Image

Una veduta dell’esterno del San Giorgio Bistrot a Venezia

Image

Una veduta dell’esterno del San Giorgio Bistrot a Venezia

Non solo tramezzini e cicchetti al San Giorgio Bistrot

Mangiare nel museo con il critico d’arte Rocco Moliterni

Image

Rocco Moliterni

Leggi i suoi articoli

Tra mostre di Helmut Newton per le Stanze della Fotografia (da poco emigrate sull’isola dopo la vendita alla Fondazione Berggruen della storica sede nel palazzo dei Tre Oci sul canale della Giudecca), monumentali esposizioni personali di Berlinde De Bruyckere nella chiesa grande, delicati manufatti muranesi per le Stanze del vetro, l’Isola di San Giorgio è una delle mete da non perdere nei viaggi veneziani in occasione della Biennale Arte in cartellone fino al 24 novembre. 

E sull’isola c’è una novità: da pochi mesi ha cambiato gestione la caffetteria legata alla Fondazione Cini: nel 2019 il vecchio bar panineria assunse un nuovo look con la consulenza dello chef Filippo Lamantia (che in quel periodo gestiva anche la caffetteria di Brera a Milano). L’esperienza non superò l’emergenza Covid-19. Ora si chiama San Giorgio Bistrot e offre un ampio ventaglio di proposte dalla colazione del mattino all’aperitivo serale, passando per il pranzo. Nuovo look hanno anche sedie e tavoli, su cui campeggiano tre eleganti libretti menu: uno salmone per la caffetteria, uno senape per il pranzo e uno blu per vini e cocktail. A dirigere la struttura è Samuel Baston, con lunga esperienza alberghiera al Ca’ di Dio, sull’altro lato del canale della Giudecca; lo chef invece si chiama Mauro Dorigo ed è una vecchia conoscenza della ristorazione veneziana. 

Sono stato a provare il bistrot in un giorno di giugno e sono rimasto piacevolmente sorpreso per la qualità dell’offerta gastronomica, che rispetto alla tristezza di molte caffetterie di musei veneziani (e non solo) sembra giocare in un’altra categoria. Ho provato a pranzo le primizie di verdure (gli orti della laguna riservano autentiche meraviglie) con un gazpacho piccante e una rivisitazione di un classico della cucina veneta come i risi e bisi. In carta anche un’interessante aguglia imperiale e una capasanta cotta e cruda marinata. Per chi non ha tempo per il rito del pranzo «con le gambe sotto il tavolo», la caffetteria propone tra l’altro un sandwich polenta e soppressa con aceto balsamico, oltre ai classici tramezzini (Venezia si contende l’invenzione con Torino) porchetta veneta, erbette e misticanza o pesce spada, alga, rucola e yogurt. Non mancano i cicchetti con il tris polenta e sarda, tartara di manza veneta e giardiniera Sant’Erasmo (è l’isola degli orti). Tra i cocktail spicca un inedito Bellini spritz in cui oltre al cuvée rosé Belstar e alla pesca fresca c’è anche il Campari. Per un primo si spendono 20 euro, i tramezzini costano 5 euro, il Bellini Spritz 12. 

Un’interessante aguglia imperiale e una capasanta cotta e cruda marinata al San Giorgio Bistrot, Venezia

Rocco Moliterni, 11 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il critico e gourmet Rocco Moliterni propone una selezione di bistrot e ristoranti sotto la Mole per affrontare al meglio la Torino Art Week

Mangiare nel museo con il critico d’arte Rocco Moliterni

Non solo tramezzini e cicchetti al San Giorgio Bistrot | Rocco Moliterni

Non solo tramezzini e cicchetti al San Giorgio Bistrot | Rocco Moliterni