Dopo un avvio di autunno in sordina, la partita decisiva per capire la temperatura del mercato si gioca fra Londra e Parigi. Qui le major dovranno piazzare i loro assi migliori, ben calibrando nomi storici, opere inedite e qualche curiosità in grado di ravvivare il collezionismo globale. Fra le tendenze più innovative proposte durante la settimana di Frieze nella capitale britannica e il dinamismo che si respira nella Ville Lumière alla vigilia di Art Basel Paris, allestita per la prima volta al Grand Palais, le aspettative sono alte. Ecco qualche «istantanea» di pezzi forti e lotti da tenere d’occhio.
Christie’s Londra, 9 ottobre
«Ria, Naked portrait» di Lucian Freud, stima 10-15 milioni di sterline
Lotto di punta di Christie’s, questo nudo femminile di Freud appartiene alla maturità dell’autore, all’asta per la prima volta, si inserisce con stile personale nella tradizione storica dei nudi sdraiati effigiati da Giorgione a Tiziano, da Velazquez fino al Manet dell’«Olympia». Cifra propria dell’artista la resa caratteristica della pelle della modella, dalla carnagione rosacea illuminata da pennellate più brillanti e pastose e dal biancore che promana dalle lenzuola. Una vitalità, osservata da un Freud ormai ottantenne, che non rinuncia ad ammirare e immortalare la giovinezza. La stima saggiamente prudente, considerato il momento, risulta abbastanza lontana da quella di un altro nudo femminile simile del 2002-2003, «Portrait on a white cover», battuto da Sotheby’s a Londra nel 2018 per 25,5 milioni di euro.
«Baloon Monkey (Blue)» di Jeff Koons, stima 6,5-10 milioni
L’artista vivente più caro torna alla ribalta con una delle sue iconiche sculture neo pop. Si tratta dell’enorme palloncino d’acciaio, ludico e paradossale, della serie «Balloon monkey», versione blu (ne esistono altre quattro versioni rosso, magenta, giallo e arancio e nel 2022 la declinazione in magenta raggiunse 10,1 milioni). L’immagine quasi totemica e giocosa si unisce a una riflessione ricorrente in Koons in cui la materia scultorea si presta al rovesciamento fra apparenza percettiva e realtà sostanziale. Negli anni i prezzi per i suoi finti gonfiabili sono lievitati alle stelle, ma questa volta il palloncino ce la farà a non scoppiare?
«L’invitée» di René Magritte, stima 800mila-1,2 milioni di sterline
Il mistero che alberga oltre la superficie delle cose e della vita quotidiana. Questo racconta Magritte nella gouache del 1956 in cui lo scorcio di una casa dalle finestre illuminate si staglia nel cielo di una notte serena. Un soggetto in apparenza banale, se non fosse per l’ulteriore finestra, identica a quelle della casa, che parallela alle altre rimane sospesa, vincendo le leggi di gravità, come un’apertura su altri mondi. Nell’anno che celebra con numerose retrospettive il centenario della nascita del Surrealismo non mancano le opere di Magritte all’incanto. Questa, su carta, donata in origine da Magritte all’amico artista e fotografo Raoul Ubac e mai passata all’asta, non è la più cara della vendita, ma la poesia del suo autore c’è tutta.
Sotheby’s Londra, 9 ottobre
«L’Arbois, Sainte-Maxime» di David Hockney, stima 7-10 milioni di sterline
Dopo il sole e le piscine della California, c’è la luce mediterranea del sud della Francia a ispirare Hockney nel ritrarre paesaggi dai colori vibranti e pervasi di un quieto naturalismo. L’artista soggiornò sulle alture di Saint-Tropez insieme al compagno Peter Schlesinger, ospite del regista Tony Richardson. Questa tela venne dipinta al ritorno, nel suo studio londinese, prendendo spunto per la prima volta dalle fotografie che lui stesso aveva scattato durante il viaggio con la sua Pentax 35mm.
«Self-portrait» di Andy Warhol, stima 3-4 milioni
Non solo ritratti di divi, politici e personaggi dello spettacolo. L’opera offerta rappresenta uno dei primi autoritratti di Warhol, datato 1963-64, ideato a partire da una foto scattata in un chiosco per fototessere. Mai passata all’incanto prima e custodita nella stessa collezione dagli anni ’90, documenta le prime sperimentazioni dell’artista in un genere che segnerà tutta la sua carriera. Unica di una serie di 9 ad essere dipinta in una particolare tonalità di verde, dovrà tentare di superare la cifra di oltre 6 milioni di sterline totalizzata, sempre da Sotheby’s, da un lavoro della stessa serie nel 2017.
