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La scultura di Bernini raffigurante la beata Ludovica Albertoni (particolare)

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La scultura di Bernini raffigurante la beata Ludovica Albertoni (particolare)

Estasi in luce (artificiale) della beata Ludovica Albertoni

Il restauro della Cappella nella chiesa di San Francesco a Ripa a Roma

Nella Chiesa di San Francesco a Ripa a Trastevere è durato sei mesi ed è costato 39mila euro il restauro promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma della Cappella della beata Ludovica Albertoni, celebre per essere uno degli ultimi capolavori di Gian Lorenzo Bernini nella doppia veste di architetto e scultore.

L’intervento conservativo ha interessato la scultura in marmo di Carrara, la scenografia dorata, i cherubini in stucco e il drappo in alabastro con frange in bronzo dorato. Bernini scolpì la scultura della beata pervasa da una sensuale estasi mistica nel 1674, a 76 anni, in un unico blocco di marmo e per realizzare la cappella che fa da quinta scenografica, mirabile sintesi di barocco romano, sfondò una parete della navata laterale.

Eseguì il lavoro senza richiedere compenso per ottenere l’intercessione di papa Clemente X per il fratello Luigi, esiliato da Roma per aver sodomizzato un giovane. ll restauro è consistito in un lavoro di pulitura, protezione e reintegro di piccole fessure e lacune dovute al deterioramento del tempo e a precedenti interventi (l’ultimo 20 anni fa) che avevano alterato e opacizzato il marmo e lo stucco e provocato cadute della foglia d’oro.

«Mi sono trovata davanti una superficie sofferente, in particolare gli stucchi presentavano distacchi e perdita di colore», ha spiegato la restauratrice Elisabetta Zatti che aveva già lavorato su un altro capolavoro di Bernini, l’«Apollo e Dafne» della Galleria Borghese. «Il restauro, ha aggiunto la soprintendente Daniela Porro, ha valorizzato la tecnica del maestro che ricorreva a diversi gradi di finitura del marmo per ottenere effetti pittorici: più levigate le parti in evidenza, più grezze quelle arretrate».

Per ottenere il voluto risultato luministico Bernini aprì due finestre abbastanza distanti attraverso le quali la luce naturale andava ad alimentare il gioco di chiaroscuri delle pieghe della veste. Una delle aperture è oggi occultata da un edificio per cui si sta pensando di realizzare un sistema sofisticato di luci artificiali (costo 15mila euro). Secondo Angelo Carbone, direttore del Fec (Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno) cui l’edificio appartiene, «per salvare i tesori delle chiese, sarebbe indispensabile introdurre un ticket».
 

Tina Lepri, 02 marzo 2020 | © Riproduzione riservata

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