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L’allestimento della Sala delle medaglie nella nuova galleria al secondo piano della Frick Collection

© The Frick Collection, New York. Foto Joseph Coscia Jr

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L’allestimento della Sala delle medaglie nella nuova galleria al secondo piano della Frick Collection

© The Frick Collection, New York. Foto Joseph Coscia Jr

La nuova Frick Collection: 330 milioni di dollari per 2.500 mq in più

Il 17 aprile riapre al pubblico l’istituzione newyorkese, ampliata e riallestita dopo quasi cinque anni di lavori. Il progetto, a firma di Selldorf Architects e Beyer Blinder Belle, è il più significativo aggiornamento della «casa museo» dalla sua apertura nel 1935

Dopo quasi cinque anni di lavori, il 17 aprile riapre al pubblico la Frick Collection. Il museo newyorkese, celebre nel mondo per la sua collezione d’arte allestita in spazi dall’atmosfera intima (nati come residenza sontuosa privata), svelerà i risultati della trasformazione firmata da Selldorf Architects e Beyer Blinder Belle Architects and Planners, il più significativo aggiornamento del museo dalla sua apertura nel 1935. I nuovi spazi promettono di ridefinire l’esperienza dei visitatori, preservando al contempo il fascino e la storia che hanno reso questo luogo un punto di riferimento internazionale. Riapre anche, con sale di lettura ristrutturate, la Frick Art Reference Library, che avrà nuovi punti di ingresso in grado di migliorare l’integrazione tra le due istituzioni. 

A suggellare il nuovo corso della collezione e del suo museo è anche la nomina di un nuovo direttore, Axel Rüger, che entra in carica in corrispondenza con la riapertura. Rüger ha in precedenza guidato la Royal Academy of Arts di Londra e il Van Gogh Museum di Amsterdam e ha ricoperto importanti incarichi curatoriali, tra cui quello di responsabile della collezione di dipinti olandesi del XVII e XVIII secolo alla National Gallery di Londra. Nel corso della sua carriera Rüger si è distinto per le competenze nello sviluppo dell’audience, nel coinvolgimento degli stakeholder e nella raccolta fondi, oltre che nella produzione di mostre di successo. «La riapertura del museo segna un momento emozionante nella storia di questa istituzione, ha dichiarato a «Il Giornale dell’Arte» il neodirettore. Con il ritorno dei capolavori della Frick nella loro casa, oggi rivitalizzata, vogliamo dare ai visitatori l’occasione di riscoprire la bellezza, l’intimità e il sapere che hanno definito la collezione per quasi un secolo e che speriamo ispireranno le generazioni di visitatori a venire».

Con un progetto da 330 milioni, oltre 5.500 metri quadrati di spazio sono stati riadattati, mentre ne sono stati aggiunti 2.500 per migliorare l’esperienza dei visitatori, l’accessibilità generale e le infrastrutture, e accrescere la capacità espositiva e l’efficienza energetica degli spazi. Il museo si arricchisce delle sue prime sale didattiche dedicate, di un auditorium da 220 posti, di spazi di backoffice, archivi e strutture avanzate per la conservazione di opere d’arte. Il progetto ha incluso anche il restauro del giardino, ora più accessibile e integrato nell’edificio.  

Una veduta dell’Oval Room alla Frick Collection. Foto: Joseph Coscia Jr.