«Jenufa» di Paula Rego, stima 1,2-1,8 milioni di sterline
Artista che coniuga con sapienza riferimenti letterari, operistici ed esperienze autobiografiche, Rego in questo pastello su carta prende spunto dalla protagonista dell’opera omonima di Leoš Janàček. Il lavoro fa parte della serie «Dog Woman», in cui le figure femminili assumono pose e una potenza quasi bestiali. La sua pennellata materica, pastosa, contribuisce ad accentuare la solidità dei corpi, la loro fisicità scolpita, ma sottintende anche un dramma interiore trattenuto benché profondamente percepito.
Christie’s Parigi, 18 ottobre
«Concetto spaziale. Attese» di Lucio Fontana, stima a richiesta
Quattro sciabolate ritmiche su fondo rosso che incarnano pienamente la poetica spazialista. Il monocromo venne completato da Fontana nel 1968, pochi mesi prima della morte. Si tratta di una delle opere di punta della sezione «Thinking Italian», mai passata in asta prima, che conferma l’attrattività e riconoscibilità del maestro dei tagli sul mercato internazionale.
«La robe rouge» di Domenico Gnoli, stima 1-1,5 milioni di euro
Lo zoom pittorico di Gnoli si trasforma questa volta in un’ode all’opulenza, soffermandosi sulle pingui forme femminili di un busto. Curve esagerate e iperrealiste sottolineate dalle pieghe di un abito forse troppo stretto e dai passaggi di luce. Dipinta nel 1964, si tratta di una delle prime opere dell’artista in cui protagonisti sono i dettagli. Appartenuta anche a Frédéric Dard, celebre scrittore di romanzi polizieschi sotto lo pseudonimo San-Antonio, l’opera è già stata battuta nell’Italian sale di Christie’s del 2010 quando totalizzò 492mila euro circa.
«Sir Lawrence Dundas with his grandson» di Giulio Paolini, stima 120-180mila euro
Un intrigante lavoro che esemplifica la sofisticata riflessione concettuale di Paolini intorno all’alterazione spazio temporale prodotta dalle immagini, la reiterazione e il doppio. Appartenente alla serie di opere realizzate fra il 1976 e il 1978 esposte nella personale alla Villa Pignatelli di Napoli, la tela riproduce un dipinto del Settecento del pittore tedesco Johan Zoffany raffigurante il politico e mercante scozzese Lawrence Dundas con suo nipote. Ma a una più attenta osservazione si scopre che all’interno della scena i quadri appesi alle pareti riproducono la scena stessa. Un gioco degli specchi che sposta l’interrogativo sul rapporto fra passato e presente, fra spettatore e soggetto ritratto, mettendo in discussione certezze e punti di vista abituali.
Sotheby’s Parigi, 18 ottobre
«Le jardin de Pissarro» di Paul Gauguin, stima 1,5-2,5 milioni di euro
Un Gauguin che non sembra Gauguin è la scommessa di Sotheby’s, che propone un paesaggio pienamente inserito nella tradizione estetica impressionista. Testimonianza del riconoscimento affettivo e professionale di Gauguin verso il professor Pissarro, il dipinto, nella stessa collezione privata dagli anni ’20, è raro sia per l’anno di produzione, il 1881, sia per la presenza al verso di due autoritratti dell’artista.
«Duel de masques» di James Ensor, stima 1,4-1,8 milioni di euro
Il lato tragico e non comico della maschera viene colto magistralmente in quest’opera di Ensor del 1892-96, che arriva per la prima volta sul mercato proprio nell’anno in cui si celebra il 75mo anniversario della morte dell’artista belga. Acquistata direttamente dall’artista da Ernest Rousseau, suo amico e sostenitore, la tela passò poi nella famiglia del cognato Edouard Hannon in cui è rimasta fino a oggi. Attraverso una pennellata frammentata e una luce atmosferica Ensor rende abilmente l’intensità melanconica di una parata di maschere in cui si rispecchiano le fragilità umane.
«Francis Ponge Jubilation» di Jean Dubuffet, stima 5-7 milioni di euro
Un’opera del 1947, che fa parte di una serie di importanti ritratti di artisti, letterati, intellettuali che Dubuffet eseguì su proposta della scrittrice Florence Gould. A colpire è soprattutto l’utilizzo di materiali inusuali per la composizione. Gli impasti di colore lasciano spazio a materiali propri dell’edilizia, come catrame, sabbia, asfalto e carbone tanto che il pennello è sostituito dalla spatola. Di rilievo anche la provenienza, parte della collezione privata «Jubilation» in cui le opere di Dubuffet dialogano con le terrecotte di Fontana, tutte proposte in vendita nell’asta Modernités.
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