Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Franco Fanelli
Leggi i suoi articoliDavid Hockney è l’uomo dell’anno per almeno cinque ragioni. La prima è che il suo «Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)», battuto all’asta da Christie’s a New York per la cifra record di 90,3 milioni di dollari (80 milioni di euro; cfr. articolo a p. 76), fa del pittore inglese l’artista vivente più quotato al mondo.
La seconda è che il pittore più quotato al mondo che si destreggia con Polaroid, iPhone, iPad e Photoshop, non ne è diventato succube e continua a dipingere con il pennello e con le sue mani.
La terza è che un pittore che lavora con il pennello e con le sue mani ha letteralmente stracciato, sul mercato, un’«azienda» come Jeff Koons e il suo centinaio di «operai» che producono a raffica e in serie opere come «Orange Balloon Dog» (1994), precedente record stabilito nel 2013 per un artista vivente (ancora Christie’s, New York, con 58,4 milioni di dollari).
La quarta è che un artista vivente di 82 anni è la prova che la Brexit è un’anacronistica fesseria come tutte le cose in odor di sovranismo: lui «uscì» dalla Gran Bretagna quarant’anni fa per vivere al sole della California, ma soprattutto per diventare un cittadino del mondo.
La quinta è che un gay cittadino del mondo ha fatto dei ritratti di famiglia (la sua) uno dei suoi soggetti prediletti, laddove la famiglia è intesa in senso gioiosamente allargato, includendo amici, compagni e colleghi, e non claustrofobicamente bigotto come la vorrebbe il ministro Lorenzo Fontana.
Nel 2017 il premiati erano Damien Hirst (Persona), Cinquecento a Firenze e Prada a Venezia (Mostra), Zeitz Mocaa a Città del Capo (Museo) e Guercino (Libro)

David Hockney
Altri articoli dell'autore
Il 25 ottobre di 100 anni fa nasceva l’uomo che tramutò la pittura in oggetto (e viceversa) e aprì le porte alla Pop art. Il suo impegno sociale, la sua multidisciplinarità, l’interattività e la trasversalità di alcune sue opere e la sua ricerca sul ruolo dell’immagine sono tra gli elementi che lo rendono particolarmente attuale
53 anni dopo la storica mostra alla Gam di Torino, lo stesso museo dedica all’artista originario di Rovereto una retrospettiva con oltre 150 opere
Sin dall’inizio l’artista britannica lavora su un unico soggetto: sé stessa, il suo corpo, i suoi desideri, il suo dolore. Eppure, l’ex (?) bad girl riesce a parlare a tutti, forse più di quanto non facciano molte ambiziose opere politicamente corrette esposte alle «etnobiennali» di oggi
Al Kunstmuseum, in sequenza, due mostre parallele raccontano l’eresia e la ribellione di due artiste torinesi agli antipodi (o quasi)