Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Sophie Seydoux
Leggi i suoi articoli«UNA COLLEZIONE INATTESA. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg», la mostra ideata da Luca Massimo Barbero, curatore associato delle Collezioni d’Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo, alle Gallerie d'Italia a Milano, offre una rara opportunità di immergersi in un periodo che, dagli anni del boom economico, ha segnato una svolta fondamentale nella storia dell'arte contemporanea internazionale. Attraverso oltre sessanta opere provenienti dalle collezioni Intesa Sanpaolo e Agrati, i visitatori vengono accompagnati in un viaggio attraverso territori diversi ma intrecciati: il Minimalismo americano e l'Arte concettuale, l'Arte povera italiana e i protagonisti della Pop art. Il caveau di Gallerie è mozzafiato: condividerne la bellezza con un grande pubblico è motivo di orgoglio. Il valore della selezione di opere esposte sta proprio nella sua capacità di trasmettere la pluralità di stimoli e di sperimentazioni che hanno animato quegli anni, senza semplificare o appiattire, e traendo tutta la sua ricchezza da un’unica fonte. È una testimonianza straordinaria di come una collezione coerente e stratificata, dato affatto scontato, possa raccontare con autenticità e profondità la complessità di un’intera epoca. La mostra offre una panoramica di nomi famosi, costruendo un dialogo ravvicinato tra linguaggi simili, uniti dal desiderio di rompere con la tradizione pittorica e l'astrazione lirica del dopoguerra: dal minimalismo che rompe con l’idea di pittura di Robert Mangold («Penso di poter dire che ci sono poche collezioni in Italia, ma anche in Europa, che conservano opere del Minimalismo internazionale in modo così originale, con date così precise e con una qualità e una conservazione così elevate!», ha affermato Luca Massimo Barbero) al gesto spaziale di Lucio Fontana, dalla ricerca sull’oggetto di Piero Manzoni, all’energia monocromatica di Yves Klein e alle forme essenziali di Carl Andre, passando per le riflessioni politiche e poetiche di Michelangelo Pistoletto e Jannis Kounellis. Questa rete di relazioni si svela gradualmente, conferendo all’intero percorso una ricchezza di significati che stimolano la riflessione e invitano a una lettura attenta.
Il momento culminante è il focus su Robert Rauschenberg (17 opere), il cui lavoro diventa un punto di sintesi ma anche di rottura all’interno della narrazione. Qui il visitatore si trova di fronte a opere spesso raramente esposte, soprattutto grafiche e combine, che trasmettono la complessità di un artista capace di sfidare le categorie tradizionali, aprendo nuovi orizzonti di pratica e di pensiero. L’omaggio offre uno sguardo affascinante sull’ibridazione dei linguaggi e sull’idea stessa di opera d’arte, tema centrale degli anni Sessanta. Non ultimo il percorso si sofferma sulla sensibilità nei confronti della natura e dell’ambiente (temi come sostenibilità, rapporto tra terra e uomo, inquinamento ma anche preoccupazione per specie in via di estinzione), in tempi ancora non sospetti, che emerge dai lavori del maestro texano (emblematica la scritta che spicca in un’opera: «Hearth Day»). La mostra fa anche un uso intelligente degli spazi espositivi, consentendo a ogni opera di trovare il proprio luogo e il proprio ruolo all’interno di un viaggio coerente ma non rigido. L’allestimento funge così da mappa efficace per navigare in un decennio complesso, in cui i confini tra estetica, politica e società sono stati ridefiniti con forza. Attraverso una lettura critica lucida e coerente, Luca Massimo Barbero con le sue scelte ha celebrato la ricchezza di un periodo che continua a interrogare il presente (emblematica in questo senso la bandiera costituita da tanti drappi colorati, “Averroè”, di Giulio Paolini del 1967).