Ospitato in una palazzina storica di inizio Novecento affacciata su Central Park, il museo ha voluto adattare i suoi ambienti e gli allestimenti alle esigenze del XXI secolo. A guidare il restauro è stato l’obiettivo di rendere il museo più accessibile, migliorare la sua offerta didattica ed espandere i suoi spazi espositivi, il tutto garantendo la conservazione dell’architettura originale. La villa della famiglia Frick è stata riportata agli splendori della Gilded Age attraverso un accurato recupero della facciata, preservando e restaurando pannelli e intagli in legno, marmi, stucchi e intonaci, infissi e ferramenta in bronzo e facendo realizzare riproduzioni di tessuti e arazzi dalle stesse aziende a cui erano stati commissionati dai Frick più di un secolo fa. Anche le gallerie storiche sono state restaurate, consentendo ai visitatori di tornare ad ammirare i capolavori che caratterizzano la Frick Collection, dal Rinascimento all’inizio del XX secolo, tra cui opere di Piero della Francesca, Goya, El Greco, Vermeer, Rembrandt, Van Dyck, Boucher, fino a Degas, Monet e Manet. A queste gallerie si aggiunge ora l’intero secondo piano dell’edificio, che un tempo ospitava gli alloggi privati della famiglia Frick per poi essere adibito a uffici e sale riunioni per il personale e che viene ora aperto al pubblico per la prima volta. Gli affreschi, i caminetti in marmo ed elaborati lavori in legno intagliato, oggi restaurati, riporteranno in vita queste stanze. Qui, una selezione di dipinti, sculture e oggetti decorativi, molti dei quali non erano regolarmente in esposizione prima dei lavori di rinnovo, consentirà di esplorare periodi e correnti diversi e aprirà una finestra su pratiche e stile del collezionismo di Henry Clay Frick (1849-1919) e della sua famiglia. 

Una veduta della Fragonard Room alla Frick Collection. Foto: Joseph Coscia Jr.

Trovano spazio tra queste gallerie anche installazioni che riflettono gli interessi personali della famiglia Frick, come i ritratti esposti nella camera da letto originale di Henry e i pannelli rinascimentali con fondo in oro collezionati da Helen, la figlia del fondatore, e oggi esposti proprio in quella che era originariamente la sua camera da letto. In questa sua seconda vita, il museo si arricchisce anche di nuove collezioni, tra cui rare maioliche francesi, porcellane viennesi Du Paquier e orologi antichi, una collezione di medaglie-ritratto e una di orologi antichi dello stesso Frick. A seguire il riallestimento delle gallerie è stato il team curatoriale guidato da Xavier F. Salomon, vicedirettore e curatore capo, e composto da Aimee Ng, Giulio Dalvit e Marie Laure Buku Pongo, in collaborazione con il progettista Stephen Saitas. A complemento delle celebri collezioni di dipinti, sculture e arti decorative del museo, una mostra di 12 opere su carta della collezione inaugurerà una nuova Cabinet Gallery al primo piano del museo. Le opere includono schizzi e disegni di Degas, Goya, Ingres, Rubens e Whistler

La stagione inaugurale del nuovo Frick è ricca di iniziative, come anche il programma di appuntamenti per il pubblico. A cominciare dalla commissione allo scultore Vladimir Kanevsky di una serie dei suoi fiori in porcellana, che rende omaggio alle composizioni floreali che adornavano le sale per l’inaugurazione del museo nel 1935. L’esposizione sarà visibile per circa sei mesi. A giugno, le nuove gallerie speciali del primo piano debutteranno con «Vermeer’s Love Letters», una mostra che si inserisce nella tradizione della Frick di presentazioni che esplorano specifici aspetti dei capolavori della collezione. Per esplorare il tema delle lettere e la rappresentazione della donna nell’opera di Vermeer, dal 18 giugno al 7 settembre la mostra esporrà «Mistress and Maid» della collezione Frick e prestiti speciali del Rijksmuseum e della National Gallery of Ireland. A fine aprile, lo Stephen A. Schwarzman Auditorium inaugurerà con un festival musicale di due settimane, con opere di musica classica, barocca e moderna, nonché una nuova opera commissionata a Tyshawn Sorey, vincitore del premio Pulitzer 2024 per la composizione. Debutteranno ad aprile anche nuove offerte formative con una serie di conferenze e programmi didattici.

Una veduta della facciata della Frick Collection dalla 5th Avenue. Foto: Nicholas Venezia

Maurita Cardone, 14 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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