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Veduta aerea della città di New York (Lower Manhattan), con l’Empire State Building

Immagine tratta da Wikipedia. Foto: Dllu. CC BY-SA 4.0

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Veduta aerea della città di New York (Lower Manhattan), con l’Empire State Building

Immagine tratta da Wikipedia. Foto: Dllu. CC BY-SA 4.0

È ancora New York oggi la capitale dell’arte contemporanea

Anche se nuove geografie conquistano l’attenzione delle gallerie, l’ago della bilancia pende comunque a favore della metropoli statunitense

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Giorgio Guglielmino

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In principio era l’Italia e, in particolare, Roma. Nei secoli XVII e XVIII artisti e intellettuali che potevano permetterselo intraprendevano il cosiddetto «Grand tour», lungo viaggio nell’Europa continentale che aveva nell’Italia la meta naturale per vedere dal vivo le bellezze dell’architettura, della pittura e della scultura. Le tappe fondamentali erano le principali città d’arte, Venezia, Firenze, Roma e Napoli, ma era soprattutto la nostra capitale il luogo che incarnava il mito creativo e che di fatto fu per secoli il centro mondiale della produzione artistica.

Poi, all’improvviso, in Francia, a metà Ottocento, nacque l’Impressionismo e l’attenzione del mondo si spostò su Parigi, complici anche l’invenzione della fotografia e del cinema. Per cento anni tutte le novità artistiche arrivarono da Parigi. Picasso dalla natia Spagna non ebbe dubbi sul fatto che la Ville Lumière era il posto dove ci si doveva trasferire e Filippo Tommaso Marinetti il «Manifesto del Futurismo» lo pubblicò nel 1909 su «Le Figaro» (e non sul «Corriere della Sera»). Il primato di Parigi durò, se vogliamo indicare una data precisa, fino a quando nel 1964 l’americano Robert Rauschenberg vinse il premio della Biennale di Venezia.

Da quel momento la capitale internazionale dell’arte divenne indiscutibilmente New York, culla della Pop Art prima e del Minimalismo poi. Londra spiccò negli anni ’90 sulla scia degli Young British Artists, dell’ascesa del collezionista Charles Saatchi e della mostra «Sensation» del 1997 alla Royal Academy. I due decenni successivi sono stati più confusi, con la nascita di grandi musei nei Paesi arabi, il crescente peso dell’Estremo Oriente e Parigi che ha cercato di emergere nuovamente grazie anche a collezionisti eccellenti.

Oggi quale città è percepita come la capitale dell’arte contemporanea? Lo abbiamo chiesto ad alcuni galleristi di peso specificando anche di indicare le loro motivazioni. Al di là di una dichiarazione d’amore per Bruxelles di Xavier Hufkens, la risposta generale è… ancora New York!

Timothy Taylor, galleria Timothy Taylor, Londra e New York
Non può che esserci una risposta ed è New York. Non per le istituzioni o per i musei, ma per l’energia che hanno le gallerie. Lo spazio della galleria è ancora il motore che muove il mondo contemporaneo, che sostiene il mercato e che rimane la piattaforma per il successo a lungo termine degli artisti. New York è sempre stata sensibile all’arte e ora, con gusti e interesse in continua evoluzione, è l’unica città in grado di tenere il passo con la velocità di oggi. Da un punto di vista istituzionale menziono anche Shanghai che è sicuramente una città leader. Le mostre nei suoi musei sono altamente professionali e programmate con un occhio al presente. Le mostre a Shanghai sono concepite per informare un pubblico in espansione e rappresentano ciò che accade in questo momento, senza alcun ritardo.

Isa Lorenzo, Silverlens Galleries, Manila e New York
New York è il centro di molte cose, compresa l’arte. Mi fa piacere citare anche le isole del Mare di Seto in Giappone che negli ultimi anni hanno sofferto di un grave spopolamento. La Triennale di Setouchi ha permesso di rivitalizzare la Regione in modo sostenibile e creativo portando arte contemporanea e turismo.

Xavier Hufkens, galleria Xavier Hufkens, Bruxelles
Porto avanti una storia d’amore con Bruxelles da molto tempo. Non è solo la città in cui sono cresciuto, fa parte del mio Dna ed è qui che ho deciso di aprire i miei tre spazi (il primo più di trent’anni fa, l’ultimo nel 2022). Per me questa città ha sempre avuto un tessuto culturale unico in cui la storia incontra l’avanguardia. Nel cuore dell’Europa e con un’alta concentrazione di istituzioni e gallerie, la città è una forza magnetica per gli artisti. Non c’è da stupirsi, dunque, se secondo me Bruxelles è l’impareggiabile capitale dell’arte europea.

Kukje Gallery, Seul e Busan
Negli ultimi anni diverse città asiatiche come Seul, Hong Kong e Singapore hanno attirato l’attenzione come centri culturali emergenti. Tuttavia, se dovessimo nominare una città come il principale centro di arte contemporanea diremmo New York. Oltre alle sue prestigiose istituzioni, la città è anche sede di una vasta gamma di gallerie d’arte contemporanea, tra cui megaspazi a Chelsea e quelli di dimensioni più piccole a SoHo, West Village, Tribeca e Brooklyn, che promuovono la prossima generazione di artisti. Un aspetto fondamentale che consolida lo status di New York come hub globale sono le sue mostre, che spesso vanno alle radici dell’arte moderna, omaggiando lo sviluppo storico della città come epicentro dell’arte contemporanea durante il XX secolo. Inoltre la metropoli vanta la presenza di organizzazioni artistiche non profit e spazi gestiti da artisti che mettono in mostra l’arte sperimentale e contemporaneamente rappresenta un luogo fondamentale per i collezionisti, con fiere d’arte storicamente significative, tra cui The Armory Show, Tefaf e Frieze.

Pepi Marchetti Franchi, Gagosian, Roma
Trovo il concetto di capitale ormai molto datato. Di sicuro non esiste più nel ruolo che hanno avuto New York nel recente passato e Parigi nella prima metà del ’900. Oggi città come Los Angeles o Shanghai e di nuovo Parigi, complici internet e i social media partecipano attivamente e si contendono una centralità che è molto meno polarizzata di quanto non lo sia stato nel passato. New York rimane un punto nevralgico per la concentrazione di attività istituzionali e commerciali ma ha perso molta della capacità di innovazione della quale è stata leader indiscussa fino solo a poco tempo fa.

Raffaella Cortese, Galleria Raffaella Cortese, Milano
La capitale dell’arte di oggi forse non è una città, una fiera o un ricco paradiso fiscale ma qualcosa di simile a un piccolo ripostiglio nella provincia poco conosciuta, dove però animi autentici, sinceri, preparatissimi e appassionati si possono incontrare e creare qualcosa di nuovo e positivo per il futuro, che ci stanno tutti dicendo sarà non così felice.
 

Giorgio Guglielmino, 17 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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