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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. Approda a Firenze, dopo il Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale e la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano «Il principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino», la mostra curata da Louis Godart, consigliere per la Conservazione del Patrimonio artistico del Presidente della Repubblica Italiana.
Fino al 15 febbraio 2016 saranno infatti esposti a Palazzo Vecchio nella Sala dei Duecento i venti arazzi con le «Storie di Giuseppe Ebreo», commissionati per quella stessa sala da Cosimo I de’ Medici, e realizzati tra il 1545 e il 1553 dai fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher, su cartoni di alcuni dei più importanti artisti del tempo, quali Jacopo Pontormo, ma soprattutto Agnolo Bronzino e Francesco Salviati.
Nel Palazzo Vecchio (divenuto «della Signoria») il duca si era trasferito dal 1540, lasciando il Palazzo Medici (ora Medici-Riccardi), per affermare, proprio in quella sede già simbolo della Repubblica, il potere della sua dinastia su Firenze.
Non a caso gli Uffizi nascono proprio contigui, quale sede monumentale per l’amministrazione della città.
Il titolo della mostra (promossa dalla Presidenza della Repubblica, dal Comune di Firenze e dal Comune di Milano in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Expo 2015 e la Fondazione Bracco, con il sostegno di Acea, main sponsor Gucci) rimanda al significato degli arazzi, nei quali la figura di Giuseppe ebreo è una sorta di alter ego di Cosimo I. Infatti Giuseppe, eroe biblico prediletto dal padre Giacobbe e per questo venduto dai fratelli invidiosi come schiavo in Egitto, sfugge alle avversità grazie alle sue rare doti intellettuali e divinatorie, diviene consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mettendo in salvo la popolazione dalla carestia. Infine, tornato in patria perdona i fratelli che lo avevano tradito. La stessa magnanimità che Cosimo intende mostrare ai fiorentini che nei decenni precedenti avevano cacciato i Medici e proclamata la Repubblica. Quanto al «principe dei sogni» ricorderemo come anche Cosimo fosse appassionato di alchimia, scienze esoteriche e magia.
Esposti insieme l’ultima volta in occasione delle celebrazione per l’Unità d’Italia nel 1861, gli arazzi furono divisi nel 1882 per volere dei Savoia tra Firenze e Roma, dove dieci di essi furono trasferiti nei saloni del Palazzo del Quirinale. Dalla Sala dei Ducento furono rimossi nel 1983 e sottoposti a indagini e poi al restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, col sostegno finanziario della Cassa di Risparmio di Firenze prima e dell’Ente Cassa poi, intervento cominciato nel 1985 e concluso tre anni fa.
Il restauro degli arazzi «romani» fu avviato invece nel 1994 nel Laboratorio Arazzi del Quirinale. La mostra comprende un docufilm e, al centro della sala, quattro tavoli multimediali di ultima generazione.
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