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Bernard Marcelis
Leggi i suoi articoliIl 16 luglio 1950, esattamente settantacinque anni fa, furono inaugurati a Bastogne (provincia del Lussemburgo belga) tre mosaici di Fernand Léger, poi caduti nell'oblio per oltre sessant’anni. Le opere furono commissionate all’artista francese (1881-1955) per rendere omaggio ai circa 77mila ufficiali e soldati americani uccisi, feriti o dispersi durante la «battaglia delle Ardenne», l’ultima offensiva tedesca sul Belgio nel dicembre 1944.
I mosaici si trovano in una cripta costruita ai piedi del monumentale Memoriale del Mardasson, eretto in segno di gratitudine per l’intervento degli Stati Uniti, i cui battaglioni riuscirono a fermare l’offensiva. Un’ampia scalinata scavata nella roccia conduce a una cripta protetta da una pesante porta in ferro battuto e bronzo, rimasta a lungo accessibile solo su richiesta, il che ha sicuramente preservato questo importante complesso artistico da atti di vandalismo. Nulla è cambiato dall’inaugurazione del luogo.
Un complesso eccezionale
Questo tesoro costituisce un complesso eccezionale, unico in Belgio e raro in Europa, sconosciuto al grande pubblico e persino agli appassionati. La cripta è stata riscoperta nel 2014 grazie al team del centro culturale L’Orangerie di Bastogne. Poche altre integrazioni architettoniche furono commissionate a Fernand Léger, come quella che gli fu affidata dal padre Marie-Alain Couturier per la vasta facciata della Chiesa di Notre-Dame-de-Toute-Grâce sull’altopiano di Assy (Passy, Alta Savoia), completata nel 1949. Il suo architetto, Maurice Novarina, è anche autore della Chiesa del Sacré-Cœur di Audincourt (Doubs), famosa per le diciassette vetrate della Passione di Cristo progettate da Léger, mentre una monumentale mosaico, realizzato nel 1951 da Jean Bazaine, decora la facciata.
Nel 1954 l’artista creò una nuova serie di vetrate per la Chiesa di Courfaivre, nel Giura svizzero. All’anno successivo si devono anche un mosaico di grandi dimensioni per la sede della Gaz de France ad Alfortville (Val-de-Marne), un’altra opera musiva e delle vetrate per l’Università di Caracas (Venezuela), mentre due dei suoi dipinti murali adornano dal 1952 la grande sala dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
Artista impegnato e innovativo, Léger ha spesso messo la sua arte al servizio di cause patriottiche e commemorative, ma anche sociali e culturali, in particolare attraverso le sue integrazioni concepite in stretta collaborazione con gli architetti degli edifici interessati, rimanendo sempre fedele alle forme nuove.
La cripta e i suoi arredi
La cripta in cui si trova il trittico inizialmente non era prevista nel progetto del Memoriale di Mardasson, presentato nel 1946 e inaugurato ufficialmente nel 1950. Fu solo nel 1949 che alcune donne americane (madri, sorelle o vedove di soldati americani uccisi o feriti) che desideravano un luogo di raccoglimento, e non solo un memoriale militare, ne fecero richiesta all'ambasciata degli Stati Uniti in Belgio.
Fu quindi scavata una cripta di fronte al Mardasson, sotto la spianata, secondo i progetti dello stesso architetto, Georges Dedoyard (Liegi, 1897-1988). Questo spazio quadrato, uno dei cui lati funge da ingresso, si trova in fondo a una monumentale scalinata. Sui tre lati restanti, delle arcate delimitano delle nicchie che ospitano ciascuna un mosaico raffigurante le tre grandi religioni praticate all’epoca negli Stati Uniti: quella ebraica sulla parete a sinistra dell’ingresso, quella protestante al centro e quella cattolica a destra. Al centro di ogni nicchia è collocato un sobrio altare in marmo da cui si dipartono le composizioni musive. Il soffitto della cripta ha la forma di una cupola illuminata da una lastra di vetro situata al suo apice.
Le grandi campiture di colori primari applicate dall’artista strutturano la composizione in fasce verticali che partono dalla mensola dell’altare; esse sono completamente separate dai simboli religiosi e dai ritratti di donne che completano l’insieme. Questi ultimi sono disegnati con tratti neri e impongono la loro presenza grazie alla forza ellittica della linea. A questo proposito, è notevole l'eccezionale trattamento dei capelli e delle mani, elementi corporei ricorrenti nell'opera dell'artista in questo periodo.
A causa delle circostanze che hanno presieduto alla costruzione di questa cripta, le uniche figure umane rappresentate sui mosaici sono femminili. Léger rende loro un vibrante omaggio, sia per il loro coraggio che per il loro dolore, loro che sono all’origine di questa realizzazione. L'invito rivolto all’artista di intervenire nella cripta si basa su due periodi della sua vita: quello in cui fu soldato nelle trincee nel 1914 (che come testimoniano le sue numerose lettere gli valse una reale e dura esperienza fisica della guerra), e quello dell’artista affermato che era diventato trent'anni dopo. Léger era anche appassionato dell’America, Paese in cui soggiornò più volte, esponendo e tenendo conferenze, il che gli valse indirettamente questa commissione.
All'indomani della Seconda guerra mondiale, l'artista, come altri della sua generazione, trovò nel mosaico e nella ceramica dei supporti che gli permisero di realizzare opere di grande respiro sotto forma di integrazioni architettoniche. Queste tecniche gli garantirono anche, per le sue opere realizzate all'aperto, la stabilità dei colori, e in particolare delle tonalità pure a cui era particolarmente affezionato, lui che si è sempre considerato, con la sua pratica artistica, «al servizio del popolo»; la dimensione ecumenica è evidente a Bastogne.
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Cripta del Mardasson, Memoriale del Mardasson, route de Bizory 1, 6600 Bastogne.

Fernand Léger davanti a uno dei suoi mosaici realizzati per la cripta del Memoriale di Mardasson, a Bastogne, durante l’inaugurazione nel 1950
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