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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliPer la riapertura della Frick Collection il 17 aprile, il museo presenta un’installazione di sculture in porcellana nelle gallerie restaurate e in quelle di nuova costruzione. L’allestimento rende omaggio a un episodio «storico» della Frick: in occasione dell’apertura del museo nel 1935, Helen Clay Frick, figlia del fondatore del museo, selezionò accuratamente una serie di composizioni floreali, per valorizzare le sale più importanti del museo. Trae origine da questa ispirazione un’installazione di sculture floreali in porcellana dell’artista ucraino Vladimir Kanevsky (1951). Le 19 installazioni di Kanevsky, esposte su entrambi i livelli del palazzo e in una serie di nuove gallerie al secondo piano aperte al pubblico per la prima volta, rimarranno in mostra per sei mesi.
«In occasione della riapertura della Frick Collection dopo cinque anni di chiusura, ci è sembrato giusto celebrare l’occasione in modo simile all’inaugurazione del 1935», ha dichiarato Xavier F. Salomon, vicedirettore e curatore capo del museo, che ha organizzato l’installazione. «Le raffinate creazioni di Vladimir Kanevsky ci permettono di onorare questa tradizione, insieme alle importanti collezioni di porcellane e ceramiche storiche del museo. La sua abilità artistica crea un ponte tra passato e presente».
Kanevsky aggiunge: «Ritengo un onore il fatto che il mio lavoro sia esposto durante e oltre le celebrazioni per la riapertura della Frick. Il museo, sia nel tempo presente, sia nel passato, è una fonte inesauribile di ispirazione».
Nel 1935, ad esempio, la West Gallery del museo aveva un vaso con trentasei rose American Beauty; la Sala Fragonard ospitava mughetti, mentre le rose gialle erano collocate nella Galleria della Biblioteca. Ora i fiori sono stati scelti in base a un legame con opere d’arte specifiche, come una ciotola di una dozzina di anthurium posta sotto il «Ritratto di uomo con cappello rosso di Tiziano», che riprendeva il colore e la forma del copricapo del soggetto. L’installazione di Kanevsky, organizzata in collaborazione con il team curatoriale della Frick negli ultimi tre anni, presenta sculture analoghe installate in punti strategici del museo, tracciando connessioni tra natura, arte e storia.
In soli due casi (le camelie nella Biblioteca e i mughetti nella Sala Boucher) Kanevsky ha replicato le scelte originali di Helen Clay Frick. Altrove, l’artista ha emulato il suo spirito creativo, con piante e fiori relazionati in modo nuovo a specifiche opere d’arte. Per esempio, l’albero di melograno nella Sala dei Fondi Oro è un omaggio a una pianta i cui frutti sono spesso rappresentati dai primitivi italiani e che sarebbe stata facilmente riconosciuta dagli artisti rappresentati in questa galleria. Una grande pianta di carciofo selvatico sotto il «San Francesco nel deserto» di Giovanni Bellini intende evocare la natura selvaggia del ritiro del santo a La Verna. In altri casi, oggetti storici in ceramica provenienti dal patrimonio della Frick sono utilizzati per contenere le opere di Kanevsky, come un grande albero di limone in porcellana esposto nel Garden Court, all’interno di una fioriera francese del 1680 ca in maiolica, originariamente progettata per contenere e mostrare veri alberi di agrumi.
Al secondo piano della Frick, aperto al pubblico per la prima volta nella storia del museo, la flora di porcellana di Kanevsky abita alcune delle stanze più private della famiglia del fondatore. Il caso più toccante è costituito dalla Walnut Room, già camera da letto di Henry Clay Frick, dove morì il 2 dicembre 1919, circondato dal calore della boiserie in noce e forse guardando la «Lady Hamilton nelle vesti di “Natura”», di George Romney. Affacciati su Central Park, vasi di papaveri neri in porcellana celebrano il dono di Frick al pubblico della sua collezione, ma anche una nota di malinconia. Sempre in queste sale, i tulipani di porcellana sono presentati in un vaso ispirato ai tulipani, realizzato dalla manifattura Du Paquier di Vienna intorno al 1725.

Vladimir Kanevsky, «Cascading Roses» (2024-25), opera installata nella Sala Fragonard della Frick Collection. Foto: Joseph Coscia Jr.
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