proiezioni di laser, videomapping e installazioni interattive, mette in risalto le piazze, i monumenti e le chiese della città, tra cui la Cattedrale di Saint-Étienne. Sono proposti anche percorsi diurni, «Art urbain», tra le strade e i musei della città, e «Art & Jardins», una passeggiata artistica su quattro chilometri lungo il corso della Mosella.
Le Havre, in Normandia, organizza «Un été au Havre» (VII edizione, fino al 17 settembre). «Nel contesto urbano, gli artisti immaginano opere che non sono come quelle che si scoprono nei musei. L’arte si libera dalle sue etichette, sorprende, intriga, stimola l’immaginazione», spiega Gaël Charbau, direttore della rassegna che nel 2022 ha fatto registrare 1,5 milioni di visitatori. Quest’anno Emma Ertzscheid ha realizzato degli abiti di resina che ha sospeso a fili tra i palazzi, mentre Grégory Chatonsky ha rivestito di cartoline giganti i muri della città. La città portuale, a metà strada tra Honfleur e Étretat, è stata culla dell’Impressionismo, prima di subire le distruzioni dalla guerra. Nel 2005 l’Unesco ha iscritto nella lista del patrimonio mondiale il suo centro, ricostruito da Auguste Perret. Oggi Le Havre cerca dunque di rilanciarsi e attirare i turisti anche con il suo centro culturale Le Vulcan, progettato dal maestro brasiliano Oscar Niemeyer, e il MuMa-Musée d’art moderne André Malraux, che possiede una delle più importanti collezioni impressioniste dopo il Musée d’Orsay a Parigi.
Nantes, al sud del massiccio armoricano (Loira Atlantica), sede del castello medievale dei duchi di Bretagna, d’estate si visita al ritmo del «Voyage à Nantes» (1 luglio-3 settembre), rassegna nata nel 2012 (e che dal 2022 esiste anche in versione invernale), un percorso di 10 chilometri in 70 tappe tra i luoghi storici della città. Quest’anno il gigantesco «Homme pressé» di Thomas Houseago e le bizzarre creature in marmo di Carrara di Olaf Breuning investono rispettivamente il Passage Pommeraye e la Place du Commerce, mentre Johan Creten ha installato la sua «Mouche morte» nel Jardin des plantes.
A Parigi i percorsi d’arte plein air non si concentrano solo nei momenti delle grandi fiere d’arte o intorno alle gallerie della chic Rive gauche. È alla Défense che bisogna andare per scoprire una delle «promenade artistiques» estive più famose: Les Extatiques (VI edizione, fino all’1 ottobre). Il «quartiere degli affari» di Parigi ha sempre ospitato opere d’arte permanenti e monumentali, come «Il pollice» di César e «Il ragno rosso» di Alexander Calder. Era dunque logico un percorso artistico qui, un quartiere poco amato dai parigini ma che la città sta valorizzando con un nuovo immenso parco urbano sull’esplanade di cemento che si estende per chilometri ai piedi della Grande Arche. Quest’anno il curatore della rassegna estiva, Fabrice Bousteau, ha selezionato otto artisti, tra cui Amélie Bertrand, Jérémy Gobé, Philip Haas ed Erwin Wurm, che hanno realizzato installazioni giganti ispirate ai quattro elementi, acqua, aria, terra, fuoco.
L’arte è diventata in alcuni casi il motore per far rivivere i piccoli borghi delle campagne, che rinascono con il turismo. Il Festival Photo La Gacilly (XX edizione, fino all’1 ottobre), per esempio ,incentrato sulla problematica ambientale, accoglie ogni anno tra 300mila e 400mila visitatori. E La Gacilly non è una città, ma un caratteristico borgo medievale della campagna bretone di 4mila abitanti. Tutte le estati il paesino si trasforma in una galleria fotografica a cielo aperto ed è preso d’assalto dai turisti. Scatti di maxiformato tappezzano i muri delle case e sono sparsi per le stradine e nei boschi. Per l’edizione 2023 la direttrice, Stéphanie Retière-Secret, ha selezionato circa 800 scatti di una ventina di fotografi internazionali, come Joana Choumali, Luca Locatelli e Nazli Abbaspour, e grandi nomi della fotografia ambientale, come Sebastião Salgado, Maxime Riché e Beth Moon, sul tema «La natura in eredità». La visita del suggestivo festival merita almeno un giorno o un fine settimana. E può essere l’occasione di scoprire altri borghi tipici della regione, come Josselin e il suo castello rinascimentale, o spingersi fino al golfo del Morbihan di grande interesse ambientale e archeologico.
Un altro paesino caratteristico che è da tempo rinato grazie all’arte è Saint-Paul de Vence, storico borgo provenzale sulle alture di Nizza, amato da Picasso e Chagall e sede della Fondation Maeght. D’estate le sue stradine pittoresche pullulano di turisti, fino a due milioni di visitatori, attirati anche dalle tante gallerie d’arte che hanno aperto negli ultimi anni, ancor più da quando è stata lanciata la Biennale internazionale d’arte, fondata nel 2018. Questa III edizione (fino all’1 ottobre), sotto la presidenza del critico d’arte Olivier Kaeppelin, col titolo «Au hasard des oiseaux», si ispira all’immaginario simbolico degli uccelli. Così James Webb e Tadashi Kawamata hanno allestito le loro opere sugli alberi. Sulle mura di cinta si incontrano i lavori di Alex Ayed e Xavier Veilhan, nelle piazze quelli di Jean-Marie Appriou, Katia Kameli, John Cornu e Caroline Mesquita.
Non solo borghi. Anche altri luoghi storici si sono aperti all’arte contemporanea. Una delle rassegne più poetiche è la Saison d’art del Castello di Chaumont, sulla Loira (fino al 29 ottobre). Quest’anno il festival ha invitato 15 artisti di fama, tra cui Lee Ufan, Pierre Alechinsky, Bob Verschueren e Stefan Râmniceanu, a creare delle opere originali sul tema della natura.
Nella regione di Parigi, anche il Castello di Fontainebleau ha voluto la sua rassegna plein air, lanciando quest’anno la prima edizione di «Grandeur Nature», un percorso «ludico» di arte contemporanea nel giardino inglese del castello (fino al 17 settembre), con le opere di 18 artisti, realizzato in collaborazione con il Musée de la Chasse et de la Nature di Parigi. Passeggiando ci si imbatte nei rinoceronti di François-Xavier Lalanne e nei mostri di Françoise Pétrovitch.
Ancora più intima, nei giardini di un’antica abbazia reale, è la Saison Photographique (XI edizione, fino al 6 novembre) della suggestiva abbazia cistercense di L’Épau, fondata dalla regina Bérengère di Navarra nel 1229-30, alle porte di Le Mans, una cittadina dal cuore medievale perfettamente conservato, a un’oretta di treno dalla capitale. Il percorso si compie tra il vasto giardino e gli antichi ambienti della chiesa. Quest’estate sono esposti gli scatti di sei fotografi, tra cui Luisa Dörr, Jean-François Mollière e Denis Dailleux.

«Hodhod_#1», 2022, di Katia Kameli, una delle opere visibili nella Biennale di Saint-Paul de Vence. Cortesia Katia Kameli, Adagp, Parigi 2023. Foto Frédéric Pasquini

«Nests in Saint-Paul de Vence», 2023, di Tadashi Kawamata esposta fino all’1 ottobre nell’ambito della Biennale internazionale d’arte di Saint-Paul de Vence, nel Sud della Francia

«Walden Raft», Annecy, 2019 di Marc Domage © Marc Domage
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