Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Grand Palais, che ha chiuso le porte il 12 marzo 2021 per lavori di restauro e messa a norma, è nascosto dietro le impalcature. La Grande Nef, la navata principale sotto la cupola di vetro che culmina a 45 metri di altezza, riaprirà nel 2024 per ospitare le prove di scherma e taekwondo alle Olimpiadi di Parigi, ma bisognerà pazientare fino al 2025 perché il celebre monumento affacciato sulla Senna e gli Champs-Elysées sia di nuovo interamente aperto al pubblico.
Abbiamo visitato il cantiere con François Châtillon, architetto dei monumenti storici, e Chris Dercon, ex presidente della Réunion des Musées Nationaux che da metà dicembre ha preso le redini della Fondation Cartier. «Non si tratta di un recupero classico, ma di una rivisitazione critica che tiene conto delle diverse età dell’edificio e sensibilità degli architetti che sono intervenuti, nel rispetto del principio di continuità storica, spiega Dercon. Il Grand Palais è nato come struttura effimera destinata a essere smontata, non a durare 150 anni. È un monumentale trompe l’œil. Tutto è finto, quindi fragile».
Il budget è colossale: 466 milioni di euro, di cui 288 di fondi pubblici, 150 di prestiti e 25 finanziati da Chanel. Il complesso monumentale, che comprende Grand Palais e Palais de la Découverte, costruito per l’Esposizione universale del 1900 con il contributo di quattro architetti (Charles Girault, già progettista del Petit Palais e direttore dei lavori, Henri Deglane, Albert Louvet e Albert Thomas) finora sottoposto a interventi parziali, viene restaurato per la prima volta nella sua totalità: 77mila metri quadrati.
Un primo progetto di recupero era stato presentato nel 2018, poi abbandonato nel 2020 perché giudicato eccessivo e dispendioso, a favore di un progetto «più sobrio e ecologico». «L’intenzione non è di restituire il Grand Palais del 1900, ma di realizzare un progetto pertinente, ritrovando la fluidità originale degli spazi e restituendo i grandi assi trasversali e la trasparenza dei volumi, spiega Châtillon. Negli anni gli spazi dell’edificio sono stati suddivisi, sono state costruite pareti, oscurate vetrate».
Il Grand Palais ha una storia complessa: durante la prima guerra mondiale fu trasformato in ospedale militare, mentre negli anni ’60 vi fu aperta una succursale della Sorbona. Il nuovo progetto rivoluziona dunque le prospettive abbattendo i muri posteriori e riaprendo l’asse originale, chiuso dal 1937, che collegava il Grand Palais al Palais de la Découverte. A fine lavori, una «passeggiata coperta» aperta a tutti, si estenderà dallo Square Jean Perrin alla Senna, e dall’ampia «piazza centrale» si accederà a tutti gli spazi d’esposizione.
La Rotonde d’Antin, precedente ingresso del Palais de la Découverte, con il suo pavimento di mosaici, le vetrate e i gruppi scultorei rappresentanti le allegorie delle Arti, è in corso di restauro. Nel sottosuolo, dove si trovava il maneggio per gli esercizi di equitazione, si sta ricavando una Galerie des Enfants. Nella Grande Nef di ferro e vetro, dove hanno esposto le gallerie d’arte di tutto il mondo, ci sono veicoli e materiale da cantiere.
Analisi scientifiche sull’Escalier d’Honneur in stile Art Nouveau hanno permesso di ritrovare il colore originario: «Sarà restituito l’aspetto policromo, spiega Châtillon, con sfumature di porfido verde, bronzino e verde reseda». Al pavimento in cemento sarà dato un colore ocra. I balconi saranno riaperti al pubblico. A termine, la Nef accoglierà fino a 9mila persone, contro le 5.600 di prima dei lavori. La cupola era già stata consolidata in passato, quando un pannello di vetro caduto dal tetto nel 1993 aveva costretto il monumento a una lunga chiusura. Ora si interviene per migliorarne l’impermeabilità e l’isolamento termico.
In quelle che erano le Galeries Nationales è stato deciso di conservare il più possibile l’allestimento realizzato nel 1965 da Pierre Vivien, tra cui la grande scalinata metallica a chiocciola. A fine lavori, ci saranno 6 gallerie espositive. All’esterno continua il restauro delle facciate. La principale, di fronte al Petit Palais, presenta una colonnata ispirata al palazzo del Louvre, inserti di mosaico, statue barocche e due quadrighe di Georges Récipon, il cui stato di conservazione era preoccupante.
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