Giulio Paolini, «Averroè», 1967. Collezione Luigi e Peppino Agrati - Intesa Sanpaolo. Photo of Luca Carrà, Milano
At Gallerie d'Italia, unexpected dialogues from a single vault
On the eve of the Milan exhibition's closure, a look at the peculiarities of a journey that fascinates with its wealth of connections and the silent quality of exchanges between languages (culminating in a precious Rauschenberg)
«AN UNEXPECTED COLLECTION. The New Art of the Sixties and a Tribute to Robert Rauschenberg» the exhibition conceived by Luca Massimo Barbero, associate curator of the Intesa Sanpaolo Modern and Contemporary Art Collections, at the Gallerie d'Italia in Milan, offers a rare opportunity to immerse oneself in a period that, from the years of the economic boom, marked a fundamental turning point in the history of international contemporary art. Through more than sixty works from the Intesa Sanpaolo and Agrati collections, visitors are taken on a journey through different but intertwined territories: American Minimalism and Conceptual Art, Italian Arte Povera, and the protagonists of Pop Art.
The vault of Intesa Sanpaolo is breathtaking: sharing its beauty with a large audience is a source of Italian pride. The value of the selection of works on display lies precisely in its ability to convey the plurality of stimuli and experimentation that animated those years, without simplifying or flattening, and drawing all its richness from a single source. It is an extraordinary testimony to how a coherent and layered collection, which is by no means a given, can authentically and profoundly recount the complexity of an entire era. The exhibition offers an overview of famous names, constructing a close dialogue between similar languages, united by the desire to break with the pictorial tradition and lyrical abstraction of the post-war period: from the minimalism that breaks with the idea of painting by Robert Mangold («I think I can say that there are few collections in Italy, but also in Europe, that preserve artworks of international Minimalism in such an original way, with such precise dates and such high quality and conservation!» said Luca Massimo Barbero) to the spatial gesture of Lucio Fontana, from Piero Manzoni's research on objects to the monochromatic energy of YvesKlein and the essential forms of Carl Andre, passing through the political and poetic reflections of Michelangelo Pistoletto and Jannis Kounellis. This network of relationships is gradually revealed, giving the entire exhibition a wealth of meanings that stimulate reflection and invite careful reading.
The culminating moment is the focus on Robert Rauschenberg (17 works), whose work becomes a point of synthesis but also of rupture within the narrative. Here, visitors are confronted with works that are rarely exhibited, especially graphics and combine, which convey the complexity of an artist capable of challenging traditional categories, opening up new horizons of practice and thought. The tribute offers a fascinating insight into the hybridization of languages and the very idea of the work of art, a central theme of the 1960s. Last but not least, the exhibition focuses on sensitivity towards nature and the environment (issues such as sustainability, the relationship between man and the earth, pollution, but also concern for endangered species), in times when these were not yet a cause for concern, as evidenced by the artworks of the Texan master (the inscription that stands out in one artwork is emblematic: «Hearth Day»). The staging also makes intelligent use of the exhibition spaces, allowing each work to find its own place and role within a coherent but not rigid journey. The layout thus serves as an effective map for navigating a complex decade in which the boundaries between aesthetics, politics, and society were forcefully redefined. Through a lucid and coherent critical reading, Luca Massimo Barbero's choices celebrate the richness of a period that continues to question the present (emblematic in this sense is the flag made up of many colored drapes, «Averroè» by Giulio Paolini from 1967).

Photo: Maurizio Toso
Altri articoli dell'autore
Il progetto, suddiviso in due mostre distinte ma unite da un unico fil rouge, si propone di ripercorrere la storia della fotografia italiana, dal Futurismo alla grande stagione del Neorealismo, dalle ricerche concettuali all’esperienza fondamentale di Viaggio in Italia
La scoperta, resa nota nel volume The Archaeology of Finlaggan, Islay appena pubblicato dalla Society of Antiquaries of Scotland, getta nuova luce sulla storia del potere dei Signori delle Isole, che tra XII e XV secolo governarono un vasto regno indipendente
La Cattedrale di San Patrizio si apre all’arte contemporanea con un’opera monumentale firmata da Adam Cvijanovic
Claudia Cardinale è stata una delle attrici più iconiche del Novecento. Non soltanto un volto da diva, ma una protagonista assoluta di una stagione irripetibile del cinema italiano ed europeo, capace di muoversi con naturalezza tra autori come Visconti, Fellini e Leone