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Una veduta esterna della caffetteria Luini 6 al Lac-Lugano Arte e Cultura

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Una veduta esterna della caffetteria Luini 6 al Lac-Lugano Arte e Cultura

Il Nero fish del Lago di Lugano

Mangiare nel museo con il critico d’arte Rocco Moliterni

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Rocco Moliterni

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Tra «Addio Lugano bella», storico canto degli anarchici ticinesi di fine ’800, e «Lugano addio», canzone anni ’70 di Ivan Graziani, si direbbe che Lugano ispiri soprattutto idee di partenze. Nella cittadina sull’omonimo lago vale invece la pena andarci, non foss’altro per la ricca attività del Lac-Lugano Arte e Cultura, che organizza mostre, concerti e incontri. Io ci sono capitato a luglio per la mostra di Alexander Calder (fino al 6 ottobre) che mi ha affascinato per le opere esposte e mi ha deluso per l’allestimento. Gli eterei lavori di Calder hanno bisogno di respirare, qui invece erano quasi accatastati in una grande sala. Sarà che ho avuto la fortuna nell’83 di vedere la splendida mostra dello scultore americano allestita da Renzo Piano nel Palazzo a Vela di Torino, dove le sue opere sembravano galleggiare in uno spazio senza confini (Gae Aulenti non aveva ancora tolto la poesia all’edificio ristrutturandolo per le Olimpiadi del 2006). 

Il Lac offre anche il Luini 6, caffetteria con bistrot e ristorante con tavoli all’aperto (in estate), una bella vista sul lago e la frescura degli spruzzi di una vicina fontana. La carta del bistrot sfodera innanzitutto una serie di hamburger che vanno dal «Nero fish» con polpo, stracciatella, friarielli e patate, alla specialità della casa «Luini 6»: un burger di manzo svizzero con pomodori, insalata e cipolla caramellata. Non manca un burger vegan oggi tanto di moda. Si può anche puntare su un’insalata caprese maison o su un vitello tonnato «Cbt» (cotto a bassa temperatura, Ndr) con capperi fritti, patate e limone candito. Ci sono poi le finissime di roastbeef, servite con insalata di patate al lime. Ci si può anche perdere in una ricca proposta di bagel, dallo «Yummy» ai semi di girasole col prosciutto crudo al «Luxury» con semi di sesamo e carpaccio di salmone affumicato. Ma non basta: ci sono anche pinse e insalatone. Da bere un’ampia scelta di birre e di vini non solo locali. Frastornato dall’abbondanza di proposte ho puntato su una tartare di manzo svizzero che devo confessare non mi ha fatto sognare mentre chi era con me ha puntato con soddisfazione sul «Nero fish», gustoso e abbondante. Non ho poi resistito al fascino di un sorbetto all’uva americana, giustamente rinfrescante nella calura di fine luglio. Abbiamo bevuto un bianco fermo svizzero, spendendo 50 euro in due. Lugano addio.

Un piatto della caffetteria «Luini 6» al Lac-Lugano Arte e Cultura

Rocco Moliterni, 02 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